Si perde davvero chi si ama solo quando non lo si ricorda più: Un sogno lungo un’estate sulla rivista Andersen

Ricordi che riaffiorano. Si dice che i ricordi peggiori vengano in qualche modo cancellati dalla nostra memoria, rimossi, a preservare un giusto equilibrio e una costante serenità mentale. Senza addentrarsi in considerazioni psicanalitiche, questo è quello che accade a Matilde, una ragazza di tredici anni alle prese con una vita apparentemente normale, tra contrasti con i genitori, vacanze indesiderate e un certo scetticismo nei confronti degli adulti che la accumuna a tanti adolescenti. Il “risveglio” di Matilde, o meglio, della sua memoria, avviene durante un’estate iniziata col piede sbagliato. A causa dei problemi di lavoro del padre, infatti, la ragazza è costretta a passare i mesi precedenti l’inizio del liceo presso la casa di una lontana zia, infelicemente ubicata in un desolato paesino di campagna.

Nonostante la situazione sulle prime non appaia molto promettente, Matilde cercherà di adattarsi, tanto che la vacanza si rivelerà una grande occasione per conoscere qualcosa di più sul proprio passato, sui propri genitori, e soprattutto su di sé.

Un romanzo di formazione che si articola su più livelli: il libro è, in parte, una storia familiare, misteriosa e drammatica, in parte il racconto di un’avventura, alla ricerca di un antico tesoro e, infine, una storia di amicizia e di confronto tra persone diverse ma, allo stesso tempo, affini.

Barbara Baraldi riesce, con abilità, a caratterizzare in maniera realistica ed efficace, i personaggi del suo romanzo, analizzando da una prospettiva particolare il rapporto genitori-figli. Personaggi articolati e complessi, i genitori della protagonista hanno personalità che a Matilde riesce difficile comprendere: il padre, nostalgico e deluso da un lavoro e da un matrimonio che iniziano a scricchiolare, non capisce fino in fondo le necessità della figlia; la madre, una figura algida e priva di forza di volontà, non riesce a comunicare con lei, chiudendosi a riccio ogniqualvolta Matilde provi ad avvicinarla.

Essi, inoltre, non si scontrano direttamente con la giovane protagonista, ma la tengono a distanza. Per proteggerla, scopriremo, ma impedendole di essere parte attiva all’interno della famiglia, isolandola e nascondendole una verità dolorosa, ma che dovrebbe necessariamente conoscere. Dietro questo atteggiamento si cela un dolore forte, una sofferenza estrema che spiega almeno parzialmente il comportamento dei due adulti nei confronti della figlia. E che motiva, anche, la condotta severa e distaccata della zia Isabella, così allegra nelle vecchie foto, e ora incapace di un sorriso.

Solo quando il passato verrà dissepolto, sarà possibile per i componenti della famiglia confrontarsi gli uni con gli altri; sarà questo il momento in cui Matilde si renderà conto di essere diventata grande e in cui i suoi genitori capiranno di dover cambiare atteggiamento se vogliono far funzionare l’intricato ingranaggio alla base dei loro rapporti. Un’acuta riflessione sul tema della memoria, perduta, recuperata e resa immortale dalle nostre azioni.

Martina Russo

Articolo pubblicato nella rivista Andersen – aprile 2012

Un sogno lungo un’estate su La Repubblica

Matilde ha quasi quattordici anni, un amoretto forse appena nato e vorrebbe passare l’estate con la migliore amica, Veronica, in Sardegna. Una vacanza tutta chiacchiere e pettegolezzi, con il sole addosso e gli auricolari alle orecchie. Le tocca invece stare “in prigione” coi genitori a tre ore dalla città, nella vecchia casa della zia Isabella, che poi non è proprio zia. È, come si dice, prozia? Seconda zia? Insomma, è la sorella del padre del babbo.

Arrivati. Una costruzione in campagna, niente di che. Aspetto dimesso, screpolata, l’edera a coprire gran parte della facciata. Galline, gatti, lucertole, oche. Oche? Sì, una squadra intera, altissime, grosse e arrabbiate. Fanno la guardia, come quelle del Campidoglio. E che uova, enormi.

