Save the date, per un settembre all’insegna del brivido (che dopo tutto questo caldo ci sta benissimo).
Sabato 28 settembre sono ospite di Comics Storm di Mirandola, insieme a Emiliano Tanzillo per un favoloso firmacopie (con dedica mia e sketch di Emiliano) chiacchiere e foto ricordo. Vi aspettiamo dalle 15:30 alle 19:30.
Per l’occasione, presenteremo Carambolla (Tanzillo/Baraldi) e Il Cavaliere del drago (Tanzillo/Arioli), i racconti fantasy in formato cartonato editi da Saldapress, e gli albi di Dylan Dog.
Lunedì30 settembre ci vediamo a Torino per illuminare insieme la Mole Antonelliana e Via Verdi con un evento di pura sperimentazione radiofonica con il Podcast Live “Dylan Dog alla Radio – Voci dall’Incubo” di Armando Traverso. Un cast d’eccezione con Lino Guanciale nei panni dell’indagatore dell’incubo. Un albetto speciale da collezione realizzato per l’occasione con una storia inedita e completa, che sarà allegato gratuitamente a Dylan Dog numero 457 (in edicola dal 28 settembre): “Voci dall’Incubo” di Traverso e Gerasi.
I festeggiamenti proseguono dalle 21 presso lo studio Tv 8 del Centro di Produzione Rai di Torino: un cast di attori e doppiatori reciterà un “medley” delle sceneggiature più iconiche di Dylan Dog firmate da Tiziano Sclavi, riadattate per l’occasione, insieme a quella dell’albetto da collezione. Sempre in diretta, due disegnatori di Dylan Dog, Sergio Gerasi e Davide Furnò, ci immergeranno nel mondo dell’indagatore dell’incubo disegnando dal vivo.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito ufficiale SBE a questo link.
Per scrivere Dylan è necessario offrire una parte di sé. Che siano gocce di sangue, un pezzo di cuore, o fumanti interiora. Non puoi rimanere distaccato, non puoi rimanere pulito, devi rovistare nella soffitta delle tue esperienze, scavare tra le tue paure, senza evitare di guardarle negli occhi.
Da oggi – 30 maggio – trovate in edicola Pioggia di sangue (Dylan Dog 453) dove racconto di Herman, un anziano solo, che si attacca a Dylan instaurando un rapporto di co-dipendenza. In questa storia c’è tanto orrore, ma anche tanta malinconia e dolore, senza rinunciare all’ironia. Vi confesso che nasce da un’esperienza personale o meglio, familiare. Oggi la vecchiaia fa più paura della morte e tante famiglie si trovano sole a dover compiere sacrifici, per amore (e con amore) dei propri cari che non sono più autosufficienti. Pioggia di sangue non è un albo facile, ma contiene vari spunti di riflessione su questa tematica, per me ancora troppo poco sviscerata.
È stato doloroso scriverlo, per alcuni (forse) sarà doloroso leggerlo.Ma Dylan indaga incubi e l’ho sentito come il compagno di viaggio perfetto per affrontare questo, che personalmente mi fa davvero paura.
Una curiosità: il titolo di lavorazione era “Herman pioggia di sangue”. Forse a qualcuno ricorderà un film nerissimo dell’86, ad altri… Nanni Moretti!
Grazie a Corrado Roi per aver saputo rendere le mie visioni come raffinati e inquietanti quadri, fatti di ombre ed emozione.
La magnifica copertina è dei “sanguinari” fratelli Cestaro.
«L’urlo del campanello squarcia la notte a Craven Road 7. Alla porta si presenta un anziano scorbutico, che dice di chiamarsi Herman e ha tutta l’aria di avere bisogno di aiuto. Herman non ha nessuno che si possa occupare di lui… a parte Dylan. Tuttavia, insospettito da una serie di inspiegabili eventi e da una catena di morti assurde, Dylan decide di intraprendere un’indagine privata. Ma Herman non risulta nella lista delle persone scomparse e sembra non avere un passato. Chi è davvero? È solo un anziano in difficoltà o nasconde un oscuro segreto?»
Dal 28 febbraio esce ufficialmente in edicola (ma da qualche parte si trova già): DYLAN DOG n. 450, “SHOCK”.
