Lullaby: La recensione di Barbara Bracci dal forum «Scrittori d’Italia»

“Lullaby-La ninna nanna della morte” è la storia di una principessa dell’Est e di un angelo spezzato. La bionda, luminosa, diligente Luana e Giada, Bambina Nera ribelle, due ali di un bruco diventato brutalmente farfalla, due tipi tratteggiati con mano decisa dall’autrice, che nel corso del romanzo ne approfondisce le rispettive personalità, arricchendole in complessità.

Ma tutti i personaggi di Barbara Baraldi sono uno nessuno e centomila, prismi da svelare senza lasciarsi ingannare dalle apparenze, uno su tutti Marcello, scrittore senza Musa e con una mamma opprimente, alienato a tal punto da confondere desideri, sogni, incubi e realtà (“Sogni che diventano incubi, incubi che assomigliano alla realtà”). Continue reading

Lullaby: la recensione di Giovanni Pacchiano su Il sole 24 ore

Da Il sole 24 ore di domenica 8 agosto 2010:

NarrItalia

Ninnananna della morte

«Lullaby», un riuscito noir di Barbara Baraldi, tra scrittori in panne, donne attratte da veri mascalzoni e bar di paese

di Giovanni Pacchiano
Lui, Marcello, lo scrittore, ha quarant’anni e non ha mai lavorato in vita sua. Vive con la pensione della mamma, che assiste, come se fosse il suo infermiere, molto di malavoglia. D’altra parte, lei è una vecchia lagnosa, assillata dalla paura costante che la scatola della sua medicina sia vuota. È stata sempre addosso al figlio, ed eccolo ridotto così, dipendente ancora da mammà e scrittore per finta: perché lui davanti al computer si blocca. No, l’ispirazione non è il suo [leggi il resto]

Lullaby - La recensione de Il sole 24 ore

Scarlett: la recensione di Giona A. Nazzaro su Rumore

Nel nuovo romanzo, Barbara Baraldi rimescola ancora una volta le carte a sua disposizione. Per certi versi Scarlett rappresenta un ritorno alle atmosfere dell’esordio, ma d’altra parte è evidente che l’universo poetico della scrittrice si sta spostando altrove. Nessuna frattura manifesta in questa parabola di amori senza fine e morti dolorose e terribili. Eppure è evidente che Scarlett rappresenta un notevole passo in avanti. Uno scarto visionario gestito con un esemplare controllo della scrittura. Il mondo della provincia s’interfaccia coi segni di altre presenze aprendosi al fantasy, che resta tuttavia sempre ancorato a una provincia indolente e chiusa nella contemplazione dei propri rituali. Come in un anime nipponico, gli adolescenti della Baraldi vivono le loro apocalissi ormonali come se fossero perennemente al di qua della linea dell’orizzonte. Il mondo è un giardino segreto in cui palpitano misteri e desideri. Scarlett evidenzia grande padronanza formale da parte dell’autrice e un altrettanto forte desiderio di mettersi nuovamente alla prova. Di sondare ulteriormente il proprio (e il nostro) mondo.

Giona A. Nazzaro

Lullaby: la recensione de La libreria immaginaria

Lullaby - La ninna nanna della morte
Lullaby - La ninna nanna della morte

Il genere gotico ha una nuova, irresistibile, interprete. In un romanzo che racchiude tutto il suo potenziale evocativo, Barbara Baraldi ci regala uno squarcio quotidiano tra i più torbidi e realistici che si possano descrivere. I personaggi ti entrano dentro come un ago sotto pelle per iniettare la dose quotidiana di macabra violenza. Quella di cui ci nutriamo la sera, a cena, davanti al telegiornale. Quella che ci fa rabbrividire al sol pensiero e ci fa riscoprire l’umanità che la vita quasi ci impone di cancellare.

Come per noi, anche loro si salvano per un soffio; un refolo di altruismo che spazza via il veleno dalle vene e lascia solo le scorie di brutti pensieri. C’é chi le espelle scrivendo, chi andando contro all’ingiustizia del mondo intero in maniera utopica e chi invece ne viene sopraffatto e trasforma la sua vita in quella di un mostro vendicativo. L’aspetto più angosciante é che il mostro é accanto a noi per tutto il tempo, palpabile. Proprio perché in bella mostra ci sorprende; sempre!

