Striges: la recensione di Books passion

Con grande piacere vi propongo la bellissima recensione di Striges uscita su Books Passion e firmata Giuliana Popolizio, che forse già conoscerete per le sue splendide videorecensioni che escono regolarmente sul suo canale You-tube.

Foto di Giuliana Popolizio“Zoe a 17 anni scoprirà di avere dei poteri. Non è una comune mortale, è qualcosa di più. Quando si farà luce sulla sua vita, verranno fuori gioie e dolori. Una delle scoperte più belle della sua vita, l’amore per Sebastian, sarà anche una delle più grandi condanne.
Tutto girerà intorno al cammino di scoperte di Zoe: gestire e convivere con il proprio potere, fidarsi delle persone giuste, combattere contro un oscuro nemico con tutte le sue forze.

Il passato tornerà prepotente come un’onda incontenibile.
Sebastian è maledettamente bello e anche maledettamente pericoloso.

Donne all’ascolto: vedere Sebastian arrivare con la sua moto cromata, sarà un colpo al cuore per tutte!
Strano l’effetto che possono fare delle semplici parole e descrizioni di qualcuno che forse in realtà non esiste.

Striges: La piccola Zoe, Illustrazione di Marika BovenziLo stile di Barbara Baraldi è sempre inconfondibile: parole oscure e romantiche allo stesso tempo. E’ come essere accarezzati da seta che improvvisamente diventa carta vetrata. Ogni rivelazione, ogni malcelata verità il lettore l’avverte come uno schiaffo. Ogni momento di tenerezza come una calda ed irrinunciabile carezza.
Questo è l’effetto che mi fa ogni volta questa scrittrice ed io spero che continui a scrivere all’infinito!

Consigliato? Certamente sì.
Attenderò con ansia il seguito!”

La foto per corredare l’articolo è di Giuliana Popolizio mentre sta leggendo Striges. Mentre la splendida illustrazione che rappresenta la piccola e sognatrice Zoe è di Marika Bovenzi.

E su You-tube a questo link potete vedere Giuliana che parla di Striges dal minuto 9:30.

Striges: la recensione su Rikitalk

Oggi vi propongo una recensione di Striges uscita sul blog di Riccardo Cogliati, Rikitalk. Enjoy!

“Trovare qualcosa che non si può possedere è peggio di non averlo mai trovato.”

Foto di Giulia Anichini“Leggendo questo romanzo di Barbara Baraldi ho capito perché la scrittrice abbia un nutrito schieramento di fan: semplicemente, è un’ottima scrittrice. Sa guidarti con sapienza nella storia, sa tenere sempre alto il ritmo della lettura e usa un pregevole stile narrativo, che scorre e ti permette di apprezzare i personaggi.

Striges parla di streghe, come ultimamente anche molti altri racconti, ma lo fa in una maniera nuova che a me è molto piaciuta. È infatti uno dei punti di forza del romanzo la spiegazione del “mondo” da cui proviene la stirpe di Zoe, la protagonista. Un mondo lontano dallo stereotipo del cappello a punta e il pentolone, un mondo credibile e realmente magico, dove le tanto bistrattate streghe si prodigavano in cure e vivevano in simbiosi con le forze della natura.

La storia che sta dietro alla storia mi ha molto coinvolto e ho potuto così apprezzare i turbamenti, inevitabili, che la presa di coscienza di Zoe ha scatenato in lei.”

Per leggere tutta la recensione, basta cliccare qui: http://www.rikitalk.it/striges-la-promessa-immortale/

La foto per corredare l’articolo è della mia splendida lettrice Giulia Anichini.

 

Striges: “la qualità nella Teen Literature”. La recensione di Sul romanzo

Con grande soddisfazione vi segnalo questa recensione uscita su Sul romanzo e firmata Stefano Verziaggi, critico spietato e penna affilata per un blog diventato punto di riferimento per internauti. La recensione cita Striges come romanzo di qualità nel vasto calderone della cosiddetta teen literature. Enjoy!

Foto di Sweetland Stefy“Basta entrare in libreria o, ancor meglio, dare un’occhiata tra le pile di libri in vendita all’autogrill perché anche i meno esperti capiscano che le uscite letterarie non seguono criteri casuali o legati al genio artistico degli autori, ma anche precise mode. Vale per la letteratura per gli adulti come per quella per ragazzi, e non c’è nulla di cui stupirsi.

Anche i non addetti ai lavori sanno bene qual è la tematica che ha dominato la teen literature negli ultimi anni: i vampiri. Ce ne siamo in parte già occupati, pensando a come la scuola potrebbe servirsi di questi testi per avvicinare di più gli studenti e le studentesse alla letteratura, e per poter lavorare sui concetti più importanti dell’analisi letteraria in modo alternativo (giusto per usare un brutto termine di cui spesso si abusa). Ora la moda sta passando, se ne preparano altre; ci vuole, quindi, del coraggio o dell’incoscienza per inserirsi in questo filone.

Striges Illustrazione di Donato Forte 2Barbara Baraldi non mi è parsa incosciente, anzi. Pubblicando Striges (Mondadori, 2013), ha compiuto una scelta ben precisa, che possiamo riassumere su due versanti. Innanzitutto, ha deciso di non mettersi in competizione con il filone di appartenenza, ma semplicemente di raccontare la storia che sentiva di dover raccontare. Tale bisogno si evince pagina dopo pagina, mentre la storia scorre a ritmo sempre più impetuoso e i personaggi entrano ed escono dal nostro viaggio mentale in tutta la loro definita corporeità. Si avvertono l’urgenza della scrittura e l’architettura di un racconto che non è stato improvvisato per fini commerciali, ma nasce dalla volontà di dire qualcosa di nuovo, a prescindere dal fatto che qualcuno si sia già occupato di tematiche simili, spesso per mera utopia di successo economico. Ogni paragone con Twilight & C., per questo, sarebbe superfluo e non voluto dall’autrice; sennonché proprio Striges ci obbliga a confrontarlo con i fichissimi vampiri che l’hanno preceduto: perché è scritto bene, questo è il punto. Barbara Baraldi ha dimostrato con questo libro, a mio avviso più che con Scarlett, che pure è un testo riuscito, che quando si tratta di ragazzi non esiste la letteratura di serie B. Il ritmo, la proprietà lessicale, la costruzione per quadri della storia, la rotondità dei personaggi: tutti gli elementi contribuiscono a offrire ai lettori e alle lettrici un prodotto di qualità, che un insegnante può consigliare a cuore aperto, sicuro di offrire anche un modello di scrittura.

Foto di Viki Hachico LancioneLa Baraldi non considera il suo pubblico sciocco, non lo imbonisce con qualche sguardo intenso o con riferimenti vaghi alla mitologia, alle saghe leggendarie o al sovrannaturale: il mondo della stregoneria è affrontato in modo deciso ma delicato, con la competenza di chi ha ben studiato prima di mettersi al tavolo della scrittura ed ha in mente, per sua stessa ammissione, riferimenti di tutt’altra portata, come Dracula o Frankestein.