Scritto da me e illustrato dal Maestro del Perturbante, Nicola Mari. Una fiaba nerissima, una discesa nei meandri più oscuri dell’animo umano, mentre Londra è stretta nella morsa di un serial killer imprevedibile, la cui unica firma è l’efferato modus operandi: “rapisce, tortura, uccide”.
Copertina del tenebroso duo Gianluca e Raul Cestaro.
«Un uomo senza identità è convinto di essere già morto. Una donna senza identità compie una strage nell’ospedale in cui è ricoverata. Qual è il terribile segreto che li lega? Nel tentativo di far luce sulla vicenda, Dylan Dog e l’ispettore Bloch intraprendono un’indagine pericolosa, che li sprofonderà nei meandri più oscuri dell’animo umano, mentre Londra è stretta nella morsa di un serial killer imprevedibile, la cui unica firma è l’efferato modus operandi: “rapisce, tortura, uccide”.»
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Da oggi in edicola: Dylan Dog n.446 L’ALTRO LATO DELLO SPECCHIO
Soggetto e sceneggiatura: Barbara Baraldi Disegni, in ordine di apparizione: Davide Furnò, Nicola Mari, Marco Nizzoli. Copertina (e nuovo frontespizio): Gianluca e Raul Cestaro.
Dopo aver ricevuto un invito anonimo, Dylan Dog giunge nella villa del magnate Jeffery Scott, dove un gruppo di intellettuali è riunito per addestrare una nuova forma di intelligenza artificiale. Ma la casa stessa appare un organismo senziente, corrotto dalla volontà di un misterioso specchio che sembra riaffiorare dal passato di Dylan, risucchiandolo in un vortice di inganni. Il primo albo di un ciclo tematico di tre storie autoconclusive, in cui gli incubi più spaventosi sono quelli a occhi aperti!
L’albo è disponibile anche in edizione variant, con 16 di pagine aggiuntive di approfondimento e anteprime sul “Dylan che verrà”. L’albo variant è acquistabile dall’1 al 5 novembre a Lucca Comics & Games e, successivamente, in fumetteria e sul Bonelli Store.
E a proposito di Lucca Comics & Games, questi gli orari in cui mi potete trovare per i FIRMACOPIE AL PALABONELLI di Piazza Antelminelli:
• Giovedì 2 novembre dalle 17 alle 18
• Venerdì 3 novembre dalle 16 alle 17
• Sabato 4 novembre dalle 16 alle 17
• Domenica 5 novembre dalle 11 alle 12
Per conoscere tutte le novità in arrivo legate al mondo dell’Indagatore dell’Incubo, vi aspetto al DYLAN DOG HORROR PANEL (con Michele Masiero, Barbara Baraldi, Franco Busatta): SABATO 4 NOVEMBRE DALLE 17:30 ALLE 18:30 alla CHIESA DI SAN GIOVANNI.
In occasione dell’uscita dell’albo, ho risposto a una piccola intervista per la pagina Facebook ufficiale di Dylan Dog:
L’albo 446 nasce da una tua volontà precisa, ovvero l’hai scritto “fresca di nomina” di curatrice di Dylan. Senza fare spoiler, cosa possiamo aspettarci e in che modo questo albo rappresenta la tua interpretazione personale del personaggio?
“Ho esposto il pitch della storia durante il primo incontro con la redazione: parliamo di alcune ore prima della formalizzazione della nomina. Mi sono confrontata con Michele Masiero e Franco Busatta sui disegnatori da coinvolgere, definendo un’agenda serrata per rispettare i tempi di lavorazione. Nelle settimane successive, ho scritto in contemporanea per Furnò, Mari e Nizzoli. Hanno fatto un lavoro incredibile e posso affermare senza timore di smentita che il comparto grafico è ai massimi livelli. Da parte mia, ho cercato di dare alla storia un passo incalzante e uno sviluppo imprevedibile, avvicendando nell’arco di 94 tavole, oltre che i disegnatori, anche diversi registri narrativi, che corrispondono a differenti declinazioni dell’orrore: zombi, gotico, slasher, con incursioni nel thriller fantascientifico e nel mystery, con una spruzzata di humor nero. Scrivere per Dylan, secondo me, comincia con il rispetto del carattere del personaggio, con il suo microcosmo di comprimari, così come delineati da Sclavi. E con la disponibilità a sprofondare nel buio insieme a lui, senza compromessi.”
