“Seguiamo una direzione, non una formula”: l’intervista “dylaniata” su Today.it

Barbara Baraldi, parla la curatrice di Dylan Dog: “Un personaggio in evoluzione nel presente, per me come un fratello maggiore”

Su Today.it è uscita un’intervista approfondita, a cura di Stefano Bolotta, in cui faccio il punto di questo primo anno e mezzo di curatela, ma svelo anche qualche dietro le quinte dylaniato.

«La scrittrice emiliana è una delle più apprezzate autrici di thriller in Italia: ha ideato la serie Aurora Scalvati, profiler del buio e pubblicato decine di romanzi, l’ultimo dal titolo La bambola dagli occhi di cristallo per Giunti Editore. Il debutto in qualità di sceneggiatrice di Dylan Dog avvenne nel 2012. Poi, un decennio più tardi, il grande salto. In questi giorni si chiude il suo primo vero anno da curatrice e l’occasione per tracciare un bilancio è ghiotta. Baraldi non si è tirata indietro, rispondendo volentieri alle nostre curiosità di cronisti e soprattutto vecchi fan dell’Old Boy. Prima fra tutte: quello che leggiamo in questi mesi è già il Dylan Dog che ha in mente?
Dal punto di vista puramente tecnico, sono soddisfatta sia del lavoro di revisione sulle storie già presenti in archivio, sia di come abbiamo lavorato su quelle concepite durante la mia curatela – spiega Baraldi – La mia prima preoccupazione è quella di rafforzare ogni soggetto, amplificandone gli aspetti diciamo ‘sovversivi’ nel modo di raccontare, e in linea generale di incisività del racconto. Gli obiettivi sono in divenire, e cerco di procedere un passo alla volta. Credo che alcuni siano stati raggiunti, primo fra tutti la riconoscibilità del personaggio di Dylan Dog e il tono delle storie, fondendo diversi generi sotto l’egida dell’horror, in tutte le sue declinazioni, e senza mai dimenticare l’ironia. Le storie che state leggendo sono state interamente concepite durante questa gestione. Il Dylan Dog in cui mi identifico è una testata in grado di sovvertire le aspettative, un numero dopo l’altro, di emozionare e spaventare; che poi, tra le emozioni, la paura è la più antica. Dylan è un personaggio che pur non essendo mai uguale a se stesso, resta sempre fedele a se stesso. Elemento imprescindibile è l’imprevedibilità: Dylan Dog è in rivoluzione perenne. Seguiamo una ‘direzione’, ma non una ‘formula’.

Nelle ultime storie pubblicate c’è grande attenzione verso temi sensibili e rilevanti all’interno della società attuale: le problematiche legate all’invecchiamento, il bullismo, gli hikikomori. Quale può essere il ruolo di personaggi di fantasia come Dylan per sensibilizzare?
Non credo che il ruolo di una serie come Dylan Dog sia sensibilizzare su qualcosa – specifica – Non è una forma di ‘edutainment’, non è un racconto morale e, in ogni caso, sarebbe presuntuoso. Ci sono storie di puro intrattenimento e storie che ruotano intorno a tematiche attuali, o universali. Indagare temi sensibili fa parte del suo Dna, ma il sottotesto non può sovrastare il racconto. Dylan indaga gli incubi e nella contemporaneità c’è solo l’imbarazzo della scelta. Si nutre delle nostre inquietudini e le rielabora sotto forma di racconto dell’orrore. Incoraggio ogni autore a uscire dalla propria comfort zone, ad attingere alle profondità del proprio inconscio, delle proprie paure, e a proporre solo storie che ha l’urgenza di raccontare. Dylan è filosofico e psicanalitico, ma non ingessato né accademico. Con la mia lettera agli autori, dopo l’insediamento, ho chiesto di ragionare come se ogni storia fosse l’ultima. Sono molto esigente, in questo senso, anche perché ho una bassa soglia dell’attenzione e una scarsa tolleranza alla noia. L’importante, per me, è che sia una lettura appassionante e che, dopo aver chiuso l’albo, il lettore si ritrovi in testa più domande che risposte.»