Mi sembra questa, finora, la novità più significativa del nuovo romanzo di un’autrice che, si sa, mi aveva già convinto, proprio per la volontà evidente di stare a fianco dei ragazzi, di accompagnarli nella loro crescita con testi adatti alla loro età ma non per questo banali o semplificati. Non voglio, naturalmente, insinuare che dietro Striges si nasconda un alto progetto didattico; non sarebbe il senso del libro. La storia procede anche attraverso sapienti colpi di scena per tenere il lettore e la lettrice incollati al testo; il tema dell’amore, che fa da fil rouge nella scrittura della Baraldi, si fa anche qui molto presente e coinvolgente, per la sua natura totalizzante e appassionata. Tuttavia i sentimenti della protagonista non sono appiattiti in un uniforme abbandono allo charme maschile: Zoe non è Bella Swan, vive di esistenza propria anche senza il suo Sebastian, che pure è un elemento cardine della sua vita (non si può dire di più per non rovinare le sorprese della trama). Torna anche il mondo della scuola, volutamente caricato su toni che alludono all’istruzione americana più che a un preciso modello descrittivo del sistema italiano; quasi a fare da contraltare, l’ambientazione nella città di Milano è precisa, i luoghi sono citati con una certa meticolosità e anche con una nota di spregiudicatezza (si veda l’episodio ambientato nel Duomo, eterno simbolo della città). Il libro nel complesso sembra una grande piattaforma su già si preannuncia, almeno lo spero, un seguito, o forse addirittura l’inizio di una saga: la storia ha, evidentemente, un inizio e una fine, ma i personaggi e le loro vicende sono tanti e diversificati, e chiedono uno sviluppo ulteriore.

Le foto per corredare l’articolo sono delle mie lettrici Stefy SweetlandViki Hachico Lancione. La splendida illustrazione che raffigura Zoe è di Donato Forte.

L’arte del narrare la fiaba: The making of Aurora – Sleeping beauty

Cop-Aurora«Come nascono le idee? Con questo volume vengono aperte le porte dell’officina di due professionisti, Barbara Baraldi e Lucio Parrillo. L’una della narrativa, l’altro dell’illustrazione, per scoprire come nasce un volume come Aurora – Sleeping Beauty. Tra i contenuti speciali ed esclusivi: sketch e bozzetti, studi dei personaggi, stralci del soggetto dettagliato, la prefazione di Barbara Baraldi e alcune tavole illustrate da Lucio Parrillo»

Le fiabe da sempre nutrono la mia fantasia con le loro atmosfere gotiche e a volte orrorifiche. Negli anni sono diventata una collezionista di fiabe, da quelle dei fratelli Grimm e di Perrault a quelle dell’est, ma anche fiabe orientali dove gli uomini incontrano spiriti erranti e creature antropomorfe e fiabe del nord Europa, leggende tzigane o provenienti dalle Fiandre.

Nelle fiabe ci sono sempre strade da non lasciare perché il bosco può essere pericoloso, porte da non aprire perché custodiscono segreti sepolti con il sangue, ma i protagonisti spesso infrangono i dettami della ragione per spingersi oltre il limite della conoscenza e a volte il prezzo da pagare è molto alto.

Vi svelo un segreto: La bella addormentata nel bosco è una delle mie fiabe preferite, simbolo dell’entrata nell’età adulta di una ragazza e che nella versione disneyana offre una delle sue streghe più affascinanti dell’immaginario collettivo: Malefica. Da sempre mi chiedevo cosa sognasse Rosaspina nei cento anni di lungo sonno e anch’io sognavo a occhi aperti. Sognavo di scrivere un mio omaggio a questa fiaba, ma in cui la protagonista, anziché attendere un principe azzurro, fosse disposta a combattere per quello in cui crede, a combattere per il suo amore. E proprio come in una fiaba, un giorno la mia strada ha incrociato quella di un artista che quando dipinge è in grado di donare sangue e vita alle sue creature, che siano eroine sensuali o mostri terrificanti. Si tratta di Lucio Parrillo, il cui lavoro sulle copertine dei comics della Marvel e di altri editori americani è celebrato in tutti gli angoli del pianeta. Davanti a un caffè amaro sono nate le prime scene del nostro Aurora – Sleeping beauty.

Con grande piacere vi annuncio che questo progetto sta prendendo vita e a maggio, in occasione del Florence Fantastic Festival (10-12 maggio, Firenze, Fortezza da Basso), io e Lucio presenteremo in anteprima il volume The making of Aurora – Sleeping beauty (Pavesio editore).

Di cosa si tratta e perché è un volume da non perdere? Perché permette di entrare nella cabina di regia di un progetto nello stesso istante in cui sta prendendo vita. Perché svela i segreti dietro la genesi di un’idea, con stralci del soggetto originale e i miei appunti per il disegnatore. Ci sono bozzetti e studi dei personaggi, tavole a colori e foto tratte dai momenti della lavorazione. Naturalmente non mancano i primi capitoli del romanzo Aurora – Sleeping beauty e una mia lunga riflessione su fiaba, fumetto, romanzo e i suoi punti d’approdo nella vita reale.

Il volume è in serie limitata ed è destinato a diventare introvabile con l’uscita di Aurora – Sleeping beauty. Un’occasione unica, insomma, per entrare nella nostra officina di lavoro.

La quarta di copertina: «Aurora – Sleeping Beauty racconta, tramite le parole incantatrici di Barbara Baraldi e le stupende illustrazioni di Lucio Parrillo, la storia di una principessa guerriera che non è disposta a rinunciare ai suoi sogni, che combatte contro creature spaventose per riavere il suo amore, degli occhi di un indovino che si nutre delle anime dei viandanti, di porte oltre le quali si nascondono verità scomode, di castelli in grado di spostarsi come le dune del deserto sotto i venti dell’Est, di regni dimenticati popolati di antiche divinità.»

 

Striges: la recensione di Stelle nell’iperuranio

Ed ecco la bellissima recensione dedicata a Striges apparsa sul blog Stelle nell’iperuranio e firmata da Lara Forte. A me le sue parole hanno emozionato tantissimo. E a voi?

La Dolce Kelly. Foto di Luci Noto“Quante volte ci siamo sentiti diversi, come se nessuno intorno a noi potesse mai comprenderci, come se la nostra fosse un’esistenza a metà in cui manca un tassello fondamentale? Quante volte nel buio di una stanza abbiamo pregato per una luce che illuminasse la nostra anima e aprisse le porte del nostro cuore? Quante volte l’oscurità ci ha inglobato mentre noi non anelavamo altro che ad un briciolo della luce che vedevamo brillare sui volti delle altre persone?

Ecco come si sente Zoe, capelli rossi e occhi gialli da civetta notturna, una madre morta, un padre assente, un’amica che per quanto le voglia bene a volte sente la necessità di allontanarsi per non essere inglobata nell’oscurità che la circonda. Una macchia oscura in un’esistenza che vorrebbe essere luminosa. Alla vigilia dei suoi diciassette anni però qualcosa cambia, un potere che non riesce a trovare sfogo pulsa dentro di lei e un paio di meravigliosi occhi verdi sembrano colmare la metà del suo cuore che Zoe non credeva di possedere. Ma per quanto si aneli alla luce che sembra così a portata di mano bisogna ricordare che essa non può esistere senza le sue ombre e che per accettarla bisogna essere in grado di affrontare un sacrificio.