L’albo Dylan Dog 446 L’altro lato dello specchio sarà anche una “bussola” per gli altri autori dylaniati rispetto all’interpretazione da dare dell’Old Boy sotto la tua cura editoriale?
“La storia è un po’ una dichiarazione di intenti: il recupero di elementi cardine della serie, ma soprattutto delle atmosfere e degli aspetti più sperimentali e perturbanti delle opere di Sclavi, con uno sguardo proiettato al futuro. Sclavi ha creato un personaggio perfetto, nelle sue imperfezioni, avanguardistico e rivoluzionario per definizione e dalle infinite potenzialità non ancora sfruttate. E poi: sperimentazione sia narrativa che visiva, imprevedibilità della trama, piglio ironico, attenzione ai colpi di scena e a tematiche contemporanee. Storie appassionanti e spettacolari: ogni albo deve essere come un film dell’orrore, inteso in tutte le sue infinite sfaccettature, e come tale intrinsecamente in grado di attirare i lettori, esattamente come un film deve essere in grado di attirare gli spettatori in sala per i suoi contenuti, piuttosto che per abitudine. Dato che un albo solo non basta per definire una “linea”, ho espresso fin da subito la volontà che “L’altro lato dello specchio” fosse il primo di un ciclo di tre albi autoconclusivi accomunati dallo stesso tema, e ho scelto l’Intelligenza Artificiale perché è un “mostro” con cui avremo sempre di più a che fare in futuro. Ho quindi aperto un canale di discussione con Rita Porretto, Silvia Mericone e Alessandro Russo per mettere in cantiere le altre due storie che avrebbero fatto parte del ciclo: l’horror allucinante “Hazel la morta” disegnato da Antonio Marinetti e il noir fantascientifico “Anatomia dell’anima”, disegnato da Sergio Gerasi.. È stata una bella sfida, e devo ringraziare tutti gli autori e i disegnatori coinvolti per aver dato davvero il massimo (e qualcosa di più), cancellando impegni e ferie per far sì che tutte le scadenze venissero rispettate.”
Il titolo “L’altro lato dello specchio” sembra richiamare altri celebri albi come il 10, “Attraverso lo specchio” e il 44, “Riflessi di morte” (forse anche lo Speciale 34, “La grande consolazione”)?
“La storia omaggia a suo modo alcuni albi iconici della serie, tra cui il n.10 Attraverso lo specchio – senza porsi in diretta continuità con il capolavoro di Sclavi e Casertano –, ma anche Il club dell’orrore, per la struttura a episodi… pur non essendo propriamente una storia a episodi. Si parte da qui, con un approccio sperimentale alle radici del personaggio, per cominciare un viaggio verso le frontiere inesplorate dell’orrore.”
Da Rolling Stone: «Barbara Baraldi scelta da Sergio Bonelli Editore come nuova curatrice di Dylan Dog, sembra quasi uscita lei stessa dalla penna di Tiziano Sclavi, lo storico creatore dell’Indagatore dell’Incubo. Per questo il ruolo sembra calzarle a pennello, anche se nelle sue risposte è presente ancora un po’ di stupore. Quando la incontriamo per farci spiegare cosa cambierà (e cosa no, mai) in uno dei fumetti più amati dai lettori, non parla di scelte di marketing, non cita target di riferimento o ricerche di mercato, ma si concentra sul riportare «l’orrore in primo piano» andando a selezionare soggetti «nell’ottica di ciò che possono trasmettere a livello emotivo», incoraggiando gli sceneggiatori «a dialogare con le proprie ossessioni» e i disegnatori «a lasciarsi andare alle visioni più ardite». Ancor di più, sottolinea, visto che viviamo in un’epoca senza filtri attraverso gli smatphone, dove però «l’orrore esistenziale resta sempre quello che fa più paura» e avere fra le mani Dylan Dog rimane a tutt’oggi «quasi come sottoporsi a una seduta di psicanalisi». Dopo aver ideato la saga di Aurora Scalviati, la profiler che fa indagini (guarda caso) fuori dalle regole imposte alle forze dell’ordine, affrontato in un libro il tema dell’intelligenza artificiale già tre anni fa, essersi cimentata nel romanzo con la «strafottente e timida» Janis Joplin, ora Baraldi sembra di fronte alla sfida più difficile e nello stesso tempo affascinante: fare i conti con i propri incubi per esorcizzare anche quelli degli altri. Ma su un aspetto è certa che il “suo” Dylan Dog non cambierà rispetto al passato: «Non sarà politicamente corretto, non è nel suo Dna».