E’ quel genere di lettura che ci lascia il fiatone. Un libro che si fa sfogliare pagina per pagina chiedendoci: “e poi?”. La voglia di sapere quello che succederà é minata solo dalla paura di saperlo davvero. Lo sguardo che filtra tra le dita nelle scene di un film ad alta tensione. Inquietudine; la sottotraccia che destabilizza e rende insicure le indicazioni su chi é il colpevole. Dire che mi sono sentito toccato nel profondo é poca cosa. Dire che sono alla caccia di altri suoi libri é riduttivo. Dire che ho trovato pane per i miei denti da lettore é sacrosanta verità.

E dire che l’ho preso dallo scaffale con un filo di non curanza.

Grazie a dio l’ho preso.

Articolo pubblicato da ~ Ingelo su La libreria immaginaria

Scarlett: la recensione del blog 31 ottobre

Scarlett
Scarlett

Io lo immagino così. Un ambiente avvolto dalla penombra. Un camino. Il fuoco è acceso. Un grosso pentolone è appeso sopra a esso. Il chiarore delle fiamme illumina il volto pallido di luna piena di una ragazza dai capelli lunghi e mossi. Lei è vestita di scuro, i dettagli mi sfuggono perché il riverbero delle fiamme appiattisce ciò che i miei occhi riescono a percepire. La ragazza sceglie con attenzione gli ingredienti. Nel pentolone bolle qualcosa di profumato, un odore antico però, che non riconosco. Le mani delicate della ragazza lasciano cadere il primo ingrediente: una polvere fine, simile a tante piccole stelle raccolte in una pallina trasparente, che volteggia nell’aria calda e disegna il viso di una sedicenne, Scarlett, costretta a lasciare la sua Cremona, i suoi amici e, Matteo, il suo primo amore.

Il volto della sedicenne non fa in tempo a dissiparsi che già il nuovo ingrediente cade pesantemente nel pentolone. Qui la ragazza fa un passo indietro. Attorno a sé si è materializzato un demone enorme, occhi rossi, magnetici e terribili che però svaniscono quando lei lancia il terzo ingrediente, una pietra azzurra che taglia l’aria come il volo di un pipistrello. Una melodia si solleva lentamente, una ballata, Girl from the stars, viene accennata dall’arco di un violino. Melodia che si dissipa quando il successivo ingrediente viene calato delicatamente nel pentolone, il papillon rosa appartenuto a un bibliotecario. Mi allontano lentamente, mentre la ragazza comincia a mescolare con decisione i vari ingredienti, così Scarlett prende vita e… Continue reading

Scarlett: la recensione dell’Angolo nero

Scarlett
Scarlett

Barbara Baraldi
Scarlett
Mondadori – collana Shout
Pagine 319
Prezzo 16,00 euro

Scarlett è una teenager moderna e normalissima: ha una famiglia un po’ in crisi, un fratellino rompiballe, una nonna saggia che le ha fornito un talismano. Ascolta musica dall’Ipod, indossa Converse con le stelle e magliette portafortuna. Non è appariscente, non è smorfiosa e guarda con un po’ di curiosità al mondo maschile, per lei finora rappresentato dall’amico Matteo, rimasto a Cremona quando Scarlett e la sua famiglia si sono trasferiti a Siena. Nuovo anno, nuova scuola, nuovi amici. Un mondo dove inserirsi, con qualche difficoltà. Scarlett ama leggere e lega immediatamente con il bizzarro bibliotecario della scuola. Fino a quando non succede qualcosa di tremendo…

E poi, forse, l’amore. Il bellissimo e misterioso Mikael, il bassista dei Dead Stones, il gruppo più popolare della scuola, sconvolge i pensieri di Scarlett. Mikael, sempre insieme al cugino e alla bella Ofelia, Mikael che è presente al momento del bisogno per poi sparire subito dopo, misteriosamente. Quale segreto nasconde?

Presentato come “Urban Fantasy” – ma che strane etichette si sono inventati gli editori? Boh – Scarlett è un romanzo destinato a un pubblico preadolescente, ma di gradevolissima lettura per tutti.

È una lettura dolce e crudele, come possono esserlo le fiabe, come le sensazioni irripetibili.