Se volete sapere come vengono scelti i soggetti, quali sono i prossimo obiettivi, la risposta alla domanda che in tanti mi fate sul ruolo di Tiziano e molto altro, potete leggere l’intervista completa: QUI. 

Grazie a Stefano Bolotta per la bella chiacchierata.

Donne in noir: Vi aspetto lunedì 15 giugno su Top Crime

Top_crime_Baraldi - 60 - CUT (small)Save the date! Lunedì 15 giugno alle ore 19:10 su Top Crime (canale 39 del digitale terrestre) – e in replica in seconda serata – inaugurerò con la prima puntata una serie dedicata alle scrittrici italiane e al crime: Donne in noir. «Cosa succede quando il crimine diventa donna? Il racconto di mistero, oscurità, paura. Tutto raccontato da un punto di vista femminile, sia davanti che dietro la telecamera».

La prima puntata si intitola Barbara Baraldi – Il gotico e il sovrannaturale. Vi aspetto quindi insieme alla padrona di casa, la giornalista Marta Perego, per una chiacchierata sui Misteri di Bologna, vampiri, dark ladies, delitti irrisolti e, naturalmente, per sviscerare i retroscena dei miei romanzi. La puntata è stata interamente girata tra i vicoli della Bologna medievale e, chi conosce questa città magica e irrequieta, non faticherà a riconoscere gli scorci più caratteristici 😉

Il programma è stato realizzato dalla regista Elva Ciampi insieme alle filmmaker Elena Araldi e Elena Maggioni, insieme a uno staff (quasi) tutto al femminile, che colgo l’occasione per ringraziare per la disponibilità e la grande professionalità, per una trasmissione davvero unica nel suo genere.

Qui lo spot di presentazione di Donne in noir https://www.facebook.com/TopCrime/videos/954117554610420

Per saperne di più, ecco il link ufficiale della trasmissione sul sito Mediaset http://www.mediaset.it/topcrime/articoli/donne-in-noir_12297.shtml

Mi raccomando… non mancate!

NB: La replica della trasmissione sarà sabato 20 giugno alle ore 17:15

Appuntamento giovedì 23 maggio in streaming hangout su Google+

hangout_newGiovedì 23 maggio, a partire dalle 21, sarò ospite di Uncanny nerdz per una chiacchierata con Daze Di Martino. Sarà possibile intervenire con le vostre domande durante la diretta streaming.

Ecco il link all’evento facebook creato per l’occasione: https://www.facebook.com/events/646059438741579

L’evento sarà in streaming su Youtube qui: http://www.youtube.com/user/uncannynerdz Tramite i commenti sulla pagina youtube sarà possibile intervenire nella discussione 😉

Vi aspetto!

La paura fa bene?

In attesa delle novità di questa primavera (ce ne sarà più di una 😉 ) riporto la versione integrale della conversazione con Massimo Marino apparsa qualche tempo fa sul Corriere della Sera.

La paura fa bene: conversazione con Barbara Baraldi

“Vero e fighissimo gotico. Me lo sono bevuto”: è schematico ma efficace il giudizio che una star del noir come Massimo Carlotto dà di Lullaby, uno degli ultimi romanzi di Barbara Baraldi. Nata a Mirandola, abitante a San Felice sul Panaro, questa ragazza di provincia dagli occhi verdi penetranti e dall’aria molto dark è il nuovo fenomeno del thriller italiano. Vincitrice dei più importanti premi di settore, segnalata dalle riviste specializzate ma anche da “Vanity Fair”, “Vogue” e dal “Sole 24 ore”, riesce a tenere incollati alle sue pagine insinuando il mistero e il terrore in scenari di vita normale. Nel 2010 ha pubblicato per i Gialli Mondadori Bambole pericolose, ambientato in una Bologna violenta e esoterica, Lullaby. La ninnananna della morte per Castelvecchi e Scarlett per Mondadori.

Tre libri tra febbraio e maggio. Un vero record.

“In realtà è stato un caso, dovuto a vicende editoriali. Bambole pericolose, seguito di un libro uscito anche in Inghilterra, doveva essere pronto in agosto dell’anno scorso ed è slittato. Lullaby ha avuto varie revisioni…”.

