Zona rossa. Niente scorre come al solito.
La mia vita è la vita di tanti. Insieme, in questa tempesta che rischia di dividere invece che unire.
Tutte le abitudini sono state spezzate. Avevo quattro eventi a marzo, che lettori, librai, organizzatori e io aspettavamo da mesi: cancellati. Dopo le scuole, ora ha chiuso la palestra che teneva a bada la mia sciatica, il mio ristorante preferito, insieme a tante attività di conoscenti e amici con locali troppo piccoli per garantire la distanza di sicurezza tra gli avventori.
Precauzioni necessarie per contenere l’emergenza. Perché di emergenza si tratta.
Non si possono fare progetti di questi tempi. Ci si sente sospesi, quasi sbagliati. E la paura prende il sopravvento. Si cerca la bellezza, punti fermi. Ma non è semplice quando non ci si può neanche più abbracciare.
E così mi rifugio tra le pagine dei miei libri amuleto. Tra le parole che mi hanno guarita da bambina, da adolescente timida, quando venivo soverchiata da ingiustizie che mi sembravano più grandi del cielo, o quando mi sentivo così diversa dal resto del mondo da pensare che nessuno avrebbe mai potuto vedermi per davvero.
Questa mattina ho aperto a caso pagine su pagine, aggrappandomi alle sottolineature, leggendo avidamente. E la bellezza è arrivata.
Perché è dentro di noi che vivono le certezze di cui abbiamo bisogno. Anche quando fuori imperversa la tempesta.
«Gli si allargò la mente, le sue percezioni si fecero più acute, perché ciascun libro era un prisma che rinfrangeva la verità infinitamente variegate dell’esperienza». Animal factory – Edward Bunker