Barbara Baraldi è autrice di romanzi noir, di testi di narrativa per adolescenti e sceneggiature per fumetti. È sempre una grandissima emozione per lei annunciare l’uscita di un nuovo libro, il 13 marzo, tra i titoli Einaudi ragazzi, nella collana Carta bianca. “Un sogno lungo un’estate” (216 pp. 10 euro) è un romanzo di formazione, spiega. Racconta di una ragazzina che viene sradicata dalla sua città e portata a trascorrere le vacanze in campagna. Un’abitazione inospitale, che sembra esercitare una cattiva influenza su chi la abita. Sarà per questo che la padrona è acida come uno yogurt? Però che buono lo zabaione di uova d’oca che le ha fatto bere, battuto con lo zucchero e qualcosa versato da una bottiglia scura.

Superata l’iniziale diffidenza, fa amicizia con tre fratelli del posto: Rachele, che parla a macchinetta, Rudy il piccolo guastafeste e Riccardo, sedicenne, appassionato di motocross. Si avventurano a caccia di un tesoro, lo stesso che avevano cercato i genitori da ragazzi. La mappa dipinta sulla facciata di un mulino da un pilota caduto nella zona nella seconda guerra mondiale e rimasto in isolamento proprio nell’antico edificio.

Le vicissitudini di Matilde si intrecciano con le avventure di Lucilla, la protagonista della fiaba che assorbe tutta l’attenzione della madre scrittrice, “chiusa in uno studio che somiglia a una torre in cui è prigioniera, costruita con i mattoni dei suoi silenzi”.

La ricerca di qualcosa sepolto, la scoperta di ricordi perduti e di colpe mai dimenticate. Matilde diventa la protagonista di una favola moderna in cui non sono i mostri a rubare le vite, ma il silenzio. “Scoprirà che il coraggio si conquista con le scelte giuste, giorno per giorno. E troverà una nuova consapevolezza, quella della memoria. Che è sempre stata lì, davanti agli occhi. Come una fotografia sbiadita, come una lettera mai spedita”.

Felice Laudadio jr.

Articolo pubblicato su La Repubblica Bari

Baraldi, lo scrittore è un medium. L’ANSA su «Un sogno lungo un’estate» alla Fiera del libro per ragazzi

BOLOGNA, 19 MAR – Il mistero è l’anima dei libri di Barbara Baraldi che ha preso una piccola pausa dalla sua fortunata serie Scarlett, pubblicata con Mondadori, per scrivere un romanzo di formazione che aveva nel cuore da tempo: ‘Un sogno lungo un’estate’, uscito per Carta Bianca di Einaudi Ragazzi.

«Non mi piace farmi inscatolare in un genere. Per me lo scrittore è un medium. Le storie esistono e lui le porta qua» dice all’ANSA la scrittrice alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna. ‘Un sogno lungo un’estatè è «una delle prime storie che volevo scrivere, ambientata nella mia campagna, quella piatta dell’ Emilia Romagna. Mia nonna mi raccontava sempre di un paracadutista che un’estate cadde nella cosiddetta ghiacciaia, un enorme buco al centro di un casolare dove veniva tenuto il ghiaccio» spiega la Baraldi che si è ispirata a questa vicenda nell’immaginare il protagonista maschile del suo libro, un uomo che nasconde un segreto e occupa un Mulino in disuso. «Prima di morire dipinge un grande affresco sulla facciata del mulino che nasconde la mappa di un tesoro. Tutti i protagonisti, compreso il padre di Matilde (la ragazzina al centro della storia ndr) cercano questo tesoro e non lo trovano. È una metafora della crescita: a un certo punto si rinuncia a cercare nel sogno» dice la Baraldi.