Si riconosce nella definizione di regina del thriller gotico italiano?

“In parte sì. Sono quelle le atmosfere che mi hanno fatto nascere la voglia di scrivere. I primi libri che mi sono comprata da sola, a 13 anni, sono Dracula e Frankenstein”.

Ho letto che Morticia Addams è un suo modello…

“Sin da quando ero piccola mi è sempre piaciuto il lato oscuro. Invece dei cartoni più solari guardavo La famiglia Addams. Ho smesso di mangiarmi le unghie per averle lunghe come quelle di Morticia. A 11 anni avevo chiesto il mio primo smalto nero, e sono riuscita ad averlo a 13”.

È vero che lo usava per scrivere sul muro della sua stanza?

“Sì. Ho sempre avuto il feticismo della parola. Certe frasi che mi piacevano dovevo scriverle sul bianco della parete per averle sempre davanti, quando mi alzavo al mattino, quando andavo a letto la sera”. Continue reading

In attesa di Nebbia Gialla a Suzzara (MN): l’intervista su Libriblog

In occasione della mia partecipazione quest’anno alla quinta edizione del festival Nebbia gialla, che si svolgerà a Suzzara (MN) dal 4 al 6 febbraio, Camilla Biagini mi ha intervistato per uno speciale sul festival sul portale Libriblog. Per chi ha la possibilità di venire a Suzzara: vi aspetto sabato 5 febbraio a partire dalle 10:30 presso il Teatro Politeama (via Mazzini, 7) in compagnia di Cristina Zagaria e Laura Campiglio.

Barbara Baraldi, foto di Rino Bianchi
Foto di Rino Bianchi

Hai già avuto modo di partecipare al NebbiaGialla Suzzara Noir Festival. Che cosa ne pensi? Credi veramente che questo festival possa essere un ottimo punto di incontro per gli amanti della letteratura gialla e noir?

Penso sia un festival che farà sempre più parlare di sé, perché organizzato da persone appassionate e competenti. Ho partecipato all’edizione del 2009. Dovevo rimanere un giorno ma, un incontro tira l’altro, sono rimasta due intere giornate. L’incontro che mi ha colpito di più, in quell’occasione, è stato quello con Massimo Carlotto. Durante la presentazione di Perdas de Fogu, si è scatenato un acceso dibattito che ha coinvolto il pubblico e altri scrittori presenti in sala.

Che cosa ti aspetti da questa nuova edizione del NebbiaGialla Suzzara Noir Festival?

Niente di meno che le scorse edizioni: incontri sorprendenti, libri da scoprire e ottima cucina, nella cornice di una cittadina accogliente.

Sul blog del festival hai affermato che “la nebbia è anche una condizione mentale, perfettamente calzante per il personaggio di un noir”. Potresti spiegarci questa tua affermazione più nel dettaglio?

La nebbia modifica la percezione del paesaggio che abbiamo intorno. Confonde, fa perdere l’orientamento. Una metafora perfetta per descrivere la condizione esistenziale del personaggio di un noir.

Hai partecipato al documentario “Italian noir” per la Bbc insieme a Andrea Camilleri, Giancarlo De Cataldo, Massimo Carlotto e Carlo Lucarelli. Che cosa ti ha lasciato questa esperienza? Continue reading

L’intervista sul portale Roma Dark

E’ uscita sul portale Romadark un’intervista, a proposito di Scarlett:

RomaDark ha avuto l’occasione di incontrare Barbara Baraldi, scrittrice poliedrica, considerata una delle realtà più interessanti del panorama gotico e noir italiano, che ultimamente sta ricevendo consensi di critica e lettori anche all’estero. Abbiamo parlato in particolare dell’ultimo lavoro, ovvero del meritato successo ottenuto con il romanzo urban fantasy “Scarlett”, e più in generale di varie tematiche legate al mondo della scrittura contemporanea. Secondo te da cosa dipende il successo che sta realizzando in questo periodo in generale la cultura gotica contemporanea, in particolare fra gli adolescenti?

Penso che gli adolescenti e i lettori in generale abbiano voglia di provare emozioni. Il gotico è come una carezza di velluto, alimenta la fantasia e la voglia di romanticismo. Le atmosfere sono cupe, e nascondono misteri. Niente è come sembra.

