Lullaby: Giada e Luana

[…]

«Tutto bene?», chiede Luana e cancella così un incubo che a volte torna a perseguitarmi anche da sveglia.

«Sì». Riprendo contatto con la realtà. «Ho una cosa per te», e tiro fuori dallo zaino un cd masterizzato.

«Grazie», dice. Si alza e va a sistemarlo nello stereo.

Lullaby dei Cure comincia a suonare. Un incubo dolce, un pensiero per lei prima di dormire.

L’uomo ragno arriva su gambe di zucchero filato. Lentamente, attraverso l’ombra del sole calante, entrando come un ladro dalla finestra, nelle case dove qualcuno è morto serenamente. Guarda la sua vittima tremante nel letto che cerca di scacciare la paura nell’oscurità che si sta addensando.

Lei muove la testa a tempo, dolcemente. Allunga la mano e mi fa alzare dalla sedia. Io sento le gambe improvvisamente pesanti come la pietra. Mi invita tirandomi a sé. Un tango di nostalgia e paura nella penombra della sala baciata dalla luce dei suoi occhi dai riflessi viola.

Stai fermo, stai calmo, stai tranquillo ora, mio prezioso ragazzo, non lottare. O io ti amerò ancora di più, perché è troppo tardi per fuggire o per accendere la luce, l’uomo ragno avrà te per cena, stanotte.

Lei mi stringe appena, cinge le mie spalle con il suo profumo, potrei smettere di respirare.

«Nessuno può fuggire quando è arrivata la sua ora», sussurro.

Il prologo di Lullaby – La ninna nanna della morte

Alberi, sole accecante, campi di grano.

Insetti fluttuanti, ancora alberi e qualche fiore viola a colorare un fosso.

Vedo la mole massiccia dell’ex acquedotto. Aumento il passo per vincere il desiderio di scappare lontano e mettere a tacere l’ansia che mi attanaglia. Scavalco la recinzione bassa. Poco più avanti è sfondata, ma preferisco avere la sensazione di trasgredire.

«C’è nessuno?». Se anche ci fosse anima viva non potrebbe certo sentirmi se sussurro in questo modo.

Un rumore basso.

Procedo seguendo il perimetro, il grigio soffocante rilascia il calore che ha fagocitato durante il giorno. Sembra di essere all’inferno. Continue reading

Viral Lullaby

Lullaby – La ninna nanna della morte (Castelvecchi), ora in libreria, è stato oggetto di una campagna di viral marketing ideata dalle ragazze dell’ufficio stampa Castelvecchi e Elliot. La campagna si è conclusa il 1 marzo con la pubblicazione su Youtube del book trailer e l’annuncio ufficiale dell’uscita del romanzo. I principali portali che in Italia si occupano di letteratura noir e thriller hanno ricevuto, nel corso delle settimane precedenti al lancio, alcuni “indizi” che permettessero di sciogliere il mistero dietro alcune istantanee, che ritraggono luoghi e persone che compaiono nel romanzo.

Ecco alcuni degli indizi che sono comparsi in rete:

http://www.latelanera.com/editoria/news/notizia.asp?id=1958

http://corpifreddi.blogspot.com/search?q=lullaby

http://www.thrillercafe.it/lullaby-4/

http://angolonero.blogosfere.it/2010/02/lullaby-1.html

http://www.thrillermagazine.it/notizie/9397/

http://cityvoxbs.wordpress.com/2010/02/19/lullaby-sta-arrivando/

http://www.racconta.it/modules.php?name=News&file=article&sid=117

http://www.gialloweb.net/main/default.asp

Lullaby1

Lullaby2

Lullaby3

Lullaby4

Lullaby5

 

Bambole pericolose: da oggi in edicola

Bambole pericoloseUna Bologna esoterica, gotica. Brutali combattimenti clandestini come ancestrali riti di sangue. Macabri avvertimenti fin troppo simili a feticci di morte. I segreti della Bambola dagli occhi di cristallo non sono più al sicuro. Un burattinaio feroce promette sballo ed emozioni in cambio dell’anima. I misteri della misteriosa Stirpe Blu. Una ragazzina in pericolo mortale la cui unica colpa è l’innocenza. Una combattente sudamericana in cerca di vendetta e un uomo stanco di combattere costretto nuovamente a farlo per non perdere quello che ha di più importante. Una dark lady pericolosa e seducente come una lama di rasoio. In una ragnatela di tradimenti, un gioco perverso di vita e morte all’ombra della tredicesima luna. Dall’autrice rivelazione del nuovo Italian thriller, il grande ritorno di una temeraria eroina dell’oscuro.