Autrice di gialli, fra i protagonisti del documentario della BBC ‘Italian Noir’, la Baraldi è una cultrice dei teschi che coprono i suoi stivaletti, la sua borsa e sono riprodotti, come fossero angioletti, sulla sua maglietta. «Li colleziono fin da piccola. Spaventano gli spiriti cattivi, sono una forza di protezione potente» spiega. Matilde non vorrebbe andare in campagna con i genitori, è una ragazzina di città, si scambia tutto il tempo sms con la sua amica e invece resterà affascinata dal casolare in cui va. «Le appare il fantasma di un bambino che le dice di trovare una chiave. In tutti i miei romanzi le protagoniste cercano qualcosa dietro una porta. Come nella vita bisogna cercare la chiave delle cose» sottolinea la Baraldi che vive fra Modena e Bologna.

La madre della protagonista è una scrittrice malinconica della quale Matilde legge sempre in anteprima le storie ma questa volta non sarà così, dovrà farlo di nascosto. Con tutti questi segreti, compreso il mistero della porta della stanza di zia Isabella, che non si può aprire, dovrà fare i conti Matilde per arrivare a scoprire se stessa. In questa impresa non è sola: «ci sono – spiega l’autrice – i cosiddetti Gatti selvatici, cioè tre ragazzi di campagna, e un signore con gli occhi diversi: uno nero che racchiude i rimpianti e uno azzurro che racchiude i suoi sogni. Sarà lui ad aiutarla a vedere, attraverso la campagna, la vita vera». Nel frattempo la Baraldi sta lavorando a una nuova trilogia per Mondadori (ANSA).

Articolo scritto da Mauretta Capuano per ANSA

 

101 misteri di Bologna: la recensione di Luigi Bonaro su Knife n.3

È uscito Knife n.3, e in questo numero c’è una splendida recensione del volume «101 misteri di Bologna». Scrive Luigi Bonaro:

«[…] I suoi paragrafi hanno il fascino della storia oracolare raccontata davanti al fuoco, il realismo della diceria malevola di una vicina di casa impicciona, del menestrello che racconta di fatti che si perdono nell’oscurità, nella notte dei tempi. Barbara, abile fabulatrice, riesce a incantarci ancora una volta con le sue fiabe oscure, sondando, questa volta, non più l’universo psichico individuale ma quello collettivo, la memoria storica di una città, la sua stratificazione culturale, ab urbe condita fino a oggi, e a renderlo, come sempre, tangibile nel modo più semplice possibile.»

La rivista può essere acquistata in cartaceo o scaricata gratuitamente in PDF a questo indirizzo: http://nerocafe.net/2012/01/knife-3-finalmente-disponibile/

101 misteri a Bologna: la recensione su La repubblica

LA BOLOGNA PIÙ OSCURA IN CENTOUNO PUNTATE

20 dicembre 2011

PER CHI ama gli arcani letterari, è in libreria Centouno misteri di Bologna (che non saranno mai risolti), una inconsueta guida della città oscura edita da Newton Compton e scritta da una regina del romanzo gotico italiano, Barbara Baraldi.

L’autrice, nota per i suoi romanzi thriller, va alla ricerca della Bologna più inquietante compilando un’ antologia del mistero che costituisce un viatico degli enigmi inspiegabili, dei delitti insoluti tra le mura della nostra città. Nata e vissuta sempre tra Modena e Bologna, l’ autrice ha esordito nel 2007 con il romanzo La ragazza dagli occhi di serpente e oggi ha all’ attivo otto libri, tra romanzi gialli, noir, pubblicazioni per ragazzi e sceneggiature a fumetti. Insieme a Camilleri, Lucarelli e De Cataldo, è protagonista di Italian noir il documentario della Bbc sul thriller Italiano.

Il volume ripercorre gli aspetti segreti della vita di Bologna, una città gelosa delle proprie tradizioni, sede di una delle più antiche università del mondo, vertice di un triangolo esoterico, custode di sepolcri nascosti sotto le rovine di una delle sue tante basiliche e territorio in cui si narra sia nascosto un preziosissimo tesoro sepolto qui dai Templari e mai ritrovato (uno dei misteri, tra i centouno, che non saranno mai risolti). L’ antologia parte dalla preistoria e arriva ai nostri giorni, non tralasciando i numerosi casi di cronaca avvenuti a Bologna (dall’ omicidio Lorussoa quello della Alinovi al Dams, dalla strage del Due agosto agli omicidi della Uno bianca) tutta la storia della città viene tratteggiata a tinte noir.