In Scarlett Barbara Baraldi mantiene il suo stile, pulito e rigoroso, insieme all’inesauribile voglia di raccontare e di creare mondi per i suoi lettori. Il romanzo mescola generi ed elementi soprannaturali, con un risultato nitido e brillante.

Articolo pubblicato su Angolo nero

Scarlett: la recensione di Horror magazine

Scarlett
Scarlett

Barbara Baraldi

ScarlettHORROR/YOUNG ADULTS – Mondadori – Shout – 2010 – pagine 319 – prezzo 16,00 euro – giudizio: ottimo

Provate, con l’aiuto di questa quarta, a immaginare le premesse di Twiligt: un’adolescente tormentata e incompresa dalla famiglia è costretta a trasferirsi in una nuova città e a cambiare Liceo. Qui, oltre a nuovi amici, incontra un ragazzo tanto affascinante quanto misterioso di cui si innamora perdutamente. Provate poi a sostituire la parola “demone” a quella di “vampiro”, aggiungete che questo demone (che non lo è esattamente, ma il discorso è troppo complicato per togliere in questa sede il gusto al lettore di scoprire tutto da sé) non manca di fare visite notturne alla protagonista, non fidandosi tuttavia abbastanza della propria natura, ma soprattutto trasformate lo stile piatto e insignificante di Stephenie Meyer in quello asciutto ma evocativo, scorrevole ma ricco di metafore che caratterizza la Regina del Gotico italiano Barbara Baraldi e, probabilmente, anche chi ha storto il naso di fronte alla saga di Bella ed Edward troverà in Scarlett quel quid che mancava alle avventure dei vampiri d’oltreoceano, anche perché, col procedere delle vicende, la storia acquista tutt’altre pieghe e suggestioni… Continua qui

Scarlett: la recensione di Libriblog

Prendete un “bello e dannato”, prendete una ragazzina sedicenne trasferitasi da poco in una Siena gotica e misteriosa, prendete un omicidio e un’aggressione a opera di una strana creatura dagli occhi di fuoco, mescolate ben bene condendo il tutto con una spruzzata di thriller e una manciata di passione e avrete Scarlett, il nuovo romanzo della ormai consacrata regina del gotico italiano, Barbara Baraldi.

Atmosfere horror, brividi e bellezze eteree attendono la giovane Scarlett che dopo essersi lasciata una grande amicizia e un amore quasi sbocciato alle spalle, deve trasferirsi in una nuova scuola dove incontrerà Umberto che subito le fa la corte. Ma tra i due, oltre alla nuova amica di Scarlett, Caterina, segretamente innamorata di Umberto, si contrappone anche Mikael, bassista dei Dead Stones troppo bello eppure troppo strano per essere vero.

Solo Umberto conosce la verità su Mikael, ma sembra impossibile mettere in guardia Scarlett. Poi omicidi, aggressioni, creature dagli occhi di fuoco e un gatto nero, trasformano il tutto in un’accattivante sarabanda di misteri e colpi di scena. Se nel precedente Lullaby, la Baraldi ha dato prova della sua bravura nella caratterizzazione psicologica dei suoi personaggi femminili, in Scarlett sono soprattutto i personaggi maschili ad emergere con tutti i loro tormenti interiori, grazie anche ad una scrittura più matura, ma anche fruibile e accattivante che di sicuro conquisterà anche gli scettici. Infatti, se la storia dalle prime battute può ricordare a grandi linee quella di Twilight e simili, lo stile evocativo e pieno di metafore, la profondità dei personaggi e l’ottima descrizione delle atmosfere tenebrose di Scarlett, di sicuro non faranno rimpiangere la Meyer e i suoi discepoli americani.

Gary Sue

Articolo pubblicato su Libriblog

Lullaby: la recensione di Claudio Vergnani su Stradanove

19.04.2010
Claudio Vergnani

LULLABY. LA NINNA NANNA DELLA MORTE, BARBARA BARALDI

Gotico padano

La  copertina

Sempre più difficile scrivere storie senza ricorrere a cloni o vuote iperboli, monaci investigatori, anatomopatologhe intelligenti circondate da ebeti, commissari nostrani un po’ cialtroni sulle orme ormai sbiadite di un Camilleri quando non addirittura di un Simenon. Ancora più difficile narrare una storia onesta, robusta, inquietante la sua parte e – il che non guasta – verosimile.