Quanto c’è di autobiografico nei tuoi romanzi, e quale personaggio ti assomiglia di più?

Amo pensare che i miei personaggi esistessero già, da qualche parte, in un universo parallelo. Il mio compito è Continue reading

Quatto chiacchiere con Matteo Grimaldi per il sito Sololibri.net

Matteo Grimaldi mi ha intervistato per il portale Sololibri.net:

Barbara, intanto ti do il benvenuto a quella che non sarà la solita intervista chilometrica, ma solo 4 chiacchiere contate.

Prima chiacchiera: La tua biografia letteraria parla chiaro: un lunghissimo elenco di successi in pochi anni. Il momento in cui tutto cambia nella vita di un artista è quasi sempre uno e ben preciso. Qual è stato il tuo, quello in cui hai avvertito che ce la stavi facendo sul serio?

Non credo ci sia stato un momento preciso in cui tutto è cambiato. Nella mia vita, a dire la verità, non ha mai funzionato così. Ogni traguardo, ogni cambiamento, è stato raggiunto grazie a piccoli passi, fatiche giornaliere affrontate con dedizione. All’inizio coltivavo la scrittura segretamente, come un fiore troppo delicato per essere svelato. Poi ho deciso di proporre il primo manoscritto per la valutazione. Dopo una serie infinita di rifiuti o di proposte da parte di editori a pagamento (che ero io rifiutare, confidando che prima o poi qualcuno avrebbe creduto in me senza chiedermi di sborsare soldi) è arrivata quella che aspettavo: un editore di nicchia, ma serio e reperibile, almeno su richiesta, in libreria. Ispirandomi a ciò che facevano le band musicali, ho creato una pagina promozionale su Myspace. Ho cominciato con le presentazioni. Sono arrivate le prime mail da parte di lettori che mi spronavano a continuare a scrivere, regalandomi le loro emozioni scaturite dalla lettura. Contemporaneamente, ho tentato la via dei concorsi letterari. Penso che rappresentino un ottimo modo per essere letti dai professionisti del settore. Così, è arrivata la vittoria al Gran Giallo Città di Cattolica, uno dei concorsi di “genere” più importanti in Italia. È stata una grande emozione sapere che scrittori come Carlo Lucarelli, Andrea G. Pinketts o Valerio Massimo Manfredi, avevano letto e apprezzato il mio racconto; una vera e propria botta di adrenalina. Ho continuato a scrivere con passione. Scrivevo la notte, la domenica o a volte la mattina prestissimo, prima del lavoro canonico “che mi toccava fà, pe’ campà”, come direbbe un caro amico. Penso che per proseguire in questo cammino, la passione sia necessaria quanto la determinazione, unita a una certa incoscienza. Passo dopo passo, sono arrivata alla pubblicazione con Mondadori. Ma il cammino è ancora lungo. E la strada sempre in salita.

Seconda chiacchiera: ‘Lullaby’ racconta di vite ossessionate, che nascondono le proprie pulsioni agli occhi degli abitanti della provincia, incapaci di vedere oltre la veste di apparente normalità che mostrano. Uno scrittore che non trova l’ispirazione, una studentessa in continue crisi di autolesionismo, una famiglia modello che custodisce un segreto ancorato nel passato. Cosa può spingere una persona normale a trasformarsi in un assassino? E cos’è normale?

Spesso mi capita che l’idea per un romanzo nasca da una visione, da cui scaturiscono delle domande. Difficilmente, al termine della stesura, mi trovo in mano le risposte; più spesso, altre domande. I personaggi di Lullaby sono in bilico tra le loro aspirazioni e la cruda quotidianità, fatta di frustrazioni e di esistenze al margine. La violenza è palpabile, nel microcosmo esistenziale del romanzo. Attraverso i resoconti dettagliati dei telegiornali, entra nelle case senza alcun filtro. Si insinua e si propaga attraverso un segreto terribile custodito gelosamente. Penso che non esista la normalità, e che ricercarla in maniera ossessiva, possa portare alla pazzia.