Il testo attraversai secolia partire dai quesiti irrisolti della lontanissima e pacifica civiltà villanoviana, che usava però strani simboli come la svastica, con cui inizia il libro, fino alla controversa questione dell’ origine del tortellino con cui si chiude. In tutta la sua storia, la città si trova avvolta da misteri: dalla presunta ricostruzione di Bologna ad opera di Nerone, proprio in seguito ad un incendio (che forse ingenerò nell’ imperatore l’ idea di incendiare e ricostruire anche la città di Roma) al giallo della Gioconda di Leonardo Da Vinci, ispirata forse ad una enigmatica dama ospitea Bologna,a palazzo Felicini, insieme proprio a Leonardo, al seguito del re di Francia.

E ancora, passando per streghe, maghi, fantasmi, le rane di Galvani all’ origine del romanzo di Mary Shelley, Frankenstein, e la leggenda del pittore delle agonie descritto da Pupi Avati nel film La casa dalle finestre che ridono, la scrittrice del giallo traccia un’ immagine inedita della città, avvolgendola in un alone di mistero, tra storia, cronaca e leggenda.

MICOL ARGENTO

Articolo pubblicato su La repubblica

101 misteri di Bologna. Rassegna stampa

Da «Il resto del Carlino» del 21 ottobre 2011:

In 101 capitoli la Bologna che fa paura

Si comincia dall’inizio (ovvero dagli enigmi di quella pacifica civilità villanoviana per molti versi ancora sconosciuta «che usava però strani simboli come la svastica») e si arriva ai nostri anni Novanta (per ricordare ad esempio il tentato sequestro alla Capannina di Luca Pazzaglia). E in mezzo c’è di tutto e di più: la vicneda dell’astrologa Gentile Budrioli, bruciata come strega nel quindicesimo secolo davanti a San Domenico; il sospetto che Mary Shelley abbia scrittoFrankenstein grazie alla descrizione che Lord Byron le avrebbe fatto degli esperimenti sulle rane di Luigi Galvani; la leggenda del pittore delle agonie descritto da Pupi Avati nel film La casa dalle finestre che ridono. Tutti gli enigmi inspiegabili (compresa l’invenzione del tortellino) e i delitti insoluti della città oscura trovano una ribalta dunque in 101 misteri di Bologna di Barbara Baraldi. L’autrice, nata a Mirandola ma bolognese d’adozione, ha già scritto otto romanzi spaziando dal noir al dark fantasy. E, quindi, è una scrittrice che al mistero dà del tu.

Come è nato in lei questo interesse per l’ignoto all’ombra delle Due torri?

Fin da bambina, quando il sabato pomeriggio venivo a Bologna a trovare i parenti, preovavo una curiosità morbosa per le chiese, le lapidi, gli antichi palazzi. Erano le zie a raccontarmi i fatti di cronaca di allora che la mia mente viveva in una luce particolare. Mi ricordo il caso dello strangolatore di prostitute e quella sua vittima sola e gentile soprannominiata la Giraffa. E l’assassinio di Nino D’Alfonso, morto senza che si sia mai trovata una spiegazione.

I 101 casi che lei racconta sono quindi romanzati ma assolutamente veri?

Certo, sono frutto di una documentazione attenta a cui io do più chiavi di lettura. L’ultima parte del libro è dedicata in particolare agli edifici infestati da presenze inspiegabili. Cito quanto accadde negli anni 50 in una scuola alla Croara dove morì un bambino precipitato dalle scale mentre giocava a pallone. Lì c’erano improvvisi allagamenti, porte che si chiudevano da sole, voci infantili sussurranti. Alla fine la scuola è stata abbattuta.

