È uscita oggi l’intervista realizzata da Laura Platamone per Nero cafè. Un estratto:
Iniziamo quest’intervista con la domanda più banale, forse, ma che di certo rappresenta la prima curiosità quando si ha a che fare con un autore che ha raggiunto successi come i tuoi. Qual è il tuo rapporto con la scrittura? Dall’idea alla carta come affronti la nascita di una nuova storia e nuovi personaggi?
Il mio rapporto con la scrittura è molto carnale. Quasi viscerale, oserei dire. La considero come un’amante a cui dedicare attenzioni ogni giorno. Per questo cerco di scrivere con continuità, per non lasciare il tempo alle idee di sfiorire nella mia mente. La trasformazione su carta è un atto naturale, anche se faticoso. A volte scrivo paragrafi tutti d’un fiato, che mi lasciano emozionata e sorpresa. Altre, poche righe sono frutto di scritture e riscritture.
Il tuo primo romanzo, “La ragazza dalle ali di serpente” (ZOE, 2007) viene pubblicato sotto lo pseudonimo. Perché questa scelta?
All’esordio ho scelto di utilizzare uno pseudonimo perché avevo bisogno di rifugiarmi dietro una maschera per sentirmi più protetta. Pubblicare un romanzo in qualche modo ti mette a nudo. Ti espone a un giudizio, mentre fino a quel momento avevo scritto solo per me stessa. Luna è il nome che mi ero scelta e con cui ero già conosciuta nell’ambiente dark, ma anche il nome del pianeta che simboleggia la femminilità, in continuo mutamento proprio come la donna. E “La ragazza dalle ali di serpente” è un romanzo spiccatamente al femminile.
Nelle tue storie la realtà si fonde con un universo emotivo forte, oscuro, pieno di paure e contraddizioni che spesso rivelano una natura surreale in ciò che circonda i protagonisti. Nella sua vita Barbara che percezione ha delle “forze” che le stanno intorno? E di cosa ha paura?
Sono sempre stata molto sensibile e certi luoghi provocano in me emozioni, così come certi periodi dell’anno o il contatto con persone che hanno vissuto storie particolari, nel bene o nel male. Penso che lo scrittore sia una creatura ricettiva, e che il suo compito sia di trasformare le sensazioni e le storie in parole. Mi fanno paura l’insensibilità della gente e la freddezza di chi non prova più sentimenti.
Ho qui davanti alcuni dei tuoi libri. Sulle copertine una netta preponderanza di toni cupi e rossi. “Rosso” anche il nome della tua ultima eroina: Scarlett. Cosa rappresenta per te questo colore? [continua su Nero cafè]