Terza chiacchiera: Sul tuo sito definisci ‘Scarlett’ un libro urban fantasy/supernatural romance. Continue reading

Salvo Zappulla su Art-litteram: Barbara Baraldi, la regina del thriller gotico italiano

È uscito sulla e-zine Art-Litteram un articolo-intervista realizzato da Salvo Zappulla. Un estratto:

Scarlett, la protagonista di questo romanzo, ha sedici anni appena, gli occhi grandi e la purezza nel cuore, non ha ancora dato il suo primo bacio, è timida, insicura, complessata come quasi tutte le ragazze della sua età. Non è particolarmente bella ma piace, ha una sua intima luminosità, una fierezza che la contraddistingue. Ha dovuto ricominciare una nuova vita da quando i suoi hanno deciso di trasferirsi da Cremona a Siena: nuovo istituto scolastico, nuove amicizie, nuovi insegnanti. Le continue liti dei genitori non la agevolano, il fratellino impertinente la innervosisce.

Barbara attorno a lei ha costruito personaggi di grande spessore, veri, dotati di luce propria. C’è l’amica del cuore, lo spasimante non corrisposto, la belloccia della scuola perfida e dispettosa; Ofelia, la ragazza che veste sempre di nero, tanto affascinante quanto misteriosa. Il risultato è un romanzo armonico, gradevolissimo, che si dilata notevolmente con il susseguirsi delle pagine in un coro di voci perfettamente intonate. Un’orchestra di parole cui non è consentito steccare. E poi Mikael, un angelo scaturito dall’inferno, fisico scultoreo e occhi che lasciano senza fiato. Continue reading

Lullaby: l’intervista a cura di Alessia Mocci per Mondoraro

È uscita recentemente sul portale Mondoraro un articolo-intervista a proposito di Lullaby, realizzato da Alessia Mocci:

La carriera letteraria di Barbara Baraldi fiorisce nel 2010. Il primo romanzo pubblicato risale al 2007, è intitolato “La ragazza dalle ali di serpente” ed è edito da Zoe, “La collezionista di sogni infranti” edito da PerdisaPop è del 2007. Nel 2008 pubblica con la Mondadori “la Bambola dagli occhi di cristallo” e “Il giardino dei bambini perduti”. Nel 2009 sempre per la PerdisaPop pubblica “La casa di Amelia” e nel 2010 saranno tre le pubblicazioni: per la Mondadori “Bambole pericolose” e “Scarlett” e per la casa editrice Castelvecchi “Lullaby – La ninna nanna della morte”.

Ma vi lascio alle parole della scrittrice per capir meglio la profondità di quest’anima letteraria.

A.M.: Quando hai iniziato a scrivere? Hai sempre preferito il genere gothic thriller?

Barbara Baraldi: Ho sempre raccontato storie ai miei fratelli più piccoli per tenerli buoni, e si trattava il più delle volte di storie spaventose ispirate al mondo delle fiabe. Un giorno qualcuno mi ha detto: “Sei brava a inventare storie, perché non le scrivi?” e così è iniziato tutto. La mia attrazione verso il thriller gotico risale alla mia infanzia: ricordo che alle elementari smisi di mangiarmi le unghie per averle come… Morticia Addams!

A.M.: Quali sono i tuoi scrittori guida?

Barbara Baraldi: Sono un’appassionata di letteratura classica, e tra i miei libri preferiti ci sono Narciso e Boccadoro di Herman Hesse e L’amante di Marguerite Duras. Più recentemente mi sono appassionata ai testi di Jean Claude Izzo, Edward Bunker e Chuck Palhaniuk.

A.M.: In “Lullaby la ninna nanna della morte” scrivi di un aspirante scrittore. Ti senti vicina a questo personaggio o credi in qualche modo di esser salita di qualche gradino? Continue reading

Halloween con Nero cafè

Barbara Baraldi su Nero cafè

È uscita oggi l’intervista realizzata da Laura Platamone per Nero cafè. Un estratto:

Iniziamo quest’intervista con la domanda più banale, forse, ma che di certo rappresenta la prima curiosità quando si ha a che fare con un autore che ha raggiunto successi come i tuoi. Qual è il tuo rapporto con la scrittura? Dall’idea alla carta come affronti la nascita di una nuova storia e nuovi personaggi?