Lei parte da episodi storici lontanissimi nel tempo, citando addirittura la visita di Nerone a Bologna…

Sembra che l’imperatore sia stato chiamato qui nel 60 dopo Cristo per assistere alla ricostruzione di Bologna dopo l’incendio. Da lì gli sarebbe nata l’idea di appiccare fuoco a Roma per ricostruirla più bella.

A proposito di fantasy, anche qui si sarebbe cercato il tesoro dei Templari?

Molte chiese furono spazzate via proprio per questo motivo. Un episodio curioso riguarda Santa Maria della Magione in strada Maggiore: era rimasto in piedi solo il campanile alto 16 metri e Achille Malvezzi decise di correggerne l’inclinatura. Non si sa come Aristotele Fioravanti, l’uomo che costruì il castello di Budapest, riuscì a spostare quel campanile.

Sostiene anche che questa è terra di vampiri…

Mi ha colpito che durante i lavori dell’Alta velocità sia venuta alla luce una necropoli antica di 200 tombe, in cui si sono scoperte 44 sepolture anomale. Ad alcuni giovani sono stati staccati gli arti e inchiodati i piedi alla testa. Sono le pratiche che si usavano con i revenant, quelli che, secondo la leggenda, tornano dalla morte per vendetta.

C’è una cosa che l’ha colpita più di altre?

Che qui vivesse il più grande esorcista di tutti i tempi, Girolamo Menghi. Era un monaco francescano che trattava di sabba e di streghe. I suoi libri sono finiti all’Indice.

Claudio Cumani


Da «Il fatto quotidiano» del 20 ottobre 2011:

Dalla strega Budrioli al delitto Alinovi, i 101 misteri di Bologna nel libro della Baraldi

C’è la storia di Carlo Nigrisoli, il medico bolognese condannato nel 1965 a 24 anni di carcere per avere ucciso la moglie Ombretta, con una iniezione di curaro. Quella di Francesca Alinovi, 35enne critica d’arte e ricercatrice del Dams, trovata morta nel 1983 nel suo appartamento di via del Riccio, nel centro storico di Bologna. E quelle più antiche, sospese a metà tra cronaca e leggenda. Come quella di Gentile Budrioli, chiamata anche Strega Enormissima, vittima alla fine del 1400 del tribunale dell’inquisizione. Delitti feroci ed enigmi indecifrabili nascosti tra i portici. E raccolti dalla scrittrice Barbara Baraldi in un libro intitolato “101 misteri di Bologna che non saranno mai risolti”.

Il volume ripercorre la vita di Bologna dalla preistoria fino ai giorni nostri, tratteggiandone il volto noir. Si parte da lontano, anzi lontanissimo, con il mistero della società villanoviana, spazzata via mille anni prima di Cristo probabilmente perché incapace di costruire armi e fare la guerra. E con un salto di oltre 2mila anni, si arriva davanti al monastero del Corpus Domini, in via Tagliapietre. Dove è conservata Santa Caterina, badessa considerata dotata di poteri divini e santificata tre secoli dopo la sua morte, nel 1712. Ancora oggi il suo corpo si trova intatto, posizionato sopra un seggio, proprio come se fosse in vita. E c’è chi narra che, quando le vengono cambiati i vestiti, dalla sua pelle scura, perfetta e incorrotta esca un olio miracoloso. Continue reading

La bambola dagli occhi di cristallo: la recensione di Sergio Rotino su L’informazione

È datata 29 giugno la recensione di Sergio Rotino del mio romanzo «La bambola dagli occhi di cristallo», e pubblicata sul quotidiano L’informazione.