Verosimile, quindi, originale e – rarissimo – anche efficace. L’autrice non scrive feticci, né perde tempo per strada a limare e/o cesellare ciò che altri hanno sgrezzato. Segue il suo cammino senza complessi. Chapeau.

Chi scrive ha letto Lullaby – La Ninna nanna della morte (Editore Castelvecchi – Le Torpedini) la notte successiva alla presentazione dello stesso al Cinema Victoria. Un’unica tirata (rarissimo). Qualche pausa per doccia,  colazione e allenamento e poi alè, a testa bassa su questo noir (non gotico!, come a volte è stato detto) , su questo noir, dicevamo,  sanguigno e frizzante della brava (anche bella, ma in questa sede limitiamoci al brava) Barbara Baraldi, statuaria scrittrice d’origine Mirandolese (in provincia di Modena).
Una notte e un giorno, si diceva, per “bere” le 232 pagine che ripercorrono i destini incrociati di Giada, Marcello, Luana, e di altri comprimari, che poi comprimari a ben vedere non sono.

La materia è difficile e irta di ostacoli – l’adolescente ribelle e incompresa può far franare scrittori temprati nelle più robuste fucine -, ma Baraldi governa il vascello della narrazione con piglio consumato, mano ferma e – sopra ogni cosa – istinto di razza. E l’istinto, alla fin fine – l’occhio – è tutto. Niente cadute di stile, niente ovvietà, la giusta dose di introspezione e di  azione. Il sangue rimane sangue  e non si trasforma mai in una stucchevole (e inefficace) colata scarlatta. Non vi sono insistenze (o, quando ci sono, non appaiono tali). Capiamoci bene, mica è da tutti.

Così come non è da tutti governare senza sbarellare un cross di eventi/personaggi senza confondere il lettore o costringerlo a ritornare indietro nella lettura per capire a che punto si era.

Ci vuole talento.

Il libro è un susseguirsi di circostanze allarmanti e delicate, di turpitudine e bellezza. C’è una nobiltà d’animo perseguitata sul punto di essere annichilita (ma non sempre, e comunque non del tutto) dallo strapotere di una quotidianità greve e bovina, descritta senza forzature, senza bizantinismi, con disarmante onestà e buon senso.

E’ con essa, con questa quotidianità annientante – più  ancora che tra loro e con un fantomatico assassino – che lottano i protagonisti. E’ la realtà che viene loro concessa. La si può accettare e finire per farne parte, o la si può rifiutare e rischiare di esserne spezzati. Ma non può essere una lotta individuale. E come nella favola de I tre ciechi e l’elefante, solo imparando a confrontarsi direttamente tra loro e non solo attraverso il velo imposto dalla paura e dall’odio, i protagonisti riusciranno a riappropriarsi della bellezza delle loro vite che credevano inesistente o scomparsa.

Perché è per questo che i personaggi principali lottano, più o meno consciamente;  non per le loro vite – che è pur sempre istinto animale e come tale privo di merito – ma perché intravedono – pur nel più profondo dell’orrore in cui vengono affondati – la scintilla della bellezza . Senza la quale dell’orrore non ti liberi veramente mai.

Da leggere, per toccare con mano come non occorra ambientare una storia a New York o inseguire improbabili vestigia Templari o stracciarsi (e stracciare) le palle tra enigmi incomprensibili e insensati per essere godibili e originali.

Barbara Baraldi, Lullaby. La ninna nanna della morte, Castelvecchi (collana Le torpedini), pagg. 232, euro 15

L’autore di questa recensione per Stradanove è il modenese Claudio Vergnani, autore dell’ottimo Il XVIII Vampiro, piccolo cult horror ambientato a Modena, di cui, nei prossimi mesi, uscirà l’atteso seguito. Questa la sua curiosa biografia: “Svogliato studente di Liceo Classico e ancor più svogliato studente di Giurisprudenza, preferisce passare il tempo leggendo, giocando a scacchi e tirando di boxe. Dopo una parentesi militare, sbarca il lunario alla meno peggio, passando da un mestiere all’altro. Dalle palestre di body building alle ditte di trasporti, alle agenzie di pubblicità, alle cooperative sociali, è sempre perennemente fuori parte e costantemente in fuga. Il 18° vampiro è il suo primo romanzo”.