Il mio rapporto con la scrittura è molto carnale. Quasi viscerale, oserei dire. La considero come un’amante a cui dedicare attenzioni ogni giorno. Per questo cerco di scrivere con continuità, per non lasciare il tempo alle idee di sfiorire nella mia mente. La trasformazione su carta è un atto naturale, anche se faticoso. A volte scrivo paragrafi tutti d’un fiato, che mi lasciano emozionata e sorpresa. Altre, poche righe sono frutto di scritture e riscritture.

Il tuo primo romanzo, “La ragazza dalle ali di serpente” (ZOE, 2007) viene pubblicato sotto lo pseudonimo. Perché questa scelta?

All’esordio ho scelto di utilizzare uno pseudonimo perché avevo bisogno di rifugiarmi dietro una maschera per sentirmi più protetta. Pubblicare un romanzo in qualche modo ti mette a nudo. Ti espone a un giudizio, mentre fino a quel momento avevo scritto solo per me stessa. Luna è il nome che mi ero scelta e con cui ero già conosciuta nell’ambiente dark, ma anche il nome del pianeta che simboleggia la femminilità, in continuo mutamento proprio come la donna. E “La ragazza dalle ali di serpente” è un romanzo spiccatamente al femminile.

Nelle tue storie la realtà si fonde con un universo emotivo forte, oscuro, pieno di paure e contraddizioni che spesso rivelano una natura surreale in ciò che circonda i protagonisti. Nella sua vita Barbara che percezione ha delle “forze” che le stanno intorno? E di cosa ha paura?

Sono sempre stata molto sensibile e certi luoghi provocano in me emozioni, così come certi periodi dell’anno o il contatto con persone che hanno vissuto storie particolari, nel bene o nel male. Penso che lo scrittore sia una creatura ricettiva, e che il suo compito sia di trasformare le sensazioni e le storie in parole. Mi fanno paura l’insensibilità della gente e la freddezza di chi non prova più sentimenti.

Ho qui davanti alcuni dei tuoi libri. Sulle copertine una netta preponderanza di toni cupi e rossi. “Rosso” anche il nome della tua ultima eroina: Scarlett. Cosa rappresenta per te questo colore? [continua su Nero cafè]

L’intervista su Writers magazine di novembre

È uscita una mia intervista, realizzata da Irene Vanni, sull’ultimo numero della rivista WMI – Writers magazine Italia. Per acquistarla: Delos store.

Ciao Barbara, l’ultima volta che ti ho intervistata per Horror Magazine mi avevi anticipato che il tuo prossimo lavoro sarebbe stato “una storia di formazione intrisa di amore e di morte. Con un elemento soprannaturale a guidare la trama.” Ora che hai mantenuto la promessa, puoi raccontarci come ti è venuta l’idea?

Ricordo che era un sabato sera ed ero stanchissima. Decisi di restare in casa a guardare un film. Mi è venuta, prepotente, la voglia di rivedere Dracula di Coppola. Penso si tratti di una delle più struggenti storie d’amore di sempre. “Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti…” recita Gary Oldman alla sua Mina. E così è nato in me il desiderio di scrivere la mia storia d’amore tra una fanciulla e una creatura soprannaturale (anche se non si tratta di un vampiro).

Puoi spiegare a chi non ha ancora letto il romanzo cosa intendi “per romanzo di formazione”? Per un testo horror/urban fantasy è una definizione insolita…

Sono appassionata della letteratura del Romanticismo, e Goethe e Stendhal sono tra i miei autori preferiti. Non ricordo quante volte ho riletto Il rosso e il nero! Considero “Scarlett” un romanzo di formazione perché la protagonista deve affrontare… [Continua su Writers magazine Italia]

Writers magazine

L’intervista su Mondoraro

Alessia Mocci mi ha intervistata per Mondoraro:

A.M.: “Scarlett” è edito dalla Mondadori. Hai qualche consiglio per i giovani ambiziosi scrittori che sognano di pubblicare con la Mondadori?