La bambola dagli occhi di cristallo

La bambola che odia gli uomini. L’ultimo di Barbara Baraldi

Il titolo dell’ultimo thriller licenziato da Barbara Baraldi, La bambola dagli occhi di cristallo (Castelvecchi, pp. 248, 16 euro), ricorda un Dario Argento d’antàn. Di certo, come nelle opere del grande maestro, nel lavoro dell’autrice emiliana non mancano sangue e violenza, narrati però con una scrittura femminile, attenta alla messa in scena e alla focalizzazione dei dettagli. A tratti La bambola, presentato alle 18 alla Feltrinelli-Galvani dall’autrice con Mirella Malaguti, sembra avere i natali nell’oscura opera prima di un altro cineasta, l’americano Abel Ferrara, che nel 1980 debutta con L’angelo della vendetta. La trama del film per come la recita il Morandini è: «ragazza muta, vittima di un duplice stupro, si arma di pistola e fa piazza pulita di ogni maschio che sembra meritarselo, ma il suo giudizio non è particolarmente selettivo». Storia cupa, immersa in una New York notturna il cui eco ritroviamo nel romanzo di Baraldi, anch’esso cupo, violento, che offre una Bologna altrettanto notturna, spogliata di qualsivoglia bonomia. Al centro di entrambe le opere, una figura femminile che si fa giustizia da sola. Ma Baraldi gioca a innalzare la posta e a depistare mettendo in pagina almeno quattro protagoniste: la bionda e solitaria Eva; la medium Viola (ecco Argento che ritorna), bella rossa che subisce i soprusi del delinquentello Nunzio; Giulia, collega di Eva, Samantha, tipica iperbellona. Le loro vicende creano il romanzo, al cui interno uomini che molestano o stuprano donne muoiono per mano di una assassina seriale, bionda e con gli occhi azzurri. Indubbiamente il colpevole è fra loro quattro, ma spetta al lettore scoprirlo.

Sergio Rotino

Articolo pubblicato sul quotidiano L’informazione

«Scarlett – Il bacio del demone» e «La bambola dagli occhi di cristallo»: La recensione del quotidiano La repubblica

È uscita il 28 giugno sul quotidiano La repubblica una bella recensione dei miei più recenti romanzi: «La bambola dagli occhi di cristallo» (Castelvecchi) e «Scarlett – Il bacio del demone» (Mondadori)

Scarlett e La bambola su La repubblica

Il gotico italiano della Baraldi nelle città di bambole e demoni

BARBARA Baraldi ha ormai tanti estimatori fra critici, scrittori e lettori. Per molti è la regina del cosiddetto “gotico italiano”, in cui si mescola thriller, horror, romanticismo e altro. Ora è in libreria con due nuove uscite. La bambola dagli occhi di cristallo (Castelvecchi, presentazione domani alle 18 alla Feltrinelli di piazza Galvani) e Scarlett – Il bacio del demone (Mondadori).

Il primo, già apparso per le stesse edizioni Mondadori, è un thriller che cattura il lettore, il secondo una storia senese tra demoni, amori e delitti. Due vicende apparentemente lontane. La Bambola è ambientato in una Bologna cupa e criminale, con l’ennesimo serial killer sotto le Torri. Quando Massimo Moscati scrisse l’introduzione a I delitti del gruppo 13, nel 1992, forse non immaginava che l’ aumento della criminalità e l’insicurezza generalizzata avrebbero generato tante morti di carta all’ ombra di San Petronio.

Eppure i casi si moltiplicano. Gli scrittori che raccontano omicidi seriali bolognesi sono sempre più. La Baraldi ne mette in scena uno femminile, capace, come altri personaggi femminili, di incuriosire, interessare alla sua storia, alla sua psicologia, in una costellazione di frammenti narrativi che si snodano tra le indagini dell’ispettore Marconi e la sanguinosa situazione felsinea, ricca di indizi sapientemente diffusi nel racconto della scrittrice modenese, che risolve il plot in una chiave cupa senza redenzione né consolazione. Sotto la luce della luna e i suoi cicli.

Come in Scarlett – Il bacio del demone, seguito del romanzo Scarlett, uscito sempre per Mondadori tempo fa, che racconta dell’ arrivo della protagonista a Siena dopo un avventuroso viaggio da Cremona, dove si innamora del bassista della band “Dead Stones”, Mikael, il ragazzo con gli occhi che rapiscono. Unico problema: è un demone. Siamo quindi nel territorio del fantastico, a tinte cupe. Questo secondo romanzo si apre sulla mancanza del Demone, in esilio. L’ amore di Scarlett però è contrastato: diventa evidente nel corso del romanzo, dopo il ritrovamento del cadavere di una ragazza alla festa di fine estate, forse imputabile a un altro demone, e Mikael torna.

