Dal 15 novembre in liberia: Bloodymilla, il mio primo romanzo a fumetti

Finalmente in libreria la mia prima graphic novel. Una storia gotica ambientata a metà dell’Ottocento con protagonista Bloodymilla, una vampira che combatte i suoi simili alla ricerca della sorella gemella, Tenebra.

Presentato in anteprima a Lucca comics quest’anno, Il volume – 72 pagine tutte a colori – inaugura la nuova collana Neverland, curata da Gianfranco Staltari e Stefano Fantelli, ed è anche il mio personale tributo alle vampire dei fumetti italiani degli anni Sessanta e Settanta. I disegni sono delle talentuose Elena Cesana e Roberta Ingranata. La stupenda copertina è invece firmata Marco Dominici.

Il libro può essere acquistato in libreria, in fumetteria, o direttamente sul sito dell’editore Delos books.

Dall’introduzione firmata Staltari-Fantelli:

E se Lady Oscar fosse stata scritta da Mary Shelley?

Raccontarsi storie terrificanti alla luce fievole di una torcia elettrica tascabile è molto divertente e un minimo nostalgico, fa molto film horror very anni ‘80 old style, ma sparare a raffica progetti editoriali ambiziosi è davvero impagabile. Noi comunque abbiamo fatto entrambe le cose, in una torrida serata estiva, complice un pessimo collegamento Internet. Quando poi uno di questi progetti prende vita e ne perdi completamente il controllo come se fosse un virus inattaccabile che contagia tutti quelli con cui viene a contatto allora vuol dire che è successo il miracolo e una danza (macabra) è inevitabile, anche se ti trovi in un luogo pubblico e la gente ti guarda e poi si volta dall’altra parte scuotendo la testa. Del progetto virale in questione, se state leggendo queste righe, vuol dire che ne stringete in mano il primo sanguinoso parto.

Bloodymilla di Barbara Baraldi (inevitabilmente contaminata dal virus) è il primo numero di una serie di graphic novel autoconclusive scritte da autori che abbiamo preso in prestito (rubati) alla narrativa, campo in cui sono già più che affermati, sia in Italia che all’estero. Barbara e le disegnatrici Elena Cesana e Roberta Ingranata (contaminate anche loro, giovani promesse del fumetto italiano, ne sentirete parlare ancora) possiamo quindi considerarle le madrine di questa collana. La casa editrice Delos Books, nella figura di Franco Forte (Contaminato! Contaminato! Contaminato!) ha creduto nel progetto e dopo una lunga e a volte delirante selezione di scrittori e disegnatori, dopo accese discussioni intervallate da divagazioni altrettanto accese, dopo che uno strano cane nero di nome Neve ha rovesciato ettolitri di latte sul portatile che conteneva tutti i nostri appunti, alla fine Bloodymilla è tra le nostre e le vostre mani.

Barbara Baraldi, definita la regina del gotico italiano, artefice di romanzi di successo come Lullaby e Scarlett, ha scritto una sceneggiatura originale e avvincente, una storia popolata da incantevoli vampire e cacciatori di mostri, una favola dark in salsa Cappa & Spada che risponde alla domanda: cosa sarebbe successo se Lady Oscar fosse stata scritta da Mary Shelley? Attraversate dai fulmini scaturiti dalle matite e dai pennelli di Elena e di Roberta le visioni di Barbara hanno preso vita. Andate a vedere i cavalli a pagina 24 e diteci se non avete l’impressione che stiano per uscire dalla pagina. Noi un ingrandimento di quei cavalli l’abbiamo appeso alla parete e ogni volta che passiamo da lì ci spostiamo per non essere travolti.

Ennesimo contaminato, last but not least, l’artista internazionale Marco Dominici ha confezionato l’abito di Bloodymilla realizzando per noi la splendida immagine di copertina. Che siate burattinai crudeli o burattini danzanti, che siate damigelle assetate di sangue e allergiche al sole o cacciatori di creature demoniache, l’unica cosa certa è che state per essere contaminati.

Scarlett approda all’università

Niente paura: l’ambientazione di Scarlett è destinata a rimanere il liceo San Carlo. «Viaggio nel romanzo gotico di ieri e di oggi» è il titolo della tesi di laurea scritta da Selen Miriam Leccia alla scuola superiore per mediatori linguistici di Milano (istituto universitario). Ne riporto un piccolo estratto. Tra gli argomenti sviscerati, una comparazione tra i classici del romanzo gotico ottocentesco e… Scarlett! Tantissime congratulazioni a Selene per la sua laurea da parte mia!



