«Aurora Scalviati era la migliore, fino al giorno di quel conflitto a fuoco, quando un proiettile ha raggiunto la sua testa. Da allora, la più brava profiler della polizia italiana soffre di un disturbo bipolare che cerca di dominare attraverso i farmaci e le sedute clandestine di una terapia da molti considerata barbara: l’elettroshock. Quando per motivi disciplinari Aurora viene trasferita in una tranquilla cittadina dell’Emilia, si trova di fronte a uno scenario diverso da come lo immaginava. Proprio la notte del suo arrivo, una donna viene uccisa. Il marito è scomparso e l’assassino ha rapito la loro bambina, Aprile, di nove anni. Su una parete della casa, una scritta tracciata col sangue della vittima: ”Tu non farai alcun male”. Aurora è certa che si tratti dell’opera di un killer che ha già ucciso in passato e che quella scritta sia un indizio che può condurre alla bimba, una specie di ultimatum… Ma nessuno la ascolta. Presto Aurora capirà di dover agire al di fuori delle regole, perché solo fidandosi del proprio intuito potrà dissipare la coltre di nebbia che avvolge ogni cosa. Solo affrontando i demoni della propria mente potrà salvare la piccola Aprile ed evitare nuove morti…»
La mia vita è sempre stata popolata di storie. Le storie della buonanotte che mi raccontava mia madre prima di andare a letto. Le storie spaventose che mi raccontava la nonna, ambientate nella campagna e spesso infestate da fantasmi, assassini senza nome o donne in cerca di vendetta. Le storie dei romanzi e fumetti che leggevo e avevano la capacità di portarmi via, in luoghi non luoghi dove vivevo per giorni. Ero troppo timida per farmi amici, troppo idealista, troppo fragile e tanti altri troppo uno in fila all’altro… e allora scomparivo tra le pagine di un libro. Da King a Poe, da Conan Doyle a Palahniuk, passando per Dylan Dog. Sì, è leggendo storie che ho imparato a raccontarle. Prima ai miei fratelli più piccoli, per tenerli buoni; storie spaventose come quelle della nonna. E poi un giorno ho iniziato a scriverle. Il thriller è stato il primo genere che mi ha attratta, forse perché raccontare la paura è l’unico modo per esorcizzarla. The dark side of the moon; cosa pensi, luna, quando il tuo volto è nascosto?
Questa premessa per dirvi che vede finalmente la luce (o il buio) il romanzo a cui ho dedicato anni di stesura, potrei definirlo il romanzo di una vita. Un thrillerone di 528 pagine, di cui ho preferito non anticipare nulla, fino a oggi.
Aurora nel buio (Giunti, Euro 16,90) uscirà in tutte le librerie il prossimo 3 maggio. È una storia mi ha chiamato con prepotenza. Una storia ambientata nella Bassa emiliana, la stessa delle fiabe nere che mi raccontava mia nonna da bambina. Demoni della mente, un serial killer spietato, la campagna a perdita d’occhio che se anche gridi nessuno ti può sentire e… la nebbia. Dentro e fuori.
Venerdì 5 maggio alle ore 21 presso il Pub del Cinema Victoria a Modena (Via Ramelli, 101) lo presenterò ufficialmente al pubblico.
Un evento ad ampio respiro che coinvolgerà artisti e amici. Insieme a me, Carla Marras, relatrice dell’evento. Dj set di accompagnamento a opera di Gianfranco Grotesque, dj storico della scena dark/new wave. Per l’occasione, la fotografa romana Laura Penna esporrà in anteprima qualche scatto dal progetto heArts- Exhibition by 31 Women, di cui faccio parte. È di Laura lo scatto nel retro di copertina del volume. Vi aspettiamo!
«Osservare la scena di un crimine non è diverso da ciò che fa un pittore quando si appresta a dipingere un paesaggio, le aveva detto colui che era stato il suo mentore. Memorizza ogni dettaglio, potrebbe celare la chiave per scoprire un indizio.»