Due romanzi in cui dominano le ambientazioni notturne e soprattutto lo sguardo della luna, i suoi cicli, il suo legame con le figure femminili, la sua violenta naturalità. È questa la cifra narrativa della Baraldi che si è imposta al pubblico che ama la letteratura definita “gotica” tuttavia declinata con buona riuscita in un contesto paesaggistico e sociale tipicamente italiano. Ne nasce una miscela che ha convinto i lettori e che ha avuto successo anche all’ estero in contesti nei quali questo tipo di letteratura è molto più frequentata sia dagli scrittori che dai lettori. Con questi due libri, la scrittrice si conferma sulla linea che finora le è valsa numerosi consensi.

ALBERTO SEBASTIANI

Articolo pubblicato su La repubblica

La Bologna «sporca»: La bambola dagli occhi di cristallo sul Corriere della sera

Oggi, sul Corriere di Bologna, un articolo di Massimo Marino: intervista e recensione del romanzo «La bambola dagli occhi di cristallo».

La bambola dagli occhi di cristallo sul Corriere della sera

Un estratto dell’articolo: «Il romanzo di Barbara Baraldi ha la felicità avvincente degli altri lavori della dark lady della provincia modenese. Il thriller scoppia nella vita quotidiana di ragazze comunissime, fragili, dolci, determinate. Il crimine seriale nasce come reazione, come frutto malato di una pianta che coltiviamo tutti i giorni, quella della violenza sulle donne. Tra aspiranti pubblicitarie, fidanzate strapazzate, spacciatori, machos, poliziotti sensibili, ragazzini frustrati, ricchi più o meno annoiati, sbocciano delitti firmati da impronte di tacchi a spillo marchiate nel sangue. Intorno sta lei, Bologna»

«La bambola dagli occhi di cristallo»: La recensione di Giovanni Pacchiano su Il sole 24 ore

È apparsa domenica 1 maggio la recensione sul quotidiano «Il sole 24 ore» del romanzo «La bambola dagli occhi di cristallo» (Castelvecchi, 2011):

La recensione del Sole 24 ore de «La bambola dagli occhi di cristallo»

Ai romanzi gialli non chiediamo solo una trama che ci soddisfi. Domandiamo anche la presenza di una scrittura originale, che ci faccia riconoscere l’autore da libro a libro. È per questo, ad esempio, che prediligiamo il giallista bolognese Patrick Fogli (L’ultima estate d’innocenza, Piemme 2007), tanto lirico e barocco quanto magistrale nell’aggrovigliare le trame. È per questo che oggi ci colpisce una voce relativamente nuova, quella di Barbara Baraldi. Nata a Mirandola (Modena), fotografa e modella. Ma anche, con La bambola dagli occhi di cristallo, il suo ultimo libro, giallista di classe. Anche lei scrittrice di fondo lirico, spesso arricchito dal gusto delle metafore (cifra, comunque, di una solida tradizione letteraria emiliana, realistica e insieme onirica), e capace di creare nel lettore un clima hitchcockiano di attesa angosciosa.

Tutto questo raggiunge una vetta narrativa alta appunto in La bambola dagli occhi di cristallo. Ambientato in una Bologna degradata, triste e oscura, soprattutto notturna. Dove si agitano le vite dei suoi personaggi. Ragazze, specialmente ragazze. Tutte belle e infelici. Ma, tra di loro, una crudele, misteriosa assassina seriale…

Ragazze. C’è Viola, «occhi blu che sembrano quasi neri», «soffici capelli rossi» (ma ogni tanto porta Continue reading

Da oggi in libreria: La bambola dagli occhi di cristallo

Il booktrailer del romanzo:

La colonna sonora del booktrailer è dei Bahntier: http://www.bahntier.com

La bambola dagli occhi di cristalloBarbara Baraldi

LA BAMBOLA DAGLI OCCHI DI CRISTALLO

Ed. Castelvecchi

Collana: Le Torpedini

pp.246 – Euro 16,00

«Un thriller che non dà tregua e che ridipinge l’immaginario di Bologna come una città da brivido» The Guardian

