Scrivere Aurora nel buio è stato un parto difficile. Ho iniziato a lavorarci dopo il terremoto dell’Emilia, tra le ferite del mio paese che non sarebbe più stato lo stesso, se non nella mia memoria. Ma la voce di Aurora, così complessa e seducente, non mi lasciava tregua. Come un’ossessione che ti lega e non ti lascia scampo. Come un vortice che ti inghiotte.
Aurora era una luce che brillava, su tutte le difficoltà, nel buio della sua mente. Quattro anni per la stesura definitiva, anni in bilico, tra le vie di Sparvara. Grazie a voi, Aurora è uscita dal buio. E io sono qui a ringraziare tutti per l’affetto, il supporto, le emozioni che mi avete restituito e che sto raccogliendo nell’album dedicato al romanzo. Con questo post ho radunato le opinioni apparse in rete e sulla carta stampata sul romanzo.
Per Erika Zini di WonderfulMonsterBook «uno stile asciutto, essenziale e allo stesso tempo estremamente vivido è alla base di un romanzo imperdibile per gli amanti dei thriller, delle atmosfere scure, degli eroi “con macchie”, dei sopravvissuti. Aurora nel buio è uno dei migliori romanzi usciti in questi mesi del 2017, sarebbe un delitto non leggerlo».
Per Marco Cavallini di Spectraweb «se il capolavoro La casa dalle finestre che ridono rappresenta per voi un culto assoluto, immergetevi nelle pagine di Aurora nel buio. Le finestre si riapriranno».
Diego Matteucci scrive su Horror Magazine che «il lettore entra in empatia con le parole scritte su un foglio di carta, ed è come una magia».
Dalle pagine del «Corriere di Novara», Eleonora Groppetti lo definisce «un thriller che va oltre i confini del genere per diventare l’omaggio a una terra ferita dalla natura».
«Probabilmente il miglior romanzo del millennio insieme a Wayward Pines di Blake Crouch» è il verdetto di Umberto Visani, scrittore e giornalista di «Ufo International Magazine».
Per il mensile «Amica», Aurora Scalviati è «una moderna Cassandra che si butta tra le tenebre in un romanzo avvincente e ben costruito».
Barbara Salardi nel suo blog consiglia Aurora nel buio «perché è un romanzo scritto benissimo, con una trama solida, un ritmo serrato come i thriller migliori, ma che ti fa anche provare forti emozioni».
Questa l’opinione di Matteo Barbieri, dalle pagine de «La Voce di Reggio Emilia»: «Aurora nel buio è un thriller che gioca su ritmi accelerati e intuizioni geniali, un gioco di scatole cinesi immerso in un’atmosfera cupa, greve, dove la bassa emiliana, incarnata nei tratti di Sparvara, diventa il paesaggio perfetto per un killer».
Sul portale Un buon libro non finisce mai Aurora nel buio è definito «un thriller tutto da scoprire e assaporare. La mole di pagine sfila via velocemente grazie alla suspense che tiene alto, continuamente, il ritmo della storia. Barbara Baraldi riesce ad incuriosire, con il suo stile diretto, e a far temere per il peggio. Tutto ciò rende il lettore incapace di interrompere la lettura».
Per Matteo Marino, autore dei due volumi del Dizionario delle serie TV, «Aurora nel buio di Barbara Baraldi è il thriller ideale per l’annuale appuntamento con la sabbia e la crema solare. E questo nonostante non abbia nulla a che fare con spiagge e onde: vi trasporterà anzi altrove, ma proprio altrove, nella nebbia della Bassa, in un mondo sospeso in cui i contorni delle cose sono meno netti e La casa dalle finestre che ridono può sconfinare in Alien (“Nessuno, oltre la coltre della nebbia, poteva sentirla urlare”), Il silenzio degli innocenti rivelare un cuore di tenebra, Carrie Mathison incontrare Sarah Linden, dove i riflessi sono argentei e c’è sempre tanta musica nell’aria».
L’Accademia Res Aulica premia Aurora nel buio durante la serata di chiusura dell’Anno Accademico 2017 perché è «un libro perfetto che mancava nel panorama letterario e ora c’è».
Dalle pagine di «Donna moderna» Gianluca Ferraris definisce Aurora nel buio «cinquecento pagine di tensione assoluta».
Valeria Martellotti ha recensito il romanzo per ThrillerNord: «Meravigliose le descrizioni della provincia emiliana dove si svolge la caccia al killer: dalla Bologna del 1300 dilaniata dalla peste, si passa ai giorni nostri in una regione che porta ancora evidenti i segni del terremoto che l’ha devastata ma non vinta».
«La protagonista principale, Aurora, che oserei definire la nostra Jessica Jones italiana, a mio avviso racchiude in sé la forza, la determinazione, l’intuizione, il senso di giustizia, il giusto cinismo, il pragmatismo e quel fondo oscuro dell’animo, irraggiungibile ma ben visibile, degno dei grandi personaggi della letteratura noir come Victoria Ifigenia Warshawski, Mike Hammer e Philip Marlowe» sono parole tratte dalla recensione di Marika Bovenzi per Letteratura & Cinema.