Barbara Baraldi: Piuttosto che puntare subito ad un grande editore, credo sia meglio costruire una carriera passo dopo passo. La scrittura è un mestiere che richiede costanza, pazienza e determinazione. Consiglierei di farsi conoscere tramite la pubblicazione di racconti su antologie e tramite i concorsi letterari, che secondo sono me sono un formidabile strumento per farsi leggere da “addetti ai lavori”. E poi: di essere spietati con se stessi, di rivedere il proprio lavoro spesso. Di evitare la cosiddetta “vanity press” e di non scoraggiarsi di fronte al primo rifiuto, ma allo stesso tempo non insistere nel proporre lo stesso manoscritto, ma di lavorare anche su altre storie. Di non copiare il genere più in voga nella speranza di essere considerati, e di cercare sempre la propria voce e la propria particolarità.

A.M.: Che cosa ti ha portato alla scelta di un nome come “Scarlett” per la tua protagonista?

Barbara Baraldi: Scarlett ha ereditato il nome dalla bisnonna inglese che non ha mai conosciuto. Della bisnonna si narra avesse vissuto una vita piena di emozioni e di amori tormentati. Mi piaceva l’idea di un nome che evocasse il rosso; il colore dell’amore, della passione, ma anche del sangue. E poi Scarlett è anche il nome di Rossella O’Hara, l’eroina di Via col vento, un film che da bambina mi ha fatto sognare.

A.M.: Qual è il personaggio del libro che reputi maggiormente ostile per un lettore?

Barbara Baraldi: Ho cercato di rendere comprensibili le motivazioni di ogni personaggio. Amo regalare ad ognuno di loro caratteristiche ben riconoscibili. E sono contenta di sapere, tramite le mail dei lettori, che personaggi di secondo piano come Ofelia o Vincent abbiano stuzzicato l’immaginario, al punto che mi è stato chiesto a gran voce di dar loro maggiore spazio nel prossimo romanzo dedicato a Scarlett.

A.M.: Hai già presentato il libro ufficialmente?

Barbara Baraldi: Ci sono state varie presentazioni ufficiali di “Scarlett”. Da Rimini, dove in occasione di “Un mare di libri”, ho presentato il mio romanzo insieme a Claudia Gray, alla Puglia con due date indimenticabili a Mesagne ed a Lecce. Ho inaugurato l’edizione 2010 della rassegna “Librandosi” che ha ospitato, dopo di me, Carlo Lucarelli, Eraldo Baldini ed altri scrittori del panorama noir. Milano ospiterà un reading di “Scarlett” in occasione di una serata goth con dj set di dj Nikita al TNT club. E parlando delle date di luglio sarò la sera di giovedì 22 al Castello dei Pico a Mirandola (MO), in occasione del festival tutto al femminile “La fortezza delle donne”: nelle prigioni del castello si terrà un reading dedicato a “Scarlett” con accompagnamento al pianoforte di Ingrid Baraldi. Infine, presenterò il romanzo a Bocca di Magra, in provincia di La Spezia, in occasione del festival “Leggere fa male” il 23 luglio, relatrice Alessandra Buccheri del blog L’angolo nero.

A.M.: Il numero 222 di Rumore ti ha dedicato un lunghissimo articolo, che cosa ne pensi?

Barbara Baraldi: Sono una grande fan di Giona Nazzaro. Rumore è una delle mie riviste preferite e le recensioni cinematografiche di Giona sono sempre state la prima cosa che leggevo. È stata davvero una grande emozione sentirmi “vestita” dalle sue parole.

Articolo pubblicato su Mondoraro

Il feticismo della parola: l’intervista a cura di Massimo Marino sul Corriere della Sera

Una conversazione con il giornalista Massimo Marino è diventata un articolo, pubblicato nella pagina Cultura del Corriere di Bologna (supplemento locale del Corriere della sera) il 12 agosto.

L’intervista può essere letta sul sito del Corriere: http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cultura/2010/12-agosto-2010/bologna-signora-nero-1703566064412.shtml

Oppure (in versione integrale) nel blog del giornalista Massimo Marino: http://controscene.corrieredibologna.corriere.it/2010/08/la_paura_fa_bene_conversazione.html

L'articolo pubblicato sul Corriere di Bologna