Foto di Sachi Osti MerizziTremate, tremate le streghe son tornate!!!! Quante volte abbiamo sentito queste parole e quante volte le abbiamo usate! Bè, ecco che le streghe sono tornate da diversi anni nella letteratura internazionale, specialmente con il grande successo che l’urban fantasy e il paranormal hanno riscosso in questi ultimi tempi, quindi la scrittrice nostrana Barbara Baraldi ci introduce alle sue visione delle streghe tramite Striges (Strix, striges studiosi del latino vi ricorda niente), una storia che da lungo tempo voleva scrivere e che finalmente è finita tra le mie impazienti manine.

Ma le Streghe introdotte in questo libro hanno poco a che fare con quelle dell’immaginario classico, cappelli a punta e scopa di saggina, oppure ali fatate e bacchetta a stellina. Le Streghe di cui si parla in questo libro riprendono l’antica tradizione delle sacerdotesse e delle guaritrici che interrogavano la natura e la Dea Madre per portare sollievo e assistenza alle persone che soffrivano, che fossero pene fisiche o emotive. Sono donne che non si accontentano di vivere nell’ignoranza e all’ombra di un uomo, sono donne che pregano Demetra, Iside, Kali, la divinità femminile affiancata a quella maschile.

Foto di Barbara NevermoreScoprii che quando le donne erano onorate e rispettate come sacerdotesse e guaritrici, il serpente era considerato un simbolo di sapienza e rigenerazione […]. Fin dagli albori dell’umanità, le sacerdotesse avevano ricoperto il ruolo di guide spirituali abbracciando l’equilibrio tra divino maschile e femminile. Erano streghe, erano donne sagge, e potevano insegnare l’antica saggezza della Dea. Perchè la magia è consapevolezza, è volontà. Non esistono forze soprannaturali, ma l’energia divina della natura.

Ho già incontrato questa tipologia di “streghe” nei libri di Marion Zimmer Bradley e nella mitologia di Avalon spogliata dell’influenza cristiana. Ma insieme a queste figure positive di Streghe ecco che compaiono anche coloro che sono i loro nemici naturali, gli Inquisitori, uomini spaventati dalla conoscenza e alla ricerca del potere che queste donne sembrano nascondere. Ma come dicevo prima dove c’è luce c’è anche ombra, e viceversa, e non tutte le streghe usano i loro poteri per il bene del prossimo, alcune si lasciano sopraffare dall’odio e dalla vendetta, così come non tutti gli inquisitori vedono nel potere di queste donne una minaccia.

Zoe scopre di appartenere a questa schiera di donne coraggiose ma capirlo non rende facile la sua vita anzi la complica ulteriormente perchè non comprende come questo potere possa essere stato racchiuso per tutto questo tempo dentro di lei senza emergere. Striges, potrebbe sembrare un romanzo di formazione durante il quale Zoe prende coscienza dei suoi poteri e del modo migliore per utilizzarli. In realtà è un romanzo d’amore perché non è la conoscenza di sé attraverso i poteri che illumina la vita di Zoe ma è l’amore, un amore che ha travalicato i secoli sulle ali delle farfalle che riconoscono in Zoe la loro Signora. Un amore pericoloso e proibito in quanto unisce due nemici mortali, una strega e il suo inquisitore. Un amore che non può essere combattuto e allontanato, nonostante sia osteggiato da tutti coloro che li circondano, nonostante sembra spezzare più volte il cuore di Zoe e Sebastian. Ma solo insieme possono ricongiungere i pezzi e solo insieme possono volare.

Finalmente capisco il motivo per cui mi ero sempre sentita incompleta, come se mi avessero strappato una parte fin dalla nascita, e per cui sentivo nostalgia di parole sconosciute, di gesti che non potevo aver vissuto: appartenevano a una vita precedente.

Questo libro, che promette di essere il primo di una seria, è un inno all’amore che supera le avversità, un inno alla completezza che solo la metà mancante della propria anima può donare, un inno alla vita che va vissuta pienamente nonostante le sue conseguenze.

Striges. Disegno di Stefano MessoriNon credevo di essere la Prescelta. Avevo scoperto da poco di essere una Strega, figlia di una strega. Ma quello che sapevo con certezza è che ero una guerriera. Nutro grandi aspettative per i volumi successivi in cui prenderà vita la battaglia che in queste pagine è stata solo accennata e troveranno spiegazione i dubbi e le incognite che alla fine di questo libro sono rimasti ad aleggiare nella mia mente. Soprattutto ho speranza di rincontrare ancora Zoe e Sebastian per scoprire se il loro amore è veramente così forte da sconfiggere le nubi di guerra che si addensano sui destini delle Streghe e dei loro Inquisitori.”

Lara Forte  ha scelto di corredare il suo bellissimo articolo con l’illustrazione che Stefano Messori ha dedicato a Striges e cattura un momento magico tra Zoe e Sebastian. Ve la ripropongo anche qui.

Le foto che corredano l’articolo sono state dedicate a Striges dalle mie splendide lettrici e moderne streghette Gina Arbues, Sachi Osti Merizzi e Barbara Nevermore <3

Striges: la recensione su Starlight world

Prima presentazione ufficiale StrigesOggi vi propongo la recensione di Striges uscita sul blog Starlight world e firmata Starlight, blogger, lettrice e persona speciale per me. Infatti, ha fatto centinaia di chilometri per incontrarmi alla prima presentazione ufficiale di Striges, piena di entusiasmo e con un sorriso contagioso. Penso che questa recensione sia stata scritta con il cuore e la condivido con voi.

È da tanto che desidero parlare di questo libro, perché credo che incarni tutto quello che dovrebbe esserci in un dark fantasy che si rispetti.
Magia, introspezione, sentimenti e un amore impossibile.
Questo libro è scritto da un’autrice che rispetto con tutto il cuore e che ho l’onore di conoscere di persona: Barbara Baraldi.
Una donna che, quando la incontri, emana un’aura di assoluta dolcezza ma allo stesso tempo così misteriosa e dark che non puoi restarne rapito. E così sono i suoi libri: così magnetici e pieni di tante emozioni così contrastanti che non riesci a smettere di leggere.
Striges è, a mio parere, la prova di questo talento.
Una ragazza, Zoe, con una ferita nel cuore talmente profonda che difficilmente si può guarire, al compimento dei diciassette anni scopre di essere una strega.
Proprio così: una strega.
Ma non quelle con il capello, la verruca sul viso e la scopa magica, nono.
Una ragazza normalissima, molto bella ma dall’aspetto comune che scopre di possedere un potere immenso. Scopre inoltre che deve imparare presto a gestirlo perché una forza oscura incombe su di lei e tra questi vi è anche un giovane di nome Sebastian.
Immagine di Ilenia Persefone RestaniMa come può qualcuno che a malapena conosce suscitarle un battito irrefrenabile nel cuore?
E com’è possibile che l’unica persona che le abbia fatto battere il cuore possa ucciderla?
Bhe, non voglio fare troppe anticipazioni altrimenti nessuno lo leggerebbe. Ora voglio dare la mia personale opinione.