Su Economia italiana, Massimo Mistero lo definisce «Un romanzo che scorre via liscio come l’olio. Forte di una trama segnata da indubbie angolazioni di novità; impregnata di fascinose ambientazioni e misteri; supportata da personaggi forti e intriganti».
«Da leggere tutto d’un fiato perché quando ti ritrovi nel gorgo delle azioni descritte non puoi fare a meno di desiderare di scoprire l’evento che ne sussegue. I personaggi sono tanti, difficile non schierarsi per l’uno o per l’altro, e anche nel desiderio di immaginare prima del finale di capire chi sia l’assassino si resta interdetti da nuove rivelazioni». Su UnoDodici è uscita una bella riflessione su Aurora firmata Tonino Monti, fondatore e amministratore del Diabolik Forum.
«Tra incubi, paranoie e un paesaggio dall’atmosfera ansiogena, la Baraldi racconta un thriller brillantemente congegnato, passando dalle fiabe nere per bambini ai più reconditi segreti sepolti nella psiche umana. In un crescendo di tensione che raggiungerà il suo climax dopo vari colpi di scena, si mescolano magistralmente l’ambientazione moderna in cui si muovono i personaggi, e quella medievale». Su In Media Rex, la graffiante recensione di Aurora nel buio firmata Carla Marras.
«Aurora nel buio di Barbara Baraldi: un thriller Made in Italy migliore di molti bestseller americani» dice Azzurra Sichera nell’emozionata ed emozionante recensione uscita sul blog letterario Silenzio sto Leggendo. Parole che mi riempiono di orgoglio e offrono un bello punto di riflessione, perché è proprio così, a volte ai romanzi italiani si preferisce il brivido esotico. Un grazie a tutti coloro che sostengono gli scrittori italiani!
«In Aurora nel buio è un po’ come se i personaggi di un romanzo di Harris fossero i protagonisti de La casa dalle finestre che ridono» è la riflessione su Capitolo Nero firmata Ivan Castellucci, che ci tiene a precisare che non fa recensioni di libri, ma consiglia libri.
Per Gian Luca A. Lamborizio di MilanoNera «i riconoscimenti che Barbara Baraldi ha già ottenuto, in Italia e all’estero, parlano da soli. Questo romanzo è un’ulteriore conferma del valore della scrittrice emiliana, un bel noir, ma anche un thriller psicologico che scava in profondità negli abissi della mente umana. Altamente raccomandato».
Nevio Galeati, direttore del festival GialloLuna NeroNotte scrive su «Ravenna & Dintorni News»: «Non fatevi condizionare dal fatto che l’impalcatura della storia si basi sulla figura di un serial killer. Il romanzo parla di memoria, sofferenza, sensi di colpa; e, ancora, di fiducia, rapporti familiari e amore, con attenzione, cura e introspezione. Ma ci sono ritmo e colpi di scena continui, perché la Baraldi sa bene come un romanzo debba trascinare e attrarre il lettore nel proprio maelstrom».
Parole forti quelle di Patrizia Debicke su Contorni di noir: «La normalità non è certo di casa in questo romanzo. Tutti i personaggi, tormentati e difficili, sono i sofferti reduci da pecche, errori, traumi e gravi pene fatti o subiti nel passato. Ma soprattutto la follia è salita sul podio e dirige abilmente l’orchestra».
Dalle pagine del Corriere della Sera di Bologna, Massimo Marino rilancia: «Con Aurora nel buio, pubblicato da Giunti, Barbara Baraldi torna al genere che l’aveva lanciata, il thriller, e non risparmia atmosfere ad alta tensione e colpi di scena. È una storia di diffidenze e di segreti, di durezze e di ricerca spasmodica della verità per salvare qualcuno».
Gli fa eco Gianluca Veneziani per il quotidiano Libero: «Il Male fa più paura se si trova vicino, nei luoghi soliti e familiari, in quello che Freud definiva l’Unheimliche (ciò che è intimo e, insieme, ciò che è più inquietante). In quei casi fatichi di più ad afferrarlo, cioè sia a comprenderlo che a cercare di fermarlo».
Tra i consigli per le letture estive di Grazia, a firma Laura Frigerio, c’è Aurora nel buio, un romanzo «in grado di tenervi incollati al libro fino all’ultima pagina».
Per concludere, poche righe tratte dalla recensione uscita su «La Repubblica» e firmata Giancarlo de Cataldo: «Aurora è un personaggio decisamente moderno. Un incrocio tra la Saga Norén di The bridge e la Carrie Mathison di Homeland, schizzata e imprevedibile, angosciata e generosa, interprete di un pensiero divergente che la porta a scontrarsi con l’ottusità di un sistema in cui dominano il conformismo e l’ossessione delle procedure».