Potete leggere l’articolo, a cura di Gianmarco Aimi, QUI.
Da Wired: «Il Dylan Dog di Sclavi è sempre stato moderno. Parlava dei diversi, delle persone ai margini, degli invisibili. Parlava di tantissime cose prima dei tempi, anche di orrori che sono arrivati dopo. Quindi il nostro Dylan sarà moderno in questo senso. E sì, sarà un personaggio che vive nel mondo contemporaneo, in cui esistono i social, i cellulari, che non ci saranno in tutte le storie, e che lui magari non usa spesso o volentieri, ma che non ignora. Insomma, un uomo analogico in un mondo digitale”.» QUI l’intervista completa.
Da Movieplayer: «L’orrore sarà la parola d’ordine, una dichiarazione di intenti e una sorta di “termine ombrello” sotto cui vorrei riunire tutto ciò che è misterioso, surreale, sconosciuto, inaspettato. L’onirico e il simbolico, ma anche lo splatter. Tutto ciò che in qualche modo ci spaventa avrà spazio nelle pagine di Dylan. Vorrei finali interlocutori, episodi che una volta conclusa la lettura lascino domande piuttosto che risposte. Vorrei far tesoro della lezione di Tiziano, che tramite l’orrore ha la capacità di trasmettere emozioni, di offrire riflessioni esistenziali, filosofiche, parlare alle persone ai margini, mantenendo un registro espressivo comprensibile a tutti. Confido che le storie stesse risponderanno meglio di me a questa domanda.»
Potete leggere l’articolo completo, a cura di Antonio Cuomo, QUI.
Da Fumettologica: «Farà paura. Lascerà spiazzati. Qualche volta, farà sorridere. Insomma, susciterà delle emozioni. Sarà radicato nell’onirico, esplorerà l’inconscio e il rimosso. Una volta terminata la lettura, vorrei che lasciasse domande piuttosto che risposte.» QUI, l’intervista completa.
E su YouTube, nella pagina del giornalista Luca Deejay, è uscita un’intervista dal vivo, realizzata durante il mio primo incontro ufficiale nelle vesti di curatrice, che si è tenuto all’Arf domenica 13 maggio. La potete recuperare QUI.
Da Tempo News: «Animata da “una passione bruciante per le storie”, per Barbara scrivere, e ancor prima raccontare – è da sempre una necessità. “Sono la maggiore di quattro fratelli e già a nove anni per tenerli buoni, quando mia madre andava al lavoro, raccontavo loro delle storie spaventose, appagando così la loro fantasia. Dosavo suspense e colpi di scena e riuscivo a catturare la loro attenzione. Le storie mi hanno permesso di sopravvivere a quegli anni di baby sitteraggio ma, crescendo, i libri sono diventati il mio rifugio. Soffrendo di timidezza cronica ho sempre faticato ad approcciarmi agli altri. E’ un po’ come essere celata dietro a un muro che non ti permette di affacciarti oltre. Ricordo ancora le interrogazioni alla lavagna, il viso arrossato, la lingua appiccicata al palato, il corpo bloccato… La lettura era un rifugio, il posto sicuro dove non potevo essere giudicata né derisa. I personaggi dei libri erano amici. Da ragazzina leggevo fino a quattro libri a settimana, ero sempre in biblioteca, tanto che le addette nonostante il limite massimo del prestito fosse di tre libri mi concedettero la possibilità di prenderne uno in più. Quelle storie erano la mia casa, ovunque andassi avevo un libro con me”.» QUI l’intervista completa a cura di Jessica Bianchi.
L’hanno chiamata in vari modi. “Inizio del nuovo inizio”, “Rivoluzione”. Il mio preferito è “Trilogia del ritorno.”