101 misteri di Bologna. Rassegna stampa

Da «Il resto del Carlino» del 21 ottobre 2011:

In 101 capitoli la Bologna che fa paura

Si comincia dall’inizio (ovvero dagli enigmi di quella pacifica civilità villanoviana per molti versi ancora sconosciuta «che usava però strani simboli come la svastica») e si arriva ai nostri anni Novanta (per ricordare ad esempio il tentato sequestro alla Capannina di Luca Pazzaglia). E in mezzo c’è di tutto e di più: la vicneda dell’astrologa Gentile Budrioli, bruciata come strega nel quindicesimo secolo davanti a San Domenico; il sospetto che Mary Shelley abbia scrittoFrankenstein grazie alla descrizione che Lord Byron le avrebbe fatto degli esperimenti sulle rane di Luigi Galvani; la leggenda del pittore delle agonie descritto da Pupi Avati nel film La casa dalle finestre che ridono. Tutti gli enigmi inspiegabili (compresa l’invenzione del tortellino) e i delitti insoluti della città oscura trovano una ribalta dunque in 101 misteri di Bologna di Barbara Baraldi. L’autrice, nata a Mirandola ma bolognese d’adozione, ha già scritto otto romanzi spaziando dal noir al dark fantasy. E, quindi, è una scrittrice che al mistero dà del tu.

Come è nato in lei questo interesse per l’ignoto all’ombra delle Due torri?

Fin da bambina, quando il sabato pomeriggio venivo a Bologna a trovare i parenti, preovavo una curiosità morbosa per le chiese, le lapidi, gli antichi palazzi. Erano le zie a raccontarmi i fatti di cronaca di allora che la mia mente viveva in una luce particolare. Mi ricordo il caso dello strangolatore di prostitute e quella sua vittima sola e gentile soprannominiata la Giraffa. E l’assassinio di Nino D’Alfonso, morto senza che si sia mai trovata una spiegazione.

I 101 casi che lei racconta sono quindi romanzati ma assolutamente veri?

Certo, sono frutto di una documentazione attenta a cui io do più chiavi di lettura. L’ultima parte del libro è dedicata in particolare agli edifici infestati da presenze inspiegabili. Cito quanto accadde negli anni 50 in una scuola alla Croara dove morì un bambino precipitato dalle scale mentre giocava a pallone. Lì c’erano improvvisi allagamenti, porte che si chiudevano da sole, voci infantili sussurranti. Alla fine la scuola è stata abbattuta.

Lei parte da episodi storici lontanissimi nel tempo, citando addirittura la visita di Nerone a Bologna…

Sembra che l’imperatore sia stato chiamato qui nel 60 dopo Cristo per assistere alla ricostruzione di Bologna dopo l’incendio. Da lì gli sarebbe nata l’idea di appiccare fuoco a Roma per ricostruirla più bella.

A proposito di fantasy, anche qui si sarebbe cercato il tesoro dei Templari?

Molte chiese furono spazzate via proprio per questo motivo. Un episodio curioso riguarda Santa Maria della Magione in strada Maggiore: era rimasto in piedi solo il campanile alto 16 metri e Achille Malvezzi decise di correggerne l’inclinatura. Non si sa come Aristotele Fioravanti, l’uomo che costruì il castello di Budapest, riuscì a spostare quel campanile.

Sostiene anche che questa è terra di vampiri…

Mi ha colpito che durante i lavori dell’Alta velocità sia venuta alla luce una necropoli antica di 200 tombe, in cui si sono scoperte 44 sepolture anomale. Ad alcuni giovani sono stati staccati gli arti e inchiodati i piedi alla testa. Sono le pratiche che si usavano con i revenant, quelli che, secondo la leggenda, tornano dalla morte per vendetta.

C’è una cosa che l’ha colpita più di altre?

Che qui vivesse il più grande esorcista di tutti i tempi, Girolamo Menghi. Era un monaco francescano che trattava di sabba e di streghe. I suoi libri sono finiti all’Indice.