Ho comprato questo libro e l’ho finito in cinque sere precise. 465 pagine letteralmente divorate.
Non solo grazie allo stile scorrevole e mai pesante di Barbara, ma perché ogni capitolo era un’esperienza da cui non riuscivi a staccarti.
Ne finivo uno e subito volevo iniziare l’altro, anche se ciò magari mi teneva sveglia fino alle due di notte. Ma andavo a dormire ogni notte col cuore colmo di emozioni ed era un esperienza meravigliosa.
L’ambientazione milanese che l’autrice ha saputo dare mi ha fatto amare ancora di più il libro.
Milano, che viene sempre rappresentata come una città fin troppo inquinata e caotica per viverci (ed io lo so perché ci ho abitato per ben 10 anni.) in questo libro affascina, come un’antica città gotica e misteriosa e trovo che tutto questo si immedesimi perfettamente con il libro.
Insomma, per chi non conosce Milano o la conosce, questo libro gliela farà amare.

Libreria Mondadori Victoria Modena

Ora parliamo dei personaggi: ognuno stupendo e perfettamente curati nei dettagli.
Zoe: anima introversa e sola, graffiante come un gatto e lacerata dal dolore di una grave perdita e che trova nel pianoforte la sua pace, se così si può

dire. Scopre di possedere una qualità che all’inizio rifiuta, come l’amore. Ma è proprio attraverso queste cose che lei ha sempre rifiutato che finalmente trova uno scopo. Sebastian: misterioso, affascinante, seducente e fiero. Un personaggio tutto da amare, darebbe la vita per amore e per esso è disposto a ribellarsi alla sua stessa natura di Inquisitore. Ebbene sì, è un Inquisitore e non potrebbe amare una Strega. Ma tutto ciò in cui ha sempre creduto crolla davanti a Zoe e la sua anima è legata indissolubilmente a quella della giovane. Questi due personaggi li ho amati moltissimo, mi hanno suscitato tantissime emozioni: dal sorriso alle lacrime, dalla felicità all’angoscia, dal coraggio alla forza. Sono due Romeo e Giulietta molto moderni, ma se gli amanti antichi hanno trovato la loro unione, Zoe e Sebastian trovano nella Vita la forza di vivere il loro amore.
Ma questo libro raccoglie tanti altri personaggi.
Come Sam: mentore, amica, confidente.
Chloe: sorella, migliore amica, unico spiraglio di luce in una vita di solitudine.
Angelica: rivale, manipolatrice ma allo stesso tempo fragile ed insicura.
Mischa: custode e più di un amico, un componente essenziale nella vita di Zoe e un personaggio tutto da scoprire. Ogni personaggio ha la sua personale storia e questo è molto bello. Dare spazio a tutti i personaggi è estremamente complesso ma Barbara ci riesce in maniera divina, non cadendo mai nella noia e regalandoci continue emozioni.

Foto di Roberta RafanelliQuesto libro parla anche di famiglia…
La situazione di Zoe è molto complicata: la madre è morta a causa di uno strano incidente ed il padre, guardia notturna, reagisce al dolore cercando di cancellare dalla casa tutte le prove della sua esistenza e questo Zoe non lo accetta. Sua madre era il suo mondo e quando è morta nel suo cuore si è creata una crepa difficilmente guaribile, ma non vuole dimenticare sua madre. Lei era tutto e farà sempre parte di lei. Ed è proprio la madre ad aver lasciato a Zoe il dono più prezioso che non solo le cambierà la vita ma cambierà anche se stessa.

In questo libro vi è una forte crescita morale dei due personaggi, specialmente Zoe. All’inizio del libro è una sedicenne introversa e schiva a causa dei suoi occhi gialli che ricordano quelli di una civetta. Ma a differenza di volare via lei graffia come una gatta seducente. Ma col passare del libro, la scoperta della sua vera identità e l’amore per Sebastian hanno il potere di cambiare profondamente l’animo tormentato della giovane, rendendola capace di lottare per ciò a cui tiene e per il suo amore rinnegato da tutti. Insomma, questo libro è qualcosa che si deve leggere almeno una volta nella vita.
Ti rapisce, di catapulta in un mondo così maledettamente dark-fantasy ma anche così reale allo stesso tempo. Il mio consiglio è di leggerlo se amate Streghe, Inquisitori, intrigo e amori impossibili.
State certi che il romanzo di questa meravigliosa autrice non vi deluderà.

Le foto dalla prima presentazione ufficiale di Striges al Cinema Victoria di Modena sono di Giuseppe Reggiani. L’illustrazione con Zoe, Sebastian e Nosferatu è di Ilenia Persefone Restani, mentre l’ultima foto è della mia splendida lettrice Roberta Rafanelli.

Striges: la recensione su Uncanny nerdz

Foto di Patrizia Musacchio

Oggi vi propongo la bellissima recensione di Striges, scritta dall’autrice e vampira Paola Boni. Una recensione che mi ha fatto molto piacere e riempita di orgoglio e che è uscita su Uncanny nerdz. Enjoy!

“Striges è un romanzo intenso che si presenta come un classico Young Adult, ma che sicuramente rivela avere una marcia in più man mano che si procede con la lettura. La storia è incentrata principalmente sull’amore tra Zoe, la protagonista e Sebastian, un amore nato quattrocento anni prima e apparentemente impossibile. I due infatti appartengono a due fazioni opposte, la Sorellanza delle Streghe e gli Inquisitori, impegnate in una cruenta lotta che dura ormai da secoli. In un crescendo costante, Barbara Baraldi ci porta a conoscere i due schieramenti mostrandocene con maestria la storia, la gerarchia e i rituali. Quello che si nota maggiormente è che il tutto è stato creato partendo da un’accurata documentazione storica che rende l’intera vicenda molto più coerente e realistica.

Foto di Sabina SalernoUna realtà complessa quindi quella di Striges, che parla d’amore, ma anche di una guerra violenta fatta di persecuzioni e incomprensioni. Per quanto le due fazioni siano distinte e ben definite al loro interno si muovono personaggi complessi ed estremamente umani. Se tra le streghe infatti si possono trovare creature spietate e oscure (chiamate Arpie)  tra i presunti malvagi Inquisitori ci sono individui pronti a fare ciò che è giusto e a seguire le proprie emozioni. Ed è soprattutto questo che mi ha dato il romanzo: emozioni. La solitudine di Zoe, la sua paura e il suo senso di colpa mi hanno toccata nel profondo e lo stile fluido e scorrevole della Baraldi mi ha permesso di entrare in empatia non solo con la protagonista, ma anche con tutti i personaggi secondari che ruotano attorno a lei.

