There is a light that never goes out
Ogni periodo della mia vita era legato a un brano musicale.
Come l’estate di tre anni prima, quando avevo passato un mese intero a casa di zia Elena. Avevo preso l’ultimo treno del pomeriggio, ed ero arrivata in stazione a Como che era già buio. Ma a quel punto mi aspettava una sorpresa: mia zia non era venuta a prendermi.
Avevo dovuto prendere un taxi, e non appena mi ero sistemata nel sedile posteriore era partita una canzone che non avevo mai sentito prima. Take me out, tonight, recitava la prima strofa.
La voce era colma di malinconia, ma seducente. I never never want to go home, because I haven’t got one. Any more. Era così che mi sentivo. Senza più una casa, perché la mia non erano quattro mura, ma il sorriso di mia madre. Era lei che teneva insieme la famiglia e che mediava tra i caratteri spigolosi di me e papà.
La canzone scivolava via, come la strada sotto di me. Il lago era uno specchio argentato, liscio, senza increspature. Sembrava che niente potesse scalfirlo. In quel momento, da sola, in quel taxi, successe un piccolo miracolo.
Ero riuscita a piangere.
All’inizio piccole lacrime come gocce di rugiada, poi era stato come se un argine dentro di me si fosse rotto. Avevo iniziato a singhiozzare, incurante di quello che poteva pensare l’autista. Quel giorno, per la prima volta dopo più di un anno che mia madre se n’era andata, mi ero resa conto che ero ancora viva. Che non ero morta insieme a lei, ma potevo ancora provare emozioni.
There is a light that never goes out, ripeteva il ritornello. Avevo pensato che la luce dentro di me non si era spenta.
Avevo ascoltato quella canzone ogni giorno, quell’estate. E quasi ogni giorno avevo pianto. Per la mia vita che era stata stravolta, e perché sapevo che quello che avevo perduto non sarebbe ritornato. Che sarei cresciuta senza di lei al mio fianco, senza i suoi consigli, senza il suo viso dolce. Che mi sarei addormentata ogni notte senza il suo bacio della buonanotte, e al risveglio avrei dovuto prepararmi la colazione da sola. Fino a quel momento la rabbia mi aveva impedito di accettare che l’avevo persa. Avevo creduto che il mio cuore si fosse indurito come una pietra. Quel giorno, avevo capito che poteva ancora sanguinare.
Esce oggi in libreria il mio nuovo romanzo, Striges – La promessa immortale.
Zoe ha gli occhi gialli come quelli di un animale selvatico. Non ci sarebbe nessun problema se fosse un gatto o una civetta, ma non potendo volare via, un giorno ha dovuto imparare a graffiare. Da allora è Zoe la cattiva e i suoi unici amici sono Chloe, perennemente innamorata del ragazzo sbagliato, e il pianoforte. Solo quando si abbandona alle sue note Zoe riesce a riempire il vuoto che ha dentro e a lenire il dolore per la perdita di sua madre, morta in un misterioso incidente. Il suo cuore è una pietra, e Zoe è convinta che non si innamorerà mai. Fino a quando nella sua vita non irrompe Sebastian, un ragazzo dagli occhi di smeraldo capace di strappare il velo che la protegge dal mondo. Eppure Sam, proprietaria della caffetteria Bloody Mary, la mette in guardia: Sebastian è pericoloso, e lei dovrà rinunciare al suo amore. Zoe è disperata: come può ucciderla l’unica cosa che l’abbia mai fatta sentire viva? La risposta è sepolta in un lontano passato, un tempo buio in cui un Inquisitore arse sul rogo la stessa strega che lo infiammò d’amore…
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Ecco qui un altro capolavoro che tra qualche giorno stringerò tra le mani. Si prospettano nottate passate a leggere senza riuscire a staccarsi dalle tue parole. E già fremo. Non appena lo avrò finito aspettati come al solito una mia lunga mail di commento. Lo sai che adoro farlo, che adoro condividere con te le emozioni che si scatenano in me.
Per ora ti abbraccio Barbara, con il mio immenso affetto e la mia grande stima.
Claudia
Cara Claudia, è sempre bellissimo ricevere notizie da te. Spero che il mio nuovo libro ti “streghi” 😉 Anch’io adoro ricevere i tuoi commenti, mi ritengo davvero fortunata ad avere una lettrice sensibile come te. Un abbraccio fortissimo e a risentirci presto :* Barbara
non conoscevo questo tuo dolore, non sapevo della tua perdita, le tue parole mi hanno fatto riempire gli occhi di lacrime al pensiero che un giorno potrebbe succedere la stessa cosa a me!! grazie per aver condiviso con noi un angolino del tuo cuore.
Ciao Lara, per fortuna si tratta “solo” di un brano del romanzo. A parlare è la protagonista di Striges, Zoe. Ti abbraccio forte!
ops gaffe tremenda!!!!!!!!!!!!!! arrossisco!!!!!!!!!!!!!!!!! allora giriamole a Zoe!!!!!!!!!!!!!!!
meglio mi scavo una fossa e ci rimango, non avevo letto l’Incipit “un brano del romanzo” 😳
Nessuna gaffe, Lara! Figurati!!! L’incipit “Un brano del romanzo” l’ho aggiunto dopo, rendendomi conto che il brano era forte e d’impatto, ma poteva indurre in inganno 🙄 Un abbraccio 😉