Claudio Cumani


Da «Il fatto quotidiano» del 20 ottobre 2011:

Dalla strega Budrioli al delitto Alinovi, i 101 misteri di Bologna nel libro della Baraldi

C’è la storia di Carlo Nigrisoli, il medico bolognese condannato nel 1965 a 24 anni di carcere per avere ucciso la moglie Ombretta, con una iniezione di curaro. Quella di Francesca Alinovi, 35enne critica d’arte e ricercatrice del Dams, trovata morta nel 1983 nel suo appartamento di via del Riccio, nel centro storico di Bologna. E quelle più antiche, sospese a metà tra cronaca e leggenda. Come quella di Gentile Budrioli, chiamata anche Strega Enormissima, vittima alla fine del 1400 del tribunale dell’inquisizione. Delitti feroci ed enigmi indecifrabili nascosti tra i portici. E raccolti dalla scrittrice Barbara Baraldi in un libro intitolato “101 misteri di Bologna che non saranno mai risolti”.

Il volume ripercorre la vita di Bologna dalla preistoria fino ai giorni nostri, tratteggiandone il volto noir. Si parte da lontano, anzi lontanissimo, con il mistero della società villanoviana, spazzata via mille anni prima di Cristo probabilmente perché incapace di costruire armi e fare la guerra. E con un salto di oltre 2mila anni, si arriva davanti al monastero del Corpus Domini, in via Tagliapietre. Dove è conservata Santa Caterina, badessa considerata dotata di poteri divini e santificata tre secoli dopo la sua morte, nel 1712. Ancora oggi il suo corpo si trova intatto, posizionato sopra un seggio, proprio come se fosse in vita. E c’è chi narra che, quando le vengono cambiati i vestiti, dalla sua pelle scura, perfetta e incorrotta esca un olio miracoloso. Continue reading

Bloodymilla a Lucca comics

Il mio programma di massima del 29 ottobre a Lucca:

  • ore 10:30 firmacopie presso lo stand Mondadori (A611) per Scarlett e Scarlett II
  • ore 11:30 videointervista presso stand Mondadori (A611)
  • ore 15:00 sul palco della sala Ingellis con Francesco Falconi e Paolo Barbieri
  • ore 17:00 firmacopie presso lo stand Elliot (E187)
  • Il resto del tempo (nei limiti delle mie possibilità): stand Delos (A022) per firmacopie Bloodymilla

Anche se l’uscita ufficiale è fissata per il 15 novembre, Bloodymilla, la mia prima graphic novel, sarà disponibile in anteprima a Lucca comics presso lo stand dell’editore Delos books, dove è organizzato anche il firmacopie durante la giornata di sabato 29 ottobre.

Streghe, vampiri, bestie infernali e burattini con l’anima (o uomini che l’hanno persa). Benvenuti nel mondo di Bloodymilla: l’affascinante vampira che combatte le creature del male con le loro stesse armi! Il personale omaggio alle vampire dei fumetti degli anni Settanta della regina del gotico italiano Barbara Baraldi.

Bloodymilla è una bellissima e misteriosa vampira che è stata trasformata in una creatura della notte da un demone e che usa i suoi poteri per combattere quelli come lei. In questo episodio, la bella vampira dovrà affrontare un viaggio verso Firenze per ritrovare sua sorella Tenebra, scomparsa molti anni prima, quando fu rapita dallo stesso demone che rese vampira Bloodymilla. Il viaggio sarà costellato di minacce e avversari temibili come Samael, il cacciatore di vampiri cannibale o Il Burattinaio, demone in grado di rubare l’anima alle persone e costruire marionette identiche agli esseri umani, che eseguono ogni suo comando. Riuscirà Bloodymilla con i suoi fedeli servitori André, capace di trasformarsi in lupo, e Demetra la strega a trovare la sorella?

Soggetto e sceneggiatura: Barbara Baraldi

Disegni: Elena Cesana

Nasce a Milano nel 1985 e frequenta la Scuola del Fumetto. Nello stesso anno e nella stessa scuo­la insegna per due anni al corso amatoriale. Nel 2009 pubblica il secondo volume dell’Insonne (Edizioni Arcadia), dal titolo Il male dentro. Negli anni successivi, lavora come copertinista per l’Eclissi Editrice, realizzando le copertine dei romanzi: Milano Muta, La Rua e Un destino inventato.