Dal sito ufficiale di Sergio Bonelli Editore: “il character creato da Tiziano Sclavi riprenderà i binari di un tempo, pur rimanendo ancorato al presente. Lo vedremo quindi ripresentarsi sulla serie regolare fedele allo status quo originario, ma alle prese con i temi, i demoni, i conflitti, le ossessioni della contemporaneità. Il Dylan Dog com’era stato concepito inizialmente dovrà confrontarsi più che mai con quella rivoluzione digitale che ha sconvolto il mondo negli ultimi decenni.”
Dopo il prologo firmato Roberto Recchioni, è ora in edicola “Non con fragore…”, Dylan Dog n.436, da me sceneggiato. Soggetto di Claudio Lanzoni, disegni di Sergio Gerasi e copertina dei fratelli Cestaro.
Trovate una lunga intervista a me e a Claudio sul sito dell’editore, in cui vi sveliamo i dietro alle quinte delle storie e come abbiamo lavorato. Tra le altre cose, era la prima volta che lavorato su un soggetto non mio. «I soggetti, pur essendo dettagliati negli snodi principali della trama, lasciavano spazio a interventi personali. Mi sono lasciata ispirare dalla storia e dalle sue atmosfere, e poi l’ho fatta mia. Per esempio, ho aggiunto sequenze come il viaggio “interstellare” di Dylan sui versi della poesia di T.S. Eliot e il combattimento di Dylan e Morgana con le ombre. Ho strutturato l’indagine di Rania e immaginato la sua incursione in quell'”altrove” popolato da alberi secolari in cui dialoga con il piccolo Oliver. La sfida più grande è stata affrontare la tematica della paralisi del sonno, visto che ne soffro sin da quando ero bambina. La prima volta avevo solo cinque anni, ma ricordo perfettamente la sensazione di puro terrore che ho provato, così come la creatura d’ombra davanti ai miei occhi che si avvicinava al mio lettino, senza che potessi muovermi o gridare.Ho scavato nella mia esperienza personale, conscia di quanto questo disturbo possa essere difficile da gestire nei periodi in cui si acutizza. Soprattutto quando è accompagnato, come nel mio caso, da allucinazioni ipnagogiche.Per trovare un modo di gestirlo, erano anni che leggevo articoli di medicina, guardavo documentari e cercavo in rete esperienze di altre persone che ne soffrivano, ma devo dire che, tra tutte le rappresentazioni in cui mi sono imbattuta, gli uomini-ombra disegnati da Sergio Gerasi sono tali e quali quelli che infestano i miei incubi a occhi aperti. Affrontarli insieme a Dylan è stato liberatorio, anche se tutt’altro che rassicurante.»
Trovate l’intervista completa, curata da Franco Busatta, QUI.
Il 31 gennaio uscirà il numero conclusivo della trilogia, “… Ma con un lamento”, Dylan Dog n.437. Anche in questo caso, la sceneggiatura è mia, il soggetto di Claudio Lanzoni, i disegni di Sergio Gerasi e copertina dei fratelli Cestaro. “Si prefigura all’orizzonte un nuovo ordine nell’universo di Dylan Dog. Una crisi che potrà dirsi conclusa solo dopo la resa dei conti con l’enigmatico individuo dal volto scarnificato, Faccia d’ossa.”
È stata una grande emozione per me lavorare a questo progetto. Un grande lavoro di squadra, sotto la guida di Tiziano, un incontro di professionalità e sensibilità diverse, ma tutte accumunate dalla bruciante passione per il nostro Indagatore dell’Incubo.
Con il caos di questo periodo, non vi avevo ancora parlato di Malestorie, la mia nuova avventura su Dylan Dog Oldboy n.15, a tema Halloween, in uscita in tutte le edicole il 14 ottobre. Tra Creepshow (zio Tibia nel cuore) e i Monty Phyton, una riflessione in chiave dylaniata sul potere delle storie.
Soggetto e sceneggiatura miei e al mio fianco, ai disegni, un ispiratissimo Gianluca Acciarino. «Una terribile minaccia grava su Dylan, la sua ragazza e Groucho, seduti davanti al caminetto, in una stanza liberty arredata a tema Halloween. E la sopravvivenza dei nostri è legata soltanto all’efficacia delle storie di paura che sapranno raccontare…»
Un grande grazie a Franco Busatta che ha acceso la miccia dell’ispirazione per questa storia.