Una particolare nota di merito va anche alle numerose citazioni presenti nel romanzo che vanno da Blade Runner ad Alice nel paese delle meraviglie nonché all’ambientazione Milanese che, inaspettatamente, fa da meravigliosa cornice all’intera vicenda. (Personalmente poi sono andata in bordo di giuggiole nel veder citati i magnifici panzerotti di Luini. Se capitate dalle parti di Milano andate a sbaffarvene uno. Ne vale davvero la pena.)

Aspetto quindi con ansia il seguito e  consiglio caldamente a tutti la lettura di questo splendido romanzo, costruito su basi solide nate da un’attenta cura dei dettagli e scritto con uno stile che scorre come argento liquido.”

Le bellissime foto per corredare l’articolo sono state inviate dalle mie splendide lettrici Patrizia Musacchio e Sabina Salerno.

Striges: l’intervista su Sei Magazine (L’Arena, Il Giornale di Vicenza e Brescia Oggi)

Oggi vi segnalo una bellissima intervista uscita su Sei Magazine in allegato a L’Arena, Il Giornale di Vicenza e Brescia Oggi, firmata dalla giornalista Ilaria Rebecchi e in cui parlo di Striges, editoria, Dylan Dog e molto altro. Enjoy!

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La Dolce Vita: il mio racconto L’amante sbarca in Inghilterra e America

tumblr_mhsubqneAT1qzgq6qo1_400“Italy is the land of La Dolce Vita (“the sweet life”) – but also amore and now, erotica. Bestselling editor Maxim Jakubowski has compiled a provocative collection of stories representing the best of Italian erotica written by women. Authors such as Valeria Parrella, Barbara Baraldi, Claudia Salvatori, Sofia Natella and Francesca Mazzucato- all notable Italian authors also known for their fiction, mystery, and blogging- lead the reader into new realms of desire.”

L’editor di bestseller Maxim Jakubowski ha scelto il mio racconto L’amante per l’antologia La Dolce Vita (Running Press) che racchiude racconti erotici italiani, scritti da alcune delle scrittrici più rappresentative nel nostro paese e che è uscito proprio in questi giorni in Inghilterra e in America. Quando ho aperto l’antologia mi sono accorta con orgoglio che è proprio il mio racconto ad aprire le danze.
Per chi volesse acquistare l’antologia e fare un tuffo nell’erotismo italiano, narrato in lingua inglese, ecco il link Amazon.

Barbara Baraldi e Maxim Jakubowsky

 

Vi ricordo che L’amante è uscito anche in Italia nella collana XS Mondadori, esclusivamente in formato ebook al prezzo di 99 centesimi. Per chi ha il Kindle, può essere acquistato su Amazon a questo link oppure per chi usa iPad l’indirizzo dell’ebook su Ibooks è questo.

 

La “quarta di copertina virtuale” del racconto:

cover-lamante“Un giallo ad alta tensione erotica, scritto da una giovane autrice di cui segnarsi il nome. Da tempo Mimma è l’amante di Fernando. Una storia classica, grande passione quando si incontrano, ma lui non ne vuole sapere di lasciare sua moglie, la dolce e fragile Sara. Finché Mimma non si mette in testa di conoscerla e, con una scusa, attacca bottone al supermercato. Tra le due, unite dall’amore per lo stesso uomo, nasce spontanea l’amicizia. Ma presto il loro rapporto si carica di pericolose ambiguità, e l’innocenza dei primi giorni viene perduta, per sempre. In queste pagine costruite come un crescendo costante di seduzione e inganno, Barbara Baraldi fa capire perché un documentario della BBC l’ha inclusa tra i più promettenti scrittori della nuova generazione. Ad aprile 2013 L’amante uscirà in Inghilterra e in America nell’antologia La dolce vita, una raccolta dei migliori racconti erotici italiani scritti da donne, curata da Maxim Jakubowski, uno degli editor più importanti del mondo”.

 

 

Striges al Roxy bar nel Teatrino degli illusi

rebelVi voglio parlare di un luogo magico, nel centro storico di Bologna. Un luogo dove il cabaret puro si unisce alla buona musica, con ospiti dal mondo letterario, musicale e delle arti per dare vita a un universo parallelo fatto di suoni ed emozioni. La cornice dell’evento a cui ho partecipato ieri sera è il Teatrino degli Illusi, affascinante locale dove si respira un’atmosfera retrò, grazie anche all’arredamento stile Primi Novecento e alla volontà di ricostruire le atmosfere del cafè chantant francese. Ma procediamo un passo alla volta, ve lo ricordate il Roxy Bar? La celebre trasmissione di Red Ronnie che ha scoperto tanti gruppi musicali e che ha scritto un brano della storia musicale italiana? Bene, miscelate questi ingredienti, aggiungete la professionalità di Mario Vox, da anni organizzatore di eventi, speaker radiofonico e ora presentatore della serata. Shakerate con la simpatia tagliente della valletta Miss Pingy e otterrete Rebel Rebel, un nuovo format fruibile nella dimensione live e su Roxy Bar Tv, la web tv di Red Ronnie.

foto 4Ieri sera, ho fatto parte dell’evento, nella veste di ospite, insieme al mio nuovo romanzo, Striges. E la serata ha riservato non poche sorprese. Ad aprire le danze sono stati i Lucky Strikes, rockabilly sensation da Bologna.

A seguire Nevruz con cui mi sono ritrovata dopo tanti anni perché, colpo di scena, era il cantante del gruppo di mio fratello (allora batterista). Abbiamo ricordato i vecchi tempi, oltre a fare il mitico scambio, qui immortalato, del mio Striges (Mondadori) per il suo nuovo cd, dal titolo altrettanto gotico: La casa e gli spiriti perduti. Mescolando rock, musica gitana e cantautorato puro, Nevruz è un autentico animale da palcoscenico.

E poi? Ho parlato delle mie streghe metropolitane insieme a Mario Vox e a Miss Pingy prima di dare spazio ai Black Farinas, band granitica che ha dato vita a una performance impeccabile e per finire ai poetici e a tratti onirici Il parto delle nuvole pesanti.
Quattro band, quattro centri al bersaglio.

foto 1Ma non basta, la serata è stata un’occasione per incontrare i miei amici e lettori tra cui Stefano, che mi ha portato la sua bellissima illustrazione dedicata a Striges, Pietro, amico e poeta decadente e la meravigliosa Elisa. Con noi c’era anche Lara, ma questa è un’altra storia.

Che dire per concludere? Il giovedì sera non perdetevi Rebel Rebel, anzi, perdetevi al Teatrino, non sarete… Illusi.

 

Striges: Intervista e Giveaway su Sognando tra le righe

Oggi vi segnalo una mia intervista uscita sul blog Sognando tra le righe, ma soprattutto il Giveaway indetto dalle Book’s angels che vi permetterà di vincere una copia di Striges. Volete sapere come? Basta andare sul blog e lasciare un commento secondo le indicazioni. Il più bello ed emozionante si aggiudicherà la copia in palio.