Disegni: Roberta Ingranata

Nasce a Milano nel 1986 e frequenta la Scuola di Fumetto. Collabora costantemente con l’azienda Gfb di Sesto San Giovanni come colorista per case editrici come Sergio Bonelli Editore, Astorina e Mondadori.

Illustrazione di copertina: Marco Dominici

Il volume è prenotabile a prezzo scontato sul sito dell’editore.


Gianni Schicchi trionfa all’Ozu film festival

Si è concluso ieri sera l’Ozu film festival, con la proclamazione del vincitore assoluto “Gianni Schicchi”, cortometraggio del milanese Francesco Visco.

L’Off non è stato solo cinema, ma anche musica, con una performance di Davide Toffolo dei Tre allegri ragazzi morti, letteratura con un concorso letterario presieduto da Gianluca Morozzi per costruire un racconto intorno a frasi celebri di film. È stata soprattutto passione, quella degli organizzatori e di tutti i partecipanti che sono giunti anche da lontano, a testimoniare la vocazione internazionale del festival. La cornice è stata una Sassuolo, vestita per l’occasione da dark lady di un film noir.

Gli altri premi assegnati dalla giuria di cui sono onorata di aver fatto parte sono miglior regia (“Nuit blanche”), miglior sceneggiatura (“La fleuve à droite”), gran premio della giuria (“Augenblicke”), miglior interpretazione (Joppe del documentario “I’m a girl”) e miglior film italiano (nuovamente “Gianni Schicchi”).

In giuria Rocco Tanica, Barbara Baraldi, Manetti bros

Ci vediamo all’Ozu film festival

Inizia oggi a Sassuolo la XIX edizione dell’Ozu film festival, festival internazionale del cortometraggio. Quest’anno in giuria ci sono anch’io, insieme a Rocco Tanica di Elio e le storie tese e ai mitici Manetti bros.

Una breve presentazione del festival tratta dal sito ufficiale:

Il Circolo Culturale Fahrenheit 451 di Sassuolo (MO, Italy) ha ideato diciotto anni fa una manifestazione che è cresciuta enormemente e che ogni anno porta a partecipare alle selezioni per l’ammissione al festival più di 500 autori dall’Italia e dall’estero. L’evento, gratuito, ha saputo negli anni ritagliarsi un posto di primo piano tra i numerosi appassionati di cinema tanto da venir considerato ormai un appuntamento fisso ed irrinunciabile dai pubblici più diversi.

L’Ozu nasce nel 1993 grazie all’intuizione di alcuni amici appassionati di cinema ed in particolare devoti al maestro giapponese Yasujiro Ozu con l’obiettivo di promuovere nuovi talenti e idee del settore. Alle prime edizioni di stampo dichiaratamente locale è seguita una crescita sorprendente della manifestazione che nel tempo ha catturato l’attenzione internazionale. Infatti l’Ozu è entrato a far parte di un circuito di festival europei, asiatici e d’oltre oceano. Da diversi anni l’Ozu Film Festival è partner di numerose manifestaizoni analoghe di livello internazionale. Artisti come Franca Rame, Marco Paolini, Carla Signoris e Dino Abbrescia hanno partecipato alla rassegna. Curiose le apparizioni di Lucio Dalla e del Pallone d’oro Fabio Cannavaro.

Attualmente sono entrati a fare parte diretta dell’organizzazione gruppi di professionisti del settore come i membri dell’Associazione “Il Sassolino”, che è anche media partner ufficiale del festival.

La rivista ufficiale del festival è Il sassolino.

Orme gialle 2011: tra fantasmi e assassini, la proclamazione dei vincitori

Adoro la Toscana, ma questo ho già avuto modo di dirlo. Tra i luoghi a cui sono legata c’è Pontedera. Qualche anno fa, timidissima e trepidante, ci sono stata per la prima volta in occasione della premiazione del concorso Orme gialle. Sul palco c’era Carlo Lucarelli, presidente onorario dell’associazione, e io tra il pubblico, convocata per la premiazione insieme agli altri finalisti. Quell’anno vinsi il premio Mario Casacci per il miglior racconto adattabile all’immagine filmica con “Dorothy non vuole morire”. Piazzarti in un concorso letterario importante dà una grande forza, ti sprona ad andare avanti nel difficile mondo editoriale. Ti offre la possibilità di essere letto da professionisti del settore, magari proprio dal tuo scrittore preferito, quello di cui non perdi un libro. Continue reading

Sono tornata a scuola!