Nello stesso volume, trovate una storia firmata Enna/Piccatto.
Copertina a opera del duo Montanari/Bacilieri.
Dylaniate e dylaniati, da oggi – 13 agosto – è in edicola Dylan Dog OldBoy n. 8, che contiene anche una mia storia: Buongiorno tenebra.
Sulle note di Simon & Garfunkel, in una villa che assomiglia a quella accanto al cimitero di fulciana memoria, Dylan si trova imprigionato nella tela di Mrs. Nicholson e dei suoi segreti.
Ad accompagnarmi in questa discesa nelle ossessioni, Nicola Mari che, con maestria ed eleganza, ha saputo dare un volto alle pulsioni più oscure. Ma se l’amore è un demone – tra i più feroci – malattia e cura, a volte, possono coincidere.
Quale oscuro segreto cela la tetra villa dei Nicholson? Quali drammatici eventi hanno funestato le vite dei suoi abitanti in passato? Dylan deve riuscire a districarsi dalle mortali spire di una femme fatale d’altri tempi…
Dylaniati e dylaniate, da oggi è in edicola L’ora del giudizio, DYD 417. Sceneggiatura mia, disegni del Maestro Angelo Stano e copertina di Gigi Cavenago. È una storia che mi ha scavato nel profondo, sulle trappole della mente, il senso di colpa e l’elaborazione del lutto. Un viaggio nel subconscio verso il territorio degli incubi e in cui niente è come sembra. Prende avvio dall’epilogo del 416, ma niente paura: la storia si può considerare pienamente autonoma.
Continuano i guai giudiziari di Dylan, che si ritrova alla sbarra accusato di omicidio. Dopo essere stato ingaggiato dal professor Chilton come osservatore per un esperimento volto a dimostrare che il soprannaturale è una proiezione della mente dell’individuo, tutto precipita in un incubo kafkiano.
In regalo con l’albo, la medaglietta celebrativa di Groucho. Buona lettura!
Da oggi (30 luglio) in edicola Dylan Dog 407 – L’Entità. Nuovo frontespizio, vecchio amore. La sceneggiatura è mia, i disegni del Maestro delle Ombre Corrado Roi. La meravigliosa copertina è opera di Gigi Cavenago.
Una storia con echi del cinema di Deodato, ma anche dell’art-horror anni Settanta.
«A suonare il campanello di Craven Road 7, per chiedere aiuto a Dylan, si presenta la bellissima Berenice. La ragazza è perseguitata da una misteriosa quanto mortale presenza che, da anni, impedisce che qualsiasi uomo le si avvicini intimamente… E con il passare del tempo la situazione si fa sempre più drammatica, perché Berenice teme addirittura che la terribile Entità voglia spingersi perfino a possederla.»
Il numero Uno del nuovo OldBoy contiene una mia storia: La solitudine del serpente.
Dylan e Bloch, insieme, sulle tracce di un serial killer. Facce strappate, splatter e, naturalmente, i serpenti. Ma non come ve li aspettereste.
Ai pennelli, due leggende, il mitico duo Montanari & Grassani.
Non vi basta? L’altra storia #ilmiglioredeimondipossibili è firmata Gabriella Contu, il tutto racchiuso dalla bellissima copertina dei fratelli Cestaro.
Sinossi: La solitudine del serpente: «Certe vite scorrono via, fugaci come un colpo di rasoio. Lasciare un segno del proprio passaggio è un sogno per molti, ma diventa un incubo quando per Londra si scatena la furia omicida di un killer invisibile, di cui nessun testimone sembra ricordare la faccia. Bloch coinvolge l’Inquilino di Craven Road in una delle sue indagini più paradossali.»
Dalla recensione degli Audaci: «Una narrazione classicamente dylaniata, colma di citazioni: a Stephen King, Edgar Allan Poe, H. P. Lovecraft, Stanley Kubrick, David Lynch, Douglas Adams, i Metallica (giusto per dirne qualcuna).
