1 Barbara, definisci il tuo stile narrativo con 3 aggettivi
Immediato, cinematografico, a tratti onirico
2 Chi è la protagonista del tuo ultimo romanzo “La casa di Amelia”?
Quali sentimenti si agitano dentro di lei? Amelia è una ragazza come tante che si trova ad affrontare una situazione del tutto insolita, e pericolosa. Non è addestrata al peggio come le eroine di certi film, non ha super poteri né conosce le arti marziali; ha solo la sua forza d’animo e una voglia di vivere che si oppone alla tentazione di lasciarsi vivere. Dentro di lei si agitano orrore e meraviglia, amore e odio, paura e curiosità, ma soprattutto un gran rispetto verso il dono più prezioso: la propria, unica vita.
3 In che modo costruisci il profilo psicologico dei tuoi personaggi?
Costruisco i miei personaggi lavorando come un paziente scultore con un pezzo di marmo grezzo. Levigo la pietra fino a sentire pulsare l’animo del personaggio, fino ad avere l’illusione di sentirlo respirare. Il risultato finale è una creatura che pare vivere, ricca delle sfumature e contraddizioni proprie di ogni essere umano.
4 Come è nata l’idea che ha dato vita al romanzo?
La casa di Amelia nasce da una frase che in quel periodo si agitava ogni notte dentro di me: “puoi dimenticare il passato, ma il passato non si dimentica di te”. Così inizia il viaggio nella mente di Amelia, la protagonista, che deve tuffarsi in un passato infestato dai fantasmi delle sue paure per cercare di liberarsi delle ossessioni del presente.
5 In che modo i ricordi possono diventare pericolosi?
Quando sono cullati dall’insinuante ninna nanna del senso di colpa. Aggiungi la nenia stridula di un trauma mai superato, ma ricacciato a forza nel pozzo dell’oblio per ottenere la ricetta di un tormento.
6 Qual è il punto di forza del libro?
Penso sia il linguaggio incisivo e cinematografico che regala vere e proprie istantanee a colori o in bianco e nero con una predominante rossa come una passione mai spenta, come un amore appena sussurrato, come il sangue che scorre all’ombra tetra della casa degli orrori. C’è chi dice che il punto di forza sia nel personaggio di Amelia, principessa gotica forte e al tempo stesso fragile, e chi ancora nella trama, articolata e ricca di colpi di scena.
7 Quanto ritieni sia importante l’ambientazione per un romanzo?
Do molta importanza all’ambientazione, sia che si tratti di un paesaggio ricco di scorci che di una semplice stanza. È come un fluido denso che cattura, racchiude ogni cosa permettendo l’immersione nella narrazione per visualizzare le immagini come se scorressero davanti.
8 Cosa ti piace leggere?
Tutto ciò che stuzzica la mia fantasia. 9 Quali autori hanno contribuito maggiormente alla tua formazione? Sicuramente Herman Hesse, Gibran, Oscar Wilde e Marguerite Duras.
10 Quali caratteristiche dovrebbe avere un libro per poter catturare il lettore?
Penso non ci sia una regola fissa per catturare il lettore, a volte sono rimasta affascinata da un personaggio o dall’originalità di un’idea. Penso che un gran punto di forza sia la coerenza della trama.
11 Qual è stato finora il momento più appagante del tuo percorso artistico?
I momenti più appaganti sono quando ricevo le mail dei miei lettori in cui mi rendono partecipe delle sensazioni che hanno vissuto durante la lettura.
12 Scrivere è una vocazione?
Credo nel potere di un libro. A volte un libro mi ha salvata da un momento difficile, per questo dico: sì, la scrittura è una vocazione, o almeno dovrebbe esserlo. 13 Che cos’è l’erotismo? L’erotismo è un brivido della mente e del corpo.
14 Che cos’è la paura?
La paura è chiusura, per questo va affrontata: per aprirsi e liberare le farfalle nere del timore.
15 In che misura la tua passione per il cinema ed il tuo lavoro di fotografa hanno influenzato i tuoi scritti?
Il cinema è per me una grande fonte di ispirazione. Una passione che coltivo da sempre e di conseguenza omaggio, a volte anche involontariamente, mentre scrivo. Come fotografa vedo le scene con l’occhio della mia mente e le immortalo con la parola.