Be’, non esattamente tra i banchi: l’occasione è stata il sessantesimo anniversario del “mio” liceo, quello dove ho studiato, a Finale Emilia. Due incontri in aula magna, moderati dalla mia ex prof di Tedesco Donatella Casarini. Una mattinata dove si è parlato di narrativa, di fantastico, ma soprattutto di sogni. Sogni che possono essere realizzati, se ci crediamo abbastanza. Anche in Italia, persino partendo da un piccolo paese di provincia. Se c’è una cosa che ho imparato a scuola, è proprio questo: non smettere di sognare. Emozionanti i momenti delle letture. Compresi i brani tratti da Scarlett, tradotti in Inglese dalla sezione Z (la stessa che ho frequentato io, il linguistico) sotto la direzione dell’altra mia ex prof Emanuela Barbieri. I ragazzi hanno dato vita a un piccolo spettacolo degno di una compagnia teatrale! Non poteva mancare una piccola galleria fotografica dell’evento.

(Clicca su un’immagine per ingrandirla, clicca di nuovo per chiuderla)

E per chi è di Finale Emilia (o dintorni), appuntamento martedì 25 ottobre alle 21:30 alla Baia, per un reading organizzato in collaborazione con IntrecciArti e il Festival Noir.

Lullaby, la farfalla di inchiostro e la proiezione onirica

È uscita su Nero cafè una bellissima recensione di Lullaby – La ninna nanna della morte, firmata Luigi Bonaro.

Lullaby - La ninna nanna della morte

“Solo immagini fuggenti come una notte di mezza estate in cui credi che la giovinezza ti permetta di poter realizzare i sogni. Una foto che sbiadisce man mano che ti avvicini per guardarla. Un tramonto che troppo in fretta si trasforma in una notte buia senza stelle e senza luna.”

Come in A Midsummer Night’s Dream, Barbara Baraldi ammanta il lettore di una nebbia fatata in virtù della quale ci si trova sognanti sul “limitare del bosco” già dalle prime pagine. Ma il bosco Shakespeariano da lei ricordato viene trasformato in incubo, un incubo quotidiano perché è così che succede sempre.

E, come sempre, è di scena l’inconscio, il bosco archetipico. Il lettore viene fatto accomodare, come davanti a un palcoscenico silenzioso, ed ecco che il sipario rosso si apre. In scena è presente la semplicità dei sentimenti contro la complessità degli istinti.

Il protagonista è l’oscurità, il ragno che arriva dolcemente attraverso le ombre del sole calante, cercando la paura nell’oscurità. Barbara ricorda il brano di Robert Smith e non a caso.

Lullaby mostra come nessuno sia buono o cattivo ma Continue reading

La bambola dagli occhi di cristallo: la recensione di Sergio Rotino su L’informazione

È datata 29 giugno la recensione di Sergio Rotino del mio romanzo «La bambola dagli occhi di cristallo», e pubblicata sul quotidiano L’informazione.

La bambola dagli occhi di cristallo

La bambola che odia gli uomini. L’ultimo di Barbara Baraldi

Il titolo dell’ultimo thriller licenziato da Barbara Baraldi, La bambola dagli occhi di cristallo (Castelvecchi, pp. 248, 16 euro), ricorda un Dario Argento d’antàn. Di certo, come nelle opere del grande maestro, nel lavoro dell’autrice emiliana non mancano sangue e violenza, narrati però con una scrittura femminile, attenta alla messa in scena e alla focalizzazione dei dettagli. A tratti La bambola, presentato alle 18 alla Feltrinelli-Galvani dall’autrice con Mirella Malaguti, sembra avere i natali nell’oscura opera prima di un altro cineasta, l’americano Abel Ferrara, che nel 1980 debutta con L’angelo della vendetta. La trama del film per come la recita il Morandini è: «ragazza muta, vittima di un duplice stupro, si arma di pistola e fa piazza pulita di ogni maschio che sembra meritarselo, ma il suo giudizio non è particolarmente selettivo». Storia cupa, immersa in una New York notturna il cui eco ritroviamo nel romanzo di Baraldi, anch’esso cupo, violento, che offre una Bologna altrettanto notturna, spogliata di qualsivoglia bonomia. Al centro di entrambe le opere, una figura femminile che si fa giustizia da sola. Ma Baraldi gioca a innalzare la posta e a depistare mettendo in pagina almeno quattro protagoniste: la bionda e solitaria Eva; la medium Viola (ecco Argento che ritorna), bella rossa che subisce i soprusi del delinquentello Nunzio; Giulia, collega di Eva, Samantha, tipica iperbellona. Le loro vicende creano il romanzo, al cui interno uomini che molestano o stuprano donne muoiono per mano di una assassina seriale, bionda e con gli occhi azzurri. Indubbiamente il colpevole è fra loro quattro, ma spetta al lettore scoprirlo.

