È recentemente uscita una mia intervista sul portale Moony Witcher, per un articolo firmato da Carlotta De Melas:
Barbara Baraldi scrittrice affermata, debutta con il primo romanzo per ragazzi, Scarlett. Ti va di raccontare ai nostri amici lettori chi sono i protagonisti di questa affascinante storia?
La protagonista principale è Scarlett, una ragazza di sedici anni che da poco si è trasferita in una nuova città. È la sua voce a condurci lungo le spirali della narrazione. Tra i problemi di inserimento nella nuova scuola e le incomprensioni con i genitori, si trova costretta a ricominciare tutto daccapo. A Cremona ha lasciato il suo migliore amico, che forse stava diventando qualcosa di più. Durante il tradizionale concerto di inizio anno Scarlett incontra Mikael, il bassista dei popolari Dead Stones. La sua bellezza la turba e i suoi occhi di ghiaccio sembrano celare una malinconia infinita. Poi ci sono Vincent e Ofelia, Caterina e Genziana, la perfida Lavinia, Umberto che si innamora di Scarlett ed Edoardo il bibliotecario, intelligente e sensibile, che le insegna ad ascoltare la voce dei libri. Poi un omicidio e il soprannaturale che entra prepotente nella sua vita.
Quando e come hai creato il personaggio di Scarlett?
Penso che Scarlett vivesse già in un angolo della mia mente. Era tanto tempo che desideravo raccontare la storia di un amore impossibile. Tante volte ho visitato la tomba di Giulietta a Verona, permeata della presenza del suo Romeo. E cosa c’è di più impossibile che il sentimento tra una fanciulla e una creatura soprannaturale? Scarlett, timida e coraggiosa, istintiva e a volte incapace di esprimere le emozioni, mi parlava con la sua piccola voce. Ho dovuto solo seguirla. Quando ho cominciato a scrivere, le sue caratteristiche hanno prepotentemente preso forma. È stato emozionante ricevere mail dei lettori in cui mi dicevano: Scarlett sono proprio io! Forse proprio in questo risiede la sua magia, Scarlett è una straordinaria ragazza della porta accanto.
Che legame ti lega con i personaggi a cui dai vita?
Un legame profondo e viscerale. Li sento vivere e respirare. Mentre scrivo mi emoziono con loro. All’inizio mi sentivo stupida ad ammetterlo, ma mi è capitato a volte di commuovermi o di dovermi fermare durante la scrittura perché ero troppo spaventata.
Da che parte si inizia quando si decide di scrivere un romanzo?
Penso che sia diverso per ogni scrittore, così come per ogni storia che si vuole raccontare. Le possibilità sono infinite! A volte comincio da una scena, un’immagine che prende forma come il fotogramma di un film. Mi è capitato nel caso di Lullaby – La ninna nanna della morte. Due ragazze, molto diverse tra loro, ballano un tango di nostalgia nella penombra di una sala, al ritmo di Lullaby dei Cure. A volte parto da un personaggio o dal desiderio di raccontare un’idea. Scarlett è nato dalla necessità di raccontare una storia sull’amore e i suoi demoni.
Cosa spinge secondo te, nell’animo umano, a dedicarsi alla scrittura?
Penso sia soggettivo. Per me è un bisogno, qualcosa che coltivo sin da bambina. Scrivere mi faceva stare bene. Ho un vero e proprio feticismo per la parola. Nella mia stanza di ragazzina sono ancora visibili le scritte sulle pareti, fatte con lo smalto nero per unghie. Frasi che per me avevano un significato importante e volevo leggere ogni sera prima di andare a letto e a ogni risveglio.
Amore e demoni. Spieghiamo questo connubio?
Per risponderti vorrei riportare la citazione da un libro che ho letto e riletto, quando ero ragazzina: Quando l’amore vi fa cenno, seguitelo, benché le sue vie siano difficili e scoscese. E quando le sue ali vi avvolgono, abbandonatevi a lui, benché la sua lama, nascosta tra le piume, può ferirvi. L’amore è un demone. E io scelto di renderlo non solo in senso figurato.
Molti dei nostri amici lettori coltivano il sogno di diventare scrittori, quali consigli ti senti di dare?
Leggete tanto. Un bravo scrittore è, prima di tutto, un lettore appassionato. I libri insegnano e alimentano la voglia di scrivere. Poi, esercitarsi molto: la scrittura ha bisogno di tempo, cure e attenzioni. Rileggersi spesso. Non aver paura di riscrivere pagine intere. Come si dice? La pratica porta alla perfezione.
Articolo pubblicato su Moony witcher