Così come nell’episodio precedente, l’amore e la passione della scrittrice verso il Dylan Dog sclaviano è alquanto evidente nella sceneggiatura, nel ritmo, nelle scelte e nel plot twist finale.»
«Scappa, Dylan, presto! Taglia la corda, prima che tutto ti precipiti addosso… Fuggi, non ti accorgi che “Casca il mondo”?»
Scrivere aiuta a esorcizzare le paure, le intrappola nella carta, le rende qualcosa che puoi guardare negli occhi. Così diventano più piccole, le loro voci più flebili.
È lo stesso motivo per cui leggiamo storie di paura. Lo facciamo da quando siamo bambini, attratti irrimediabilmente dalle fiabe più nere, che regalano quel brivido che diventa una piccola vittoria contro il buio, se solo abbiamo il coraggio di raggiungere l’ultima pagina.
Ma cosa succede quando ti viene chiesto di parlare di uno dei tuoi Demoni della porta? Quelle creature che ti tengono in scacco e di cui, lo sai, non ti libererai mai. Non importa quanto a fondo scaverai per imprigionarli in una fossa al centro della stanza più segreta della tua mente, i Demoni della porta ormai fanno parte di te. Perché le cicatrici lasciate da certe esperienze sono troppo profonde, ti hanno infettato il sangue. E basta una notte più oscura, un dolore o un momento di debolezza per farle riaffiorare.
Il mio Demone della porta mi assale quando sento rumori troppo forti, suoni bassi o striscianti. Il mio Demone della porta mi fa localizzare una via di fuga ogni volta che entro in una stanza gremita. Il mio Demone della porta torna più prepotente nel mese di maggio e certe notti, senza preavviso, mi sveglia alla stessa ora: le 4:04 del mattino. Il mio Demone della porta mi accompagna dal 20 maggio del 2012, visto che vivo (tutt’ora) sull’epicentro del terremoto dell’Emilia e da quella notte la mia vita è cambiata. Per sempre.
Poi un giorno Roberto Recchioni mi ha chiesto di guardarlo di faccia, il mio Demone, e di scriverci una storia per Dylan Dog. Ho impiegato più di un anno prima di prendere anche solo in considerazione la sua proposta. Anzi, la sua sfida. E alla fine ho accettato.
Così la mia esperienza da incubo si è trasformata in un albo dell’Indagatore dell’Incubo, il 393, dal titolo Casca il mondo, illustrato da quel fuoriclasse che è Bruno Brindisi. La meravigliosa copertina rosso sangue è di Gigi Cavenago.
La seconda sequenza dell’albo è all’incirca quello che è successo a me, mentre cercavo di uscire dal mio appartamento che da rifugio si era trasformato all’improvviso in una trappola da cui fuggire. Ci sono gli sciacalli, la distruzione, l’incapacità di riconoscere il paesaggio, che quando vivi da sempre in un piccolo paese diventa parte di te e finisci per assomigliargli. C’è il senso di vuoto e ci sono le macerie, che a forza di viverci accanto diventano uno stato d’animo. E c’è anche il Drago, non è uno spoiler, lo vedete nelle tavole rilasciate come anticipazione. Il Drago era il modo con cui i bambini più piccoli disegnavano il terremoto. Loro, saggi e coraggiosi, sanno che per sconfiggere un demone devi prima dargli un nome.
La storia fa parte del Ciclo della Meteora e uscirà in tutte le edicole a partire dal 29 di maggio. Un dettaglio che mi strappa un brivido perché è la stessa data della seconda, terribile, scossa del 2012. Una pura casualità, che spalanca uno spiraglio di luce nel giorno di un anniversario che gli scorsi anni vivevo in apnea.
Qualche giorno fa, ho letto le bozze dell’albo e arrivata all’ultima pagina, non mi vergogno di dirlo, ho pianto. Ho pianto perché mi sono resa conto che anche se non smetterà mai di tormentarmi, ora quel demone è rinchiuso nella prigione perfetta: un albo “dylaniato”. Ora, le cicatrici sono diventate una storia, che spero possa esorcizzare la paura di chi come me ha affrontato un’esperienza feroce come può essere quella del terremoto.