Sergio Rotino

Articolo pubblicato sul quotidiano L’informazione

«Scarlett – Il bacio del demone» e «La bambola dagli occhi di cristallo»: La recensione del quotidiano La repubblica

È uscita il 28 giugno sul quotidiano La repubblica una bella recensione dei miei più recenti romanzi: «La bambola dagli occhi di cristallo» (Castelvecchi) e «Scarlett – Il bacio del demone» (Mondadori)

Scarlett e La bambola su La repubblica

Il gotico italiano della Baraldi nelle città di bambole e demoni

BARBARA Baraldi ha ormai tanti estimatori fra critici, scrittori e lettori. Per molti è la regina del cosiddetto “gotico italiano”, in cui si mescola thriller, horror, romanticismo e altro. Ora è in libreria con due nuove uscite. La bambola dagli occhi di cristallo (Castelvecchi, presentazione domani alle 18 alla Feltrinelli di piazza Galvani) e Scarlett – Il bacio del demone (Mondadori).

Il primo, già apparso per le stesse edizioni Mondadori, è un thriller che cattura il lettore, il secondo una storia senese tra demoni, amori e delitti. Due vicende apparentemente lontane. La Bambola è ambientato in una Bologna cupa e criminale, con l’ennesimo serial killer sotto le Torri. Quando Massimo Moscati scrisse l’introduzione a I delitti del gruppo 13, nel 1992, forse non immaginava che l’ aumento della criminalità e l’insicurezza generalizzata avrebbero generato tante morti di carta all’ ombra di San Petronio.

Eppure i casi si moltiplicano. Gli scrittori che raccontano omicidi seriali bolognesi sono sempre più. La Baraldi ne mette in scena uno femminile, capace, come altri personaggi femminili, di incuriosire, interessare alla sua storia, alla sua psicologia, in una costellazione di frammenti narrativi che si snodano tra le indagini dell’ispettore Marconi e la sanguinosa situazione felsinea, ricca di indizi sapientemente diffusi nel racconto della scrittrice modenese, che risolve il plot in una chiave cupa senza redenzione né consolazione. Sotto la luce della luna e i suoi cicli.

Come in Scarlett – Il bacio del demone, seguito del romanzo Scarlett, uscito sempre per Mondadori tempo fa, che racconta dell’ arrivo della protagonista a Siena dopo un avventuroso viaggio da Cremona, dove si innamora del bassista della band “Dead Stones”, Mikael, il ragazzo con gli occhi che rapiscono. Unico problema: è un demone. Siamo quindi nel territorio del fantastico, a tinte cupe. Questo secondo romanzo si apre sulla mancanza del Demone, in esilio. L’ amore di Scarlett però è contrastato: diventa evidente nel corso del romanzo, dopo il ritrovamento del cadavere di una ragazza alla festa di fine estate, forse imputabile a un altro demone, e Mikael torna.

Due romanzi in cui dominano le ambientazioni notturne e soprattutto lo sguardo della luna, i suoi cicli, il suo legame con le figure femminili, la sua violenta naturalità. È questa la cifra narrativa della Baraldi che si è imposta al pubblico che ama la letteratura definita “gotica” tuttavia declinata con buona riuscita in un contesto paesaggistico e sociale tipicamente italiano. Ne nasce una miscela che ha convinto i lettori e che ha avuto successo anche all’ estero in contesti nei quali questo tipo di letteratura è molto più frequentata sia dagli scrittori che dai lettori. Con questi due libri, la scrittrice si conferma sulla linea che finora le è valsa numerosi consensi.

ALBERTO SEBASTIANI

Articolo pubblicato su La repubblica