È datata 29 giugno la recensione di Sergio Rotino del mio romanzo «La bambola dagli occhi di cristallo», e pubblicata sul quotidiano L’informazione.
La bambola che odia gli uomini. L’ultimo di Barbara Baraldi
Il titolo dell’ultimo thriller licenziato da Barbara Baraldi, La bambola dagli occhi di cristallo (Castelvecchi, pp. 248, 16 euro), ricorda un Dario Argento d’antàn. Di certo, come nelle opere del grande maestro, nel lavoro dell’autrice emiliana non mancano sangue e violenza, narrati però con una scrittura femminile, attenta alla messa in scena e alla focalizzazione dei dettagli. A tratti La bambola, presentato alle 18 alla Feltrinelli-Galvani dall’autrice con Mirella Malaguti, sembra avere i natali nell’oscura opera prima di un altro cineasta, l’americano Abel Ferrara, che nel 1980 debutta con L’angelo della vendetta. La trama del film per come la recita il Morandini è: «ragazza muta, vittima di un duplice stupro, si arma di pistola e fa piazza pulita di ogni maschio che sembra meritarselo, ma il suo giudizio non è particolarmente selettivo». Storia cupa, immersa in una New York notturna il cui eco ritroviamo nel romanzo di Baraldi, anch’esso cupo, violento, che offre una Bologna altrettanto notturna, spogliata di qualsivoglia bonomia. Al centro di entrambe le opere, una figura femminile che si fa giustizia da sola. Ma Baraldi gioca a innalzare la posta e a depistare mettendo in pagina almeno quattro protagoniste: la bionda e solitaria Eva; la medium Viola (ecco Argento che ritorna), bella rossa che subisce i soprusi del delinquentello Nunzio; Giulia, collega di Eva, Samantha, tipica iperbellona. Le loro vicende creano il romanzo, al cui interno uomini che molestano o stuprano donne muoiono per mano di una assassina seriale, bionda e con gli occhi azzurri. Indubbiamente il colpevole è fra loro quattro, ma spetta al lettore scoprirlo.
Sergio Rotino
Articolo pubblicato sul quotidiano L’informazione