Foto di Federica Kikka VerduzzoChi è Barbara Baraldi in tre aggettivi?
Curiosa, caparbia, leale.

Qual è il tuo libro a cui sei più affezionata e perché?
I miei libri sono come figli, scaturiscono dalla parte più pura della mia anima. Per questo li amo allo stesso modo e ognuno mi ricorda un momento particolare della mia vita e della mia crescita. A Striges tengo particolarmente perché è una storia germogliata dentro di me nell’arco di tanti anni. Sono partita dalle leggende e dai racconti popolari che mi raccontava mia nonna da bambina e le ho trasfigurate mescolando la tradizione magica italiana, alla mitologia celtica e l’antica religione. Volevo narrare la storia di un amore impossibile, ma che riesce a superare le barriere del tempo. E se una strega si innamorasse di un Inquisitore? Questa è stata la domanda da cui è scaturito il romanzo.
Inoltre è stato scritto in un momento molto difficile della mia vita. Parte della stesura, coincide infatti con il terremoto che ha sconvolto la mia terra lo scorso maggio. Ho finito il romanzo tra l’auto e la tenda e devo dire che mi ha aiutato molto. Riuscivo a fuggire da tutto quel dolore, dalla paura. Scrivere mi portava lontana. Ricordo in particolare la prima notte fuori casa, senza ancora una sistemazione. Ci eravamo accampati in auto e le scosse erano continue. Con la pioggia che batteva sul parabrezza, ho scritto fino alle prime luci di un’alba livida. Spero di essere riuscita a canalizzare tutte le emozioni forti di quei giorni nelle mie parole. Ma ora più che mai posso dirlo, la scrittura può salvarti, prenderti e portarti via.

Il momento della tua carriera che ricordi con maggior affetto e gioia?
Si tratta di vari momenti. O per meglio dire, provo una gioia immensa ogni volta che un lettore mi scrive una mail per regalarmi le sue emozioni post-lettura. Questo avviene di solito quando ha appena chiuso le pagine e la storia è ancora in circolo nel suo sangue.

Personaggio fantastico o letterario preferito?
Morticia Addams, Madame Bovary, Cleopatra e Mata Hari che immagino con il volto di Greta Garbo, insieme a un libro intero di donne dall’iconografia romantica che popolano i miei romanzi e i miei film preferiti.

La tua serie Ya di Scarlett ha conquistato una grandissima fetta di lettori che non vedono l’ora di leggere la conclusione della trilogia. Puoi darci buone notizie su una sua prossima pubblicazione?
La storia è già dentro di me. Posso anticiparvi che sarà ancora più forte dei capitoli precedenti perché i personaggi sono cresciuti e le battaglie che dovranno affrontare sempre più feroci. Sarà dedicato molto spazio al personaggio di Ofelia, la ragazza pantera, e questa volta Vincent sarà messo a dura prova. Per quanto riguarda Scarlett, mai come in questo episodio dovrà combattere per salvare il suo amore e tutto ciò a cui tiene. Non c’è ancora una data di pubblicazione, purtroppo i tempi editoriali a volte possono essere titanici. E l’autore non ha voce in capitolo. Per questo approfitto di questa intervista per dire ai miei lettori: fate sentire il vostro affetto per Scarlett scrivendo all’editore o tramite la pagina fb di Chrysalide che dà la bella opportunità di comunicare direttamente con loro.

Striges è un romanzo pieno di sentimenti. Sentimenti a tutto tondo e in tante diverse sfumature. Ma soprattutto l’ho trovato pieno di messaggi”. C’è un “messaggio” che ti sta a cuore più degli altri?
Che la diversità da quella che definiamo comunemente massa e da cui a volte ci si sente giudicati è un tesoro e non una maledizione, è ciò che ci rende unici e per questo speciali e può essere il nostro punto di forza.

C’è qualche personaggio di Striges che nasconde dentro di sè un po’ più di Barbara?
Regalo a ognuna delle mie protagoniste una caratteristica che mi appartiene. Ma si tratta sempre di un piccolo dettaglio. Quando scrivo, i personaggi escono prepotentemente dalle pagine e si appropriano delle loro caratteristiche, vizi e virtù al punto che a volte penso che esistano già in una dimensione parallela e il compito dello scrittore, al pari di un medium, sia quello di portarli nella nostra realtà, tramite le pagine dei libri.

Puoi darci qualche anticipazione sul seguito di Striges la promessa immortale?
Posso assicurarvi che sarà sorprendente e avrà un’ambientazione molto diversa dalla Milano decadente del primo volume. Ci saranno nuovi personaggi tra cui nuove streghe e, a proposito di Scarlett, mezzi demoni.

Hai un consiglio per chi vorrebbe intraprendere questo mestiere?
Non c’è un trucco per essere notati dal grande editore, ma ci si può arrivare procedendo un passo alla volta e dimostrando la propria professionalità.

Per tentare di vincere la copia di Striges, andate qui: http://sognandotralerighe.blogspot.it/2013/03/intervista-barbara-baraldi.html

La fotografia è di Federica Kikka Verduzzo.

 

Striges: la recensione per Urban Fantasy firmata Roberta De Tomi

Oggi vi propongo la recensione di Striges uscita sul portale Urban Fantasy e firmata dalla giornalista e scrittrice Roberta De Tomi, sempre attenta alle problematiche legate all’essere donna e che ha saputo esaminare il testo con una profonda sensibilità. 

Dante interpreta Nosferatu. Foto di Emanuela ZiniUn romanzo che conferma, ancora una volta, il talento narrativo e la versatilità di Barbara Baraldi.

Tra fantasy e romanzo di formazione, il nuovo lavoro dell’autrice considerata la regina del Nuovo Gotico italiano, ammalia trascinando il lettore nel cuore di eventi sviluppati sul tema dell’amore impossibile, reso in tutta la sua complessità, grazie a uno stile inconfondibile e a un’impeccabile costruzione.

Quando l’antica cultura popolare incontra e s’immette in un contesto contemporaneo, nuovi spiragli si aprono, abbattendo pregiudizi e dimostrando la labilità del confine tra il bene e il male. Accade in Striges, il dark fantasy che riprende e approfondisce tematiche presenti anche nella saga di Scarlett; nel nuovo lavoro la promessa immortale è sancita dai due protagonisti, una strega e un Inquisitore, legati da un sentimento “proibito”, quell’amore impossibile, ma proprio per questo, tanto più “eroico”, che ha visto protagoniste le coppie più celebri della letteratura mondiale. La penna di Barbara Baraldi intesse la tela di un mondo possibile che cattura il lettore in un vortice di emozioni, accresciute dall’evolversi e dal successivo precipitare degli eventi. Al centro di questi, si pone la giovanissima Zoe, che al compimento dei diciassette anni, viene iniziata a un segreto che la riguarda personalmente. E da questo momento per lei inizia un percorso di maturazione e di presa di coscienza, che le fanno capire di essere “speciale”, e non una nerd da ostracizzare perché “diversa”.