Articolo pubblicato su Stradanove

Lullaby e le opinioni dei lettori – V

Sailor Blucher: E’ stato bellissimo perdersi in questo romanzo, l’ho letto in pochissimo tempo.
Sopra ogni cosa ho apprezzato il rivelarsi dell’apparente mostro Marcello nel “buono” della situazione.
Un po’ come la rivincita del perdente e la disfatta del borghese.
E poi le emozioni di Giada, così umane e dolorose. Quasi un programma mentale di antisopravvivenza eppur di forte attaccamento alla vita.
Insomma, grazie davvero.

Fabrizio: ho finito di leggere Lullaby e mi ha lasciato una sensazione stranissima alla fine!!!!!!
Devo dire che sei andata giù pesante!!!!! Non tanto come macabro ma come conoscenza ed utilizzo della realtà provinciale e di tutti i suoi vizi, a servizio di un racconto gotico.
Io che ho sempre vissuto in un piccolo paese Continue reading

Due scrittori dicono la loro su Lullaby

Stefano di Marino e Italo Bonera su Lullaby:

Stefano di Marino e LullabyLa cercavo da giorni questa bellissima immagine di John Bolton da abbinare a Lullaby…fiaba nera, atto d’amore disperato, un viaggio nell’anima oscura di ognuno di noi filtrata da una grandissima sensibilità creativa…Lullaby vi rapirà….

Stefano di Marino

Un uomo frustrato e solitario, con una madre inconsapevole e opprimente, vorrebbe essere scrittore, ma ogni giorno si specchia nel proprio fallimento davanti allo schermo vuoto del portatile, che non sa riempire.
Una ragazza incompresa da una famiglia e da un mondo sordo, che cerca nella triste fisicità di un rapporto scialbo quell’amore altrove negato.
In una provincia italiana e desolata, nella pianura dove il sole /strozza la gola alle rane/, le esistenze insoddisfatte di un uomo e di una adolescente tra di loro sconosciuti, vengono a incrociarsi. Due persone anomale, /borderline/, annaspanti alla ricerca di qualcosa, senza ali per volare ma con l’illusione di volerlo fare.
Entrambi si imbattono nella caricatura di un affetto, diverso per ciascuno, forse vero, forse anch’esso illusorio.
L’orrore irrompe improvviso, come deve essere nel romanzo di genere, e scompiglia, cambia la vita, e dà ai protagonisti quel coraggio che contrasta con la colpevole – non suggerita, ma percepibile – indifferenza borghese della gente normale.
Personaggi ben caratterizzati, capitoli secchi, scrittura fluida.
Ho letto questo Lullaby dopo il già buono Bambole pericolose, e dal confronto fra i due romanzi c’è una netta maturazione dell’autrice – anche se mi dicono che Lullaby sarebbe stato scritto prima. Baraldi ha quella capacità di costruire storie che a diversi autori della sua generazione sembra mancare. Da leggere e regalare, consigliato dai 3 ai 123 anni.

Italo Bonera

Lullaby: La recensione di Angolonero

Lullaby-cover.jpgBarbara Baraldi
Lullaby – La ninna nanna della morte
Castelvecchi
Pagine 240
Prezzo 15,00 euro

Ha il suono e la struttura di una favola il primo romanzo “maturo” di Barbara Baraldi, Lullaby(come la celebre e richiamata canzone dei Cure). Una favola nera, nello stile che la Baraldi ha “sposato” e che le è congeniale. Storie di vite ordinarie (quella di Giada e di Marcello, quella di Mirko e di Luana, quella di Fede) che si intrecciano in un’assurda spirale di follia casuale. Con un click, l’ovvio scivola nell’orrore e inizia la lotta contro il tempo per la sopravvivenza.

Diviso in quattro parti (Rivelazione, Illusione, Espiazione, Redenzione), Lullaby contiene gli elementi tipici della produzione della scrittrice emiliana. L’adolescenza vissuta come momento di transizione, grandi scoperte ed enormi dolori. La vita della provincia (una provincia non ben identificata, in un posto qualunque tra la via Emilia e il West). I rapporti familiari disgregati e peculiari. L’amore (anzi l’Amore, in varie forme). L’omicidio brutale e rituale. La catarsi finale, tipica delle fiabe (che non vuol dire per forza lieto fine).

Supportata da una scrittura efficace e melodiosa, la Baraldi intesse una ninna-nanna per i suoi lettori, che si immergono nel flusso della storia e si lasciano trasportare verso l’inatteso finale.