«Mentre incombe la terribile minaccia della meteora, L’Indagatore dell’Incubo è alle prese con Sally, una ragazza che, suo malgrado, si ritrova di frequente al centro di terribili incidenti… A Dylan Dog il compito di scoprire com’è possibile che sia sempre lei l’unica a portare a casa intatta la pelle.»
Quando vi comunico l’uscita di un mio albo per l’Indagatore dell’incubo, l’emozione è sempre forte.
Ho scritto La sopravvissuta, DD n.389, nel 2015, con il titolo provvisorio di Final girl. Gli amanti dell’horror avranno già colto l’omaggio agli slasher movie degli anni Ottanta già a partire dal titolo, che il mitico Gigi Cavenago ha inserito nella t-shirt della protagonista in copertina. Copertina che amo alla follia e racchiude tutti gli elementi della storia, oltre che il primo piano di Faccia da morto, l’inarrestabile killer antagonista di Dylan Dog in questo albo.
«Tutto è iniziato quando ho accettato di partecipare a quel dannato film horror! Si trattava del classico slasher movie per adolescenti, di quelli in cui alcuni ragazzi sono raggruppati in un luogo isolato e poi arriva l’assassino, che di solito indossa una maschera, e li uccide uno dopo l’altro in modi esageratamente splatter. Tutti tranne la final girl, naturalmente…»
Una piccola curiosità: per la maschera di Faccia di morto ho chiesto ai disegnatori di ispirarsi a Eddie, l’iconica mascotte creata da Derek Riggs per le copertine dei dischi degli Iron Maiden. Il risultato è orribilmente meraviglioso.
I disegni dell’albo sono di Luigi Piccatto, Giulia Massaglia e Matteo Santaniello. Vi allego una tavola per sbirciare il lavoro incredibile che hanno fatto. Ogni vignetta è straordinariamente ricca di dettagli e movimento, con sequenze di devastante impatto emotivo come solo i veri fuoriclasse sono in grado di fare.
Per finire, in regalo con l’albo, altri 20 Tarocchi dell’Incubo disegnati da Angelo Stano.Vi aspetto il 29 gennaio in edicola!
Non nascondo la mia emozione nell’annunciare che il 29 settembre uscirà la mia nuova storia “dylaniata” per la serie regolare, di cui ho scritto soggetto e sceneggiatura.
Numero 385 dal titolo “inverniziano” Perderai la testa. Ai pennelli, uno straordinario e nerissimo Emiliano Tanzillo.
La stupenda copertina di Gigi Cavenago, con la torre Eiffel che svetta alle spalle dell’indagatore dell’incubo, anticipa l’ambientazione della storia: una Parigi in cui il Nostro rischia (letteralmente) di perdere la testa.
«Portato contro la sua volontà nella “ville lumière”, l’Indagatore dell’Incubo deve venire a capo di un enigma che prende le mosse dalla storia francese, a partire dalle vicende che coinvolsero in prima persona Maria Antonietta. Ma come ci finisce Dylan, dalla patinata Parigi delle sfilate d’alta moda rinchiuso nel bagagliaio di una macchina legato e imbavagliato?»
In molti mi hanno scritto notando “la farfalla di Osservatore oscuro”, così come l’hanno definita, apparire in questa copertina. Ho deciso quindi di svelarvi il dietro le quinte: ho scritto la storia di Dylan prima di Osservatore oscuro, e non viceversa.
La farfalla, simbolo della fugacità della vita, ma anche del respiro dell’anima, ha un suo significato nell’economia della storia dell’Indagatore, così come nel mio ultimo thriller, anche se in questo caso non appare mai, rimanendo soltanto un rimando metaforico. Nel caso di Osservatore, avevo dato alla copertinista indicazioni precise. Mentre questa volta è stata una sorpresa anche per me. Il fatto che le mie due ultime creature siano unite sotto il segno della farfalla monarca non fa che aumentare, se possibile, l’emozione per questa uscita.
Ecco le due tavole che sono state scelte come anteprima dal sito ufficiale Bonelli, una dal sapore più splatter e l’altra più romantica. Che a pensarci bene sono i due lati che mi hanno fatto amare Dylan Dog quando l’ho incontrato una vita fa, per la prima volta – molto prima di sognare persino di scriverlo.
Grazie a tutti quelli che mi accompagneranno in questa nuova sfida.
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