Tenere in mano una farfalla, equivale a tenere in mano un sognoDa sempre Zoe è vista con sospetto, a causa degli occhi gialli e del carattere introverso. Isolata da tutti (ma non dall’amica Chloe), la ragazzina, orfana di madre, convive con un padre che in tempi di crisi economica è spesso assente per lavoro. Un giorno la ragazzina, trova e adotta un furetto, Nosferatu e, successivamente, scopre per caso una lettera della madre, che le consente di accedere a inquietanti verità: Zoe scopre di essere una strega, come la donna, morta in tragiche circostanze, e come Sam, la proprietaria del Bloody Mary, che, pur in maniera conflittuale, la accompagna nel percorso di iniziazione magica. A complicare la situazione è l’amore per Sebastian, un bellissimo giovane, che scopre essere un Inquisitore. Il loro legame è in realtà “vecchio di quattrocento anni” e… impossibile, proprio perché appartenenti a diversi schieramente. A questo punto Zoe è costretta a compiere una scelta, in vista di una battaglia che si prospetta sanguinosa…

Il termine striges (al singolare, strix), letteralmente significa animale notturno e indica animali (gufi, barbagianni etc…) che, secondo le antiche tradizioni popolari, incarnano quella saggezza, di cui anche le streghe sono detentrici. Basti pensare che la wicca è una “donna sapiente”, con un’accezione positiva che si riconnette ai culti della Dea, riesumati negli ultimi decenni. Nel corso dei secoli, con l’affermarsi della società patriarcale e con la diffusione del cristianesimo, le antiche concezioni vengono assorbite, al punto che la strega diventa una figura negativa, contrapposta a quella “angelicata” della donna madre-Madonna. Una dicotomia che confluisce nella tradizione fiabesca, con la contrapposizione fata-strega. Nel romanzo di Baraldi, viene riesumato il concetto positivo di questa creatura, ben oltre le schematizzazioni. La strega è la detentrice di un potere immenso, visto con sospetto da coloro che incarnano un’autorità precostruita, ovvero gli inquisitori. Zoe è una predestinata, la cui figura evoca quella di altre streghe celebri.

Dalle sorelle Halliwell della serie cult Charmed, alla Sarah di Connie Furnari (autrice di Stryx), passando per le tre amiche di Eastwitch, sedotte dal diavolo-Jack Nicholson, questa figura è diventata protagonista di molte vicende che hanno appassionato milioni di followers nel mondo. Diverse le sfumature rese: alcune connesse ai più classici e già citati schemi fiabeschi; altre legate al sapere detenuto dalla strega, che proprio per questo, è vista con sospetto. Zoe ha negli occhi la diversità che la porta a essere ostacizzata. Per questo suo connotato i compagni di scuola faticano ad accettarla, atteggiamento che porta la ragazzina a sviluppare una forma d’insicurezza che le impedisce di mostrare le proprie, innegabili qualità. Zoe è un’esclusa, non come la protagonista dell’omonimo romanzo di Pirandello, ma perché diversa, esattamente come quelle donne che l’Inquisizione ha mandato al rogo. Donne scomode, perché hanno conoscenze che rischiano di mettere a repentaglio l’autorità che basa il proprio potere su scritti ufficiali, volti a fidelizzare e omologare la gente, in cui viene innestato il germe del pregiudizio sociale.

Una giovane donna “speciale”, ma che sembra incapace di amare; finché non incontra Sebastian. E allora, pur tra il disappunto di Nosferatu, che si rivela essere il suo famiglio, il cuore si scioglie, abbracciato dall’amore. Zoe impara il significato di qualcosa che aveva sempre guardato con sospetto, ma al contempo, è costretta a fare una scelta. Il legame con Sebastian è antico; Barbara Baraldi richiama la situazione vissuta dalla Luce della saga di Fallen, con un amore reincarnato e impossibile, che può determinare la morte. L’accostamento è lampante, complici anche le affini atmosfere dark; l’autrice italiana però si avvale di una costruzione che attinge fortemente al thriller, oltre che al suo personalissimo stile. D’altro canto, il tema dell’amore “alla Giulietta e Romeo”, viene già sviluppato nei due libri dedicati a Scarlett, sulla scia del tema “angeli e demoni”. Rispetto ai precedenti, Striges rappresenta un ulteriore “passo avanti” per una delle penne più versatili del panorama editoriale italiano e uno dei lavori più affascinanti.

Foto di Ilenia RestaniPersonaggi, ambientazioni, costruzione: i tasselli del gioco narrativo sono incastrati perfettamente, senza mai risultare scontati. Barbara Baraldi dimostra ancora una volta di saper ideare storie strutturate su escalation in cui i colpi di scena sorprendono. Lo stesso discorso vale anche per il finale, che lascia con il fiato sospeso e sorprende (in attesa di un nuovo capitolo delle vicende di Zoe e Sebastian?). Come per altri, anche questo lavoro si arricchisce di un citazionismo prezioso, che attinge a varie discipline artistiche. Un esempio sono i titoli di film noti, quali So cosa hai fatto, Giovani streghe, Fuoco cammina con me. E nella storia si crea il parallelismo con il dramma di Paolo e Francesca, attraverso un procedimento metanarrativo che viene portato in scena dagli stessi Zoe e Sebastian, cui non a caso Barbara Baraldi fa interpretare anche Giangiotto, il marito assassino, evocando in tal modo, la duplicità della figura che è amante, ma anche mortte per Zoe. Come per i due amanti di Rimini, quello tra Zoe e Sebastian è un sentimento complesso, in quanto li mette di fronte a scelte difficili, che li rende autentici eroi.

La prima foto è di Emanuela Zini, mentre la foto che chiude l’articolo è di Ilenia Persefone.

 

Striges: la recensione di Sull’orlo della notte firmata Bianca Leoni Capello

Cosa succede quando un’autrice fantasy fa la recensione a un’altra autrice fantasy? Niente fuochi o fulmini o saette, ma una bellissima recensione che l’autrice di DarK Heaven, Bianca Leoni Capello, dedica al mio Striges. La recensione è uscita sul blog Sull’orlo della notte.

Foto di Lorenza Stroppa (2)Un libro italiano ti dà qualcosa in più. Ha spessore, complessità, ricerca. Ha eleganza e forma. Certo in questo genere spesso tutto questo non serve: basta il ritmo, la scorrevolezza, la semplicità. In fondo la maggior parte dei fantasy sono delle storie d’avventura o di azione, e l’azione non ha bisogno di ricami. Tuttavia trovare questi elementi in più, trovare insomma, a fianco del ritmo e della suspense un po’ di sostanza in un fantasy, dà soddisfazione nella lettura e ti lascia una sensazione di appagamento quando riponi il volume nello scaffale, accanto ai suoi fratelli americani.

Striges è proprio un bel fantasy italiano, frutto di una ricerca importante – si vede, anche se l’autrice è abile a spalmarla con leggerezza nel testo – e con la costruzione del personaggio principale – la giovane strega principiante Zoe – complessa, lenta ed elaborata. Dove la lentezza, in questo caso, non pregiudica la piacevolezza della lettura, ma è sinonimo di attenzione allo sviluppo emotivo, alla crescita, alle scoperte del personaggio che cambia e matura durante la lettura.