Tra le tortuose vie del centro o sotto i portici, a Bologna nulla è davvero come sembra. Le notti dell’ispettore Marconi, un giovane sbirro con l’istinto di un mastino, lo confermano. Davanti agli occhi dell’investigatore, scene di inaudita violenza: feroci delitti che non offrono nessun indizio se si esclude il sesso delle vittime – rigorosamente uomini – e strane impronte di tacchi a spillo rinvenute vicino ai cadaveri. Mentre sale la tensione, le indagini avvolgono l’ispettore Marconi e la sua squadra in una spirale di eventi: un torbido vortice di passioni che lega alla morte i locali più glamour della città delle Torri. Soltanto Viola, una giovane medium tormentata dalle sue visioni e da un fidanzato violento, appare in grado di squarciare il velo del letale mistero che insanguina Bologna: un gioco perverso dove la vita si confonde con il suo opposto e dove la seduzione diventa un’arma affilata come la scrittura di Barbara Baraldi, regina indiscussa del nuovo romanzo gotico italiano.

«Questa ragazza di provincia dagli occhi verdi penetranti e dall’aria molto dark è il nuovo fenomeno del thriller italiano» Massimo Marino, «Il Corriere della Sera».

«Barbara Baraldi, nel thriller italiano, è una voce nuova che si è conquistata una meritata popolarità. Sa alternare il versante della paura e dell’orrore a un’analisi dei sentimenti» Giovanni Pacchiano, «Il Sole 24 ore».

La paura fa bene?

In attesa delle novità di questa primavera (ce ne sarà più di una 😉 ) riporto la versione integrale della conversazione con Massimo Marino apparsa qualche tempo fa sul Corriere della Sera.

La paura fa bene: conversazione con Barbara Baraldi

“Vero e fighissimo gotico. Me lo sono bevuto”: è schematico ma efficace il giudizio che una star del noir come Massimo Carlotto dà di Lullaby, uno degli ultimi romanzi di Barbara Baraldi. Nata a Mirandola, abitante a San Felice sul Panaro, questa ragazza di provincia dagli occhi verdi penetranti e dall’aria molto dark è il nuovo fenomeno del thriller italiano. Vincitrice dei più importanti premi di settore, segnalata dalle riviste specializzate ma anche da “Vanity Fair”, “Vogue” e dal “Sole 24 ore”, riesce a tenere incollati alle sue pagine insinuando il mistero e il terrore in scenari di vita normale. Nel 2010 ha pubblicato per i Gialli Mondadori Bambole pericolose, ambientato in una Bologna violenta e esoterica, Lullaby. La ninnananna della morte per Castelvecchi e Scarlett per Mondadori.

Tre libri tra febbraio e maggio. Un vero record.

“In realtà è stato un caso, dovuto a vicende editoriali. Bambole pericolose, seguito di un libro uscito anche in Inghilterra, doveva essere pronto in agosto dell’anno scorso ed è slittato. Lullaby ha avuto varie revisioni…”.

Si riconosce nella definizione di regina del thriller gotico italiano?

“In parte sì. Sono quelle le atmosfere che mi hanno fatto nascere la voglia di scrivere. I primi libri che mi sono comprata da sola, a 13 anni, sono Dracula e Frankenstein”.

Ho letto che Morticia Addams è un suo modello…

“Sin da quando ero piccola mi è sempre piaciuto il lato oscuro. Invece dei cartoni più solari guardavo La famiglia Addams. Ho smesso di mangiarmi le unghie per averle lunghe come quelle di Morticia. A 11 anni avevo chiesto il mio primo smalto nero, e sono riuscita ad averlo a 13”.

È vero che lo usava per scrivere sul muro della sua stanza?

“Sì. Ho sempre avuto il feticismo della parola. Certe frasi che mi piacevano dovevo scriverle sul bianco della parete per averle sempre davanti, quando mi alzavo al mattino, quando andavo a letto la sera”. Continue reading