L’hanno chiamata in vari modi. “Inizio del nuovo inizio”, “Rivoluzione”. Il mio preferito è “Trilogia del ritorno.”
Dal sito ufficiale di Sergio Bonelli Editore: “il character creato da Tiziano Sclavi riprenderà i binari di un tempo, pur rimanendo ancorato al presente. Lo vedremo quindi ripresentarsi sulla serie regolare fedele allo status quo originario, ma alle prese con i temi, i demoni, i conflitti, le ossessioni della contemporaneità. Il Dylan Dog com’era stato concepito inizialmente dovrà confrontarsi più che mai con quella rivoluzione digitale che ha sconvolto il mondo negli ultimi decenni.”
Dopo il prologo firmato Roberto Recchioni, è ora in edicola “Non con fragore…”, Dylan Dog n.436, da me sceneggiato. Soggetto di Claudio Lanzoni, disegni di Sergio Gerasi e copertina dei fratelli Cestaro.
Trovate una lunga intervista a me e a Claudio sul sito dell’editore, in cui vi sveliamo i dietro alle quinte delle storie e come abbiamo lavorato. Tra le altre cose, era la prima volta che lavorato su un soggetto non mio. «I soggetti, pur essendo dettagliati negli snodi principali della trama, lasciavano spazio a interventi personali. Mi sono lasciata ispirare dalla storia e dalle sue atmosfere, e poi l’ho fatta mia. Per esempio, ho aggiunto sequenze come il viaggio “interstellare” di Dylan sui versi della poesia di T.S. Eliot e il combattimento di Dylan e Morgana con le ombre. Ho strutturato l’indagine di Rania e immaginato la sua incursione in quell'”altrove” popolato da alberi secolari in cui dialoga con il piccolo Oliver. La sfida più grande è stata affrontare la tematica della paralisi del sonno, visto che ne soffro sin da quando ero bambina. La prima volta avevo solo cinque anni, ma ricordo perfettamente la sensazione di puro terrore che ho provato, così come la creatura d’ombra davanti ai miei occhi che si avvicinava al mio lettino, senza che potessi muovermi o gridare. Ho scavato nella mia esperienza personale, conscia di quanto questo disturbo possa essere difficile da gestire nei periodi in cui si acutizza. Soprattutto quando è accompagnato, come nel mio caso, da allucinazioni ipnagogiche.Per trovare un modo di gestirlo, erano anni che leggevo articoli di medicina, guardavo documentari e cercavo in rete esperienze di altre persone che ne soffrivano, ma devo dire che, tra tutte le rappresentazioni in cui mi sono imbattuta, gli uomini-ombra disegnati da Sergio Gerasi sono tali e quali quelli che infestano i miei incubi a occhi aperti. Affrontarli insieme a Dylan è stato liberatorio, anche se tutt’altro che rassicurante.»
Trovate l’intervista completa, curata da Franco Busatta, QUI.
Il 31 gennaio uscirà il numero conclusivo della trilogia, “… Ma con un lamento”, Dylan Dog n.437. Anche in questo caso, la sceneggiatura è mia, il soggetto di Claudio Lanzoni, i disegni di Sergio Gerasi e copertina dei fratelli Cestaro.
“Si prefigura all’orizzonte un nuovo ordine nell’universo di Dylan Dog. Una crisi che potrà dirsi conclusa solo dopo la resa dei conti con l’enigmatico individuo dal volto scarnificato, Faccia d’ossa.”
È stata una grande emozione per me lavorare a questo progetto. Un grande lavoro di squadra, sotto la guida di Tiziano, un incontro di professionalità e sensibilità diverse, ma tutte accumunate dalla bruciante passione per il nostro Indagatore dell’Incubo.