La dimensione magica che costruisce Barbara Baraldi è affascinante, complessa, e molto femminile (nonostante sia “aperta” anche ai maschi e si parli di famigli o stregoni). A tratti confina con quella onirica, con il mito, con il mistero, regalando suggestioni e atmosfere suggestive (molto bello ad esempio è l’uso della musica come mezzo per ricordare, per rivivere una vita passata, o per calarsi nel proprio mondo magico).

Striges è un romanzo romanticissimo, dove l’amore – contrastato e nato sulle spine, come si confà a un paranormal romance, tra un inquisitore e una strega – fa da collante a tutta la storia.

L’ambientazione, una Milano viva e pulsante, con le guglie del Duomo protagoniste di uno spettacolare duello con le forze del male, è del tutto verosimile ed efficace.
Ho solo due appunti da fare, del tutto personali: mi sarebbe piaciuto un protagonista maschile più ruvido, più deciso, più presente nel testo – anche se alla fine il libro narra la storia di Zoe, ed è incentrato su cosa fa e prova lei, non lui; e avrei desiderato sapere qualcosa di più di Angelica – la presunta “rivale” a scuola di Zoe – e del suo ruolo nella storia.
Viva il fantasy italiano e complimenti a Barbara, la cui penna, raffinata, intensa ed evocativa, traporta il lettore in un altro mondo, dove il confine tra il bene e il male non è sempre così nitido…

Striges: Le fiabe son tornate. La recensione di Stefano di Marino.

Una recensione di Striges che sembra quasi un saggio. E’ opera di uno scrittore che stimo, Stefano di Marino e parte dalle fiabe dei fratelli Grimm, passando attraverso al cinema di Tim Burton per parlare di stregoneria e dei miei scorsi romanzi. La recensione è stata pubblicata sul blog del professionista e su Liberi di scrivere.

Foto di Stefano Di MarinoLa fiaba è un genere molto amato e molto praticato della narrativa popolare. Sino a qualche tempo fa pareva relegato a vecchie raccolte di autori classici (Andersen, i fratelli Grimm) e a qualche racconto per bambini. Più di recente ha subito una rinascita nel cinema ma anche nei romanzi che ne hanno a volte colto il senso profondo del meraviglioso (sensoriale e sentimentale) tingendolo di  nero. Da Tim Burton aTwilight, da cappuccetto Rosso a Biancaneve e il Cacciatore ma mi piace inserirvi anche la visione cupissima di Golden e Mignola realizzata nella serie Baltimore il vampiro, ispirata al Soldatino di Latta. Di certo la fiaba (che si differenzia dalla favola dove i caratteri sono animali antropomorfi) ha sempre avuto un suo lato oscuro, affascinante e negli ultimi decenni ha mescolato il classico sfondo pseudomedioevale con ambientazioni e tematiche più moderne. L’avventura poi ci ha aggiunto qualcosa di dinamico, di vigoroso fondamentalmente a vantaggio delle eroine che, lungi da essere, damigelle in pericolo hanno preso saldamente le redini  della situazione. Come tutti gli eroi (maschi e femmine) non sempre partono da situazioni vantaggiose. A volte, e proprio qui sta la novità, è il disagio giovanile di chi si sente stretto tra una famiglia non in grado di comprendere la realtà oltre il visibile e la scuola, l’ambiente sociale e sentimentale in cui di ‘ streghe cattive’ e  ‘orchi’ in carne ed ossa ce ne sono sin troppi. L’amore tradito, impossibile si mescolano così alla presa di coscienza di essere donne speciali ma di avere sempre avversari in una realtà che urbana e moderna o medioevale fantastica è sempre fatta di grigi, di zone d’ombra. È il percorso narrativo di Barbara Baraldi, chiaro anche se non ancora così ben delineato, sin dai primi racconti, da quel  piccolo capolavoro che vinse il Gran Giallo città di Cattolica e dalle opere che seguirono, i due ‘corti’ Perdisa che compongono il dittico di Amelia, ai Gialli sanguinari e dark con protagonista Eva  sino a Lullaby e ai primi due episodi della saga di Scarlett. Sarebbero moltissime le storie scritte da Barbara nel corso degli anni, da recuperare per ricostruire il suo mondo fantastico. Mi piace ricordare ‘La casa dagli specchi rotti’ che le chiesi per un’antologia che curai anni fa ‘Il mio vizio è una stanza chiusa’ dedicato al thrilling  anni  ’70. Un percorso autoriale e di formazione che si è andato a ogni tappa affinando. La narrazione, il linguaggio sono sempre più consapevoli, scorrevoli, quasi un film che Barbara vede nella sua testa e proietta attraverso lo sguardo sulla pagina scritta e incanta il lettore. Striges arriva in un momento difficile dell’editoria italiana, un momento in cui l’urban fantasy, la fiaba moderna sono stati massicciamente scoperti e sfruttati, spesso con una produzione  narrativa e cinematografica sovrabbondante, ovviamente esterofila. Ma che bisogno abbiamo di cercare autori all’esterno, quando ne abbiamo di così bravi a casa nostra. In un romanzo corposo (che intuiamo è solo una parte di un più ampio disegno narrativo) Barbara interpreta in maniera originale il mito delle streghe, affondando la lama nella ricerca, nel mito solo per quel che è necessario per stimolare emozioni, astenendosi da didascalismi inutili. Vince il cuore, naturalmente, perché queste sono le regole delle fiabe ma il mistero e la sofferenza accompagnano la crescita della sua eroina Zoe per tutto il romanzo. Ed è incredibilmente brava Barbara a mescolare la realtà (evidente in certi personaggi come Sam e l’adorabile Chloe) alla fantasia. Il palcoscenico è Milano che rivela angoli nascosti, botteghe di burattinai di Praga, inaspettati consessi di streghe, inquisitori, feste che sembrano uscite da reami fatati e combattimenti sulle guglie del duomo. E come sempre in tutte le cose c’è una natura buona e un’altra feroce che lottano  per il predominio. Tra le Streghe quanto  tra gli Inquisitori. C’è persino un famiglio mutaforma che appare prima con l’aspetto di un furetto che la protagonista coccola provando poi un certo imbarazzo scoprendolo un bel giovane, un artifizio ben calibrato che sicuramente piacerà al pubblico femminile. Cura nei dettagli, negli abiti e nei profumi, nella musica, nei riferimenti letterari e cinematografici che spuntano così, magari nel titolo di un capitolo, inaspettati. Una lettura per tutti quindi, una lettura per chi non ha paura di emozionarsi. Un bellissimo film ‘scritto’ del quale aspettiamo nuovi e inediti sviluppi, magari inseriti in panorami extra urbani, bucolici e ricchi di fascino come quelli che Barbara sa raccontare, perché il  velo magico del suo racconto si applica perfettamente alla città quanto alla natura.

Striges – Barbarba Baraldi- Mondadori-465pp-17 euro