Uno dei meriti di Barbara Baraldi (un nome che suona bene, provate a pronunciarlo ad alta voce, scivola via a meraviglia) è quello di aver conquistato anche una fetta di pubblico giovane che la segue affascinato. Barbara non segue la moda del momento (quella dei vampiri e del soprannaturale), perché lei È la moda. La sua produzione è connotata da stile inconfondibile, personalità marcata, coerenza tra ciò che racconta e ciò che è. Non a caso, per la sua originalità, sta per essere pubblicata anche in inglese, privilegio riservato a non molti degli autori nostrani.

E scusate se è poco.

Alessandra Buccheri

Articolo pubblicato su Angolo nero


Lullaby e le opinioni dei lettori – IV

Ricevo e volentieri pubblico alcuni commenti su Lullaby che sono arrivati via email o tramite Facebook.

Francesca: Finire un libro è sempre una sensazione particolare, soprattutto quando legate a quel libro hai tutta una serie di emozioni e brividi.  I brividi sono quelli dati da una favola nera, gotica, da divorare; le emozioni sono date dal riconoscersi in qualche modo in ogni personaggio… anche nel Duca dai bianchi calzini. Ho passato una pasqua nerissima (perché all’insegna del gotico), che mi ha fatto venir voglia di tornare indietro nel tempo per rileggermi altre due favole nere della stessa autrice e rendermi conto di una cosa importantissima: la crescita. La scrittura di Barbara Baraldi è cresciuta, la mia passione per le sue favole è aumentata. E’ capace di creare un intreccio da batticuore, mattone su mattone, per poi distruggere il tutto con l’ultima pagina. E la giri quell’ultima pagina, e la trovi bianca. E ti guardi attorno smarrito, perché sai che domani non ci sarà più nessuna ninnananna della morte per te. Ma è un libro, e la cosa bella dei libri è che… li puoi rileggere all’infinito.

Miria: Come dice Carlotto, il tuo romanzo si beve tutto d’un fiato. Comprato ieri e finito mezz’ora fa. Da rileggere per alcuni passaggi che ho molto apprezzato e che sono indice di una scrittura a scatto, onnisciente e sorvegliata che precede il suo “giallo” interiore e gli apre pista. Bellissimo! complimenti Barbara, hanno ragione a dire che sei l’autrice più rappresentativa del romanzo gotico italiano.

Barbara: Senza parole ma in estasi…ho cominciato Lullaby ieri e l’ho terminato….ieri! Poche, pochissime volte mi è successo di terminare un libro così in fretta ma mai affermazione fu tanto azzeccata: ” Me lo sono bevuto” scrisse Carlotto..Ma INIETTATO NELLE VENE direi io…i miei complimenti davvero, il sabato sera più bello degli ultimi tempi solo grazie a te:)…sapessi scrivere, ti regalerei una di quelle recensioni da dieci e lode…ma ahimè son solo una lettrice, accontentai del mio rispetto. Grazie ancora

Simone: Ho letto Lullaby:la prima parte ha fatto salire l’angoscia. i tuoi personaggi mi sono entrati sotto la pelle e hanno depositato tutte le loro paure, gli stati d’animo cosi’ finemente tratteggiati. il finale poi mi ha sorpreso e giuro che non mi succedeva da tanto tempo. Ti faccio i migliori complementi per questa tua ultima opera che mi ha dato la voglia di scoprire, il prima possibile, gli altri lavori. Grazie per aver regalato tempo ad una storia che merita. Continue reading

Lullaby: La recensione di Non solo noir

Barbara Baraldi: Lullaby – La ninna nanna della morte

Italia, oggi.

La vita di un imprecisato paesino di campagna(1), scorre lenta e monotona, come quella dei suoi abitanti: studenti più o meno ribelli persi tra casa, scuola e uscite “clandestine”; giovani casalinghe divise tra commissioni, cura dei figli e lavoretti per arrotondare; solidi padri di famiglia, seri, impegnati, ma sempre pronti a concedersi uno spritz al bar “da Gianni”; vecchie mamme moribonde, ma poi sempre vive e fin troppo vitali; aspiranti scrittori e rappresentanti, baristi annoiati, pensionati sentenziosi ecc. Continue reading