Romics 2025 è stato un’avventura indescrivibile, ma cercherò di trovare le parole per raccontarvi qualcosa delle scorse giornate. Il sabato era il giorno della consegna del Romics D’oro ed ero così emozionata che la mattina ho saltato la colazione. A bordo di un pulmino nero, insieme a colleghi e ai compagni d’avventura che avrebbero più tardi condiviso il palco con me, siamo arrivati in fiera. Per prima cosa, ho fatto un giro alla mostra“Barbara Baraldi: l’arte del brivido e della psiche. Da Dylan Dog ad Aurora Scalviati, tra le storie che ho scritto in questi quasi vent’anni di carriera, dal Bottone di madreperla alla Sonnambula mostrata in anteprima, dai thriller di Aurora a La bambola dagli occhi di cristallo, insieme a un Dylan di oltre due metri che guardava i miei passi.
È stato come un viaggio nel tempo, ho rivissuto le sensazioni legate a ogni “figlio di carta”, le difficoltà e le sfide, ma ho anche provato un profondo senso di meraviglia. Mi sono resa conto che in tutto questo tempo non ho mai avuto il tempo – scusate il gioco di parole – di fermarmi un istante per guardare negli occhi le mie creature. Sono costantemente proiettata nella prossima storia, che mi prende e mi porta via, come una maledizione, come una benedizione. È un bisogno, quello di scrivere, come di respirare. Ma davanti a quelle pareti con i grandi pannelli, davanti ai capitoli dei romanzi, agli stralci di sceneggiature, ai primi soggetti e alle prime conquiste, mi sono resa conto della strada percorsa, quasi sempre in salita, con la coscienza che questo non è un lavoro ma è la vita. La vita che continuo a scegliere, ogni giorno.
E poi, dritta alla premiazione con consegna del Romics D’oro alla carriera. Dalle parole di Sabrina Perucca, direttrice artistica di Romics: «Un riconoscimento fondamentale a una delle autrici più originali del panorama contemporaneo, il cui lavoro continua a ispirare lettori e appassionati di ogni età. Barbara Baraldi non scrive semplicemente storie: ci conduce nei meandri dell’anima, dove il terrore si mescola alla poesia, lasciandoci sospesi in quell’attimo in cui la realtà si sgretola e l’incubo prende vita.»
Lo ammetto, è stato un momento così intenso che mi tremavano le gambe. Per fortuna, con me sul palco c’erano Franco Busatta, Luca Crovi, i Cestaro Bros e Sabrina, anima del Romics. Al firmacopie, lunghissimo ma che mi ha tolto ogni stanchezza: tra le vostre strette di mano e abbracci e parole mi sono resa conto, una volta di più, di quanto i “dylaniati” siano una famiglia. In attesa del firmacopie successivo, ho vissuto l’atmosfera del backstage, dove ho ritrovato amici e conosciuto nuove e stimolanti creature del crepuscolo, come Deanna marsigliese e Hal Hickel gli altri Romics D’oro di questa edizione, che spero di non perdere più di vista.
L’ultima giornata di Romics è stata una vera e propria (bellissima) corsa tra interviste, la conferenza dylaniata in cui io, Luca Crovi, Davide Furnò ed Emiliano Tanzillo abbiamo svelato “le storie dietro le storie”.
E poi il momento del firmacopie, in cui ancora una volta mi avete fatto sentire il vostro affetto.
Ma ora è il momento dei ringraziamenti.
Un grazie infinite a Sabrina e a tutto lo staff di Romics per avermi fatta sentire a casa, per la cura che ci mettete: mi mancate già.
Grazie a Gatti nudi Production, Luca Deejay e i ragazzi dello Spazio Bianco per le interviste, che sono state viaggi nel tempo. Grazie a Dylan, che mi ha accompagnata in questa avventura, a Claudio che mi fa ritrovare sempre il centro, ai colleghi che hanno condiviso con me questi momenti così intensi, e a voi dylaniati.
Ed ecco chi si è rubato il Romics d’oro.
Qui il link al bellissimo reportage di Gatti nudi Production (Mauro Vallanti e Sybil Casagrande), con i momenti salienti e i dietro le quinte delle giornate al Romics, con un giro alla ricchissima mostra – tra tavole di sceneggiatura, soggetti originali e materiale di archivio – , la premiazione con consegna del Romics d’oro, i momenti del firmacopie e una breve intervista. Grazie di cuore per essere stati al mio fianco in un momento così importante, per il talento e l’empatia nel raccontare un’emozione.