Presentati…
Barbara, narratrice. Amo raccontare storie. Lo faccio scrivendo racconti e romanzi, indagando il lato più nascosto della quotidianità, cercando di svelare qualcosa oltre l’apparenza. A volte emergono passioni, a volte paure.
Il tuo ultimo libro: la trama, la genesi
“La bambola di cristallo”, uscito nella collana “Il giallo Mondadori presenta” nel giugno del 2008. Raccoglie due romanzi e un racconto, nati in periodi differenti e forse per questo molto diversi. Il primo romanzo, “La bambola dagli occhi di cristallo”, fin dal titolo rivela una forte influenza anni 70. Una serial killer fatale e bellissima agisce in una Bologna gotica e notturna. Un ispettore di polizia è sulle sue tracce fino al colpo di scena finale. È nato a partire dalla scena di un delitto efferato, compiuto da una femme fatale, che non smetteva di suscitarmi domande. Qual è il movente che arma la mano dell’assassina, e chi è la vittima? Nel secondo romanzo, “Il giardino dei bambini perduti”, i protagonisti sono Lucy, una bambina di otto anni, e un anziano contadino che vive isolato. La piccola dovrà affrontare le sue paure e soprattutto un ladro di bambini. Questo romanzo è nato intorno al personaggio dell’assassino e alle sue motivazioni. Sapevo dall’inizio che per i suoi crimini non poteva esserci redenzione. Il racconto che chiude il libro trae ispirazione da alcuni fatti di cronaca che sono avvenuti nella mia zona qualche anno fa: ladri armati di fucili e automobili di grossa cilindrata in corsa per i viali di Modena.
Il personaggio che hai preferito, a cui ti sei affezionato, e quello che invece hai odiato.
Ho pianto e ho avuto paura per Lucy, la bambina protagonista de “Il giardino dei bambini perduti”. Provavo una grande empatia per la sua caparbietà e la voglia di scoprire i segreti nascosti dalla sua famiglia oltre che la forza interiore che la spingeva a indagare nell’universo orrorifico dei suoi sogni. E poi Amelia, la principessa gotica de “La collezionista di sogni infranti” perché ha paura del mondo e degli altri così stabilisce regole per sopravvivere ma poi le infrange una dopo l’altra. Non riesco a odiare nemmeno i miei personaggi più negativi, cerco di indagarli.
Personaggi seriali vs stand-alone: pregi e difetti
Credo che la serialità permetta di evolvere un personaggio in una logica di più ampio respiro. Il rischio è forse quello di rimanere legati alla medesima dinamica in romanzi differenti. Lo stand-alone permette di osare di più, e a volte le storie chiedono di essere autoconclusive, un colpo solo per lasciare il segno. Il difetto può essere quello di lasciare delle potenzialità inespresse.
Perché scrivi: per divertire i lettori, per dare sfogo alla tua creatività, perché non puoi farne a meno, per denuncia sociale…
Ho sempre raccontato storie, fa parte di me. Un giorno ho scoperto che potevo scriverle.
Quale aspetto privilegi nei tuoi romanzi: i personaggi, la trama, lo stile…
Cerco di non trascurare nessuno di questi tre elementi. Spesso parto dallo scheletro di un personaggio, cerco di metterlo in difficoltà con un intreccio inaspettato per vedere come reagisce e osservarlo prendere forma, diventare reale, carne ossa e passioni. Sono soddisfatta quando posso evincere quello che è in grado di fare e quello che non farebbe mai. È la storia, poi, che chiama lo stile più adatto. Mi sono sorpresa a sperimentare una forma narrativa insolita senza averlo pianificato, come è avvenuto ne “La collezionista di sogni infranti”.
Come nasce il tuo amore per il giallo/thriller/noir?
Il noir è per me un modo per esorcizzare le paure, raccontandole. Fin da adolescente ero un’avida lettrice del racconto gotico ottocentesco, nonché una fan sfegatata di Morticia Addams.
Il libro (di un altro) che avresti voluto scrivere.
“Il piccolo principe”, la fiaba che ha fatto sognare milioni di persone di tutte le età attraverso le generazioni e spiega così bene il significato di mancanza.
Progetti nel futuro immediato?
Il seguito ideale de “La collezionista di sogni infranti” sarà in libreria a partire da febbraio 2009. Si intitola “La casa di Amelia” e anch’esso ha la struttura di una fiaba nera. E poi ci sono altri progetti con Mondadori che spero vedano la luce nel 2009.