Collana Il Giallo Mondadori, n.2997

In edicola per tutto il mese di Febbraio 2010.

Bambole pericolose: Eva

Eva è seduta sulla panchina, indossa i classici pantaloncini da combattimento thai, satin nero con l’elastico alto in vita, una canottiera nera e una felpa dello stesso tessuto dei pantaloni. Sente il nodo allo stomaco per la tensione. L’adrenalina che preme alle tempie. Il fuoco che ha domato si sta per liberare, ha voglia di bruciare. Si sfila la scarpa, alza la gamba e comincia a sistemarsi la fasciatura.

Franco entra nello spogliatoio carico di un’apprensione palpabile. Energia statica accumulata, il suo corpo è alluminio alimentato da un filo scoperto di corrente. I sensi percepiscono il suo stato d’animo come un odore acre che torce le budella, il miasma della paura.

“Come stai?”

Lei fa un cenno affermativo con il capo. Continue reading

Bambole pericolose: Mia

La ragazza è seduta sul letto, gambe incrociate in posizione meditativa, sguardo fisso sulla fotografia in bianconero che risalta dalla pagina aperta del vecchio album. Ritrae una giovane donna su un divano retrò che sembra ricoperto di una vecchia carta da parati a figure geometriche. Il corpo in posizione composta ma un braccio teso e la mano aperta come per schermarsi, nel tentativo di impedire il ritratto, negare l’esteriorità. Cristallizzata tra le ombre di un negativo, ritratto di un pittore contemporaneo che si muove senza pennello né colori. Magia della creazione tra le mani della bambina che ha scattato quella foto, straordinario portento per fermare gli attimi. Per trasformarli col grande occhio dell’obiettivo.

Mia adora quella foto. Così spontanea, in movimento perenne. Il movimento veloce delle mani della sorella quando le intimava di non fare qualcosa. Luce guizzante negli occhi, bocca socchiusa. Si vede chiaramente dall’immagine: la giovane donna sta parlando. Marta. Chissà cosa stava dicendo? Non può ricordarlo così comincia a sussurrare l’alfabeto, enfatizzando il movimento delle labbra a cercare la posizione per modulare i suoni delle lettere. A, B, C… Continue reading

Bambole pericolose: Melanie

Alza gli occhi la leonessa, scruta finalmente la sua avversaria che sembra fremere al lato opposto del quadrato. Melanie Mendes. Guardia mancina, capelli castani ricci e fluenti raccolti da una coda alta. La pelle ambrata che evidenzia i muscoli reattivi. E’ alta e stazzata, bocca carnosa, le palpebre strette scoprono la ferita scura dell’iride infuocato. Le narici si stringono e si dilatano. Un toro nell’arena, un cane da combattimento pronto a lanciarsi contro l’avversario per farne strazio.

L’arbitro ripete le regole ma le due donne non stanno a sentirlo. Si studiano, si osservano. Nessun cenno di esitazione, nessuna delle due abbassa lo sguardo. Un braccio di ferro, guerra psicologica. Niente è da prendere con leggerezza quando sei sul ring. Il tempo perde consistenza, un attimo e le due procedono al rituale del saluto dando il via all’incontro. Continue reading

Bambole pericolose: Thabir

Il campanello suona ma nessuna risposta. L’eco del suono metallico si perde rimbombando nel vuoto del lungo corridoio.

La giovane donna scende le scale della palazzina. Corre sui tacchi a spillo con la sicurezza di un’amazzone in battaglia. La sua battaglia è la seduzione.
Scende un piano ancora. Il corridoio angusto, la penombra inconsistente, il cuore aumenta i battiti. Tum tum.

La venere dai capelli d’ebano porta la mano al petto e ascolta la melodia del suo affanno. Gli scantinati, i garage sotterranei le hanno sempre fatto paura. Uno sgomento atavico.
Le stanze sotto il livello del mare. Sotto terra. Dove si finisce da morti.
La morte. La terrorizza e la eccita.
La musica fuoriesce dalla pesante porta in metallo basculante. Lei bussa, sorride tra sé e sé, passa la lingua sulle labbra carnose. Nessuna risposta e allora appoggia le natiche al freddo metallo, solleva la gamba e pianta il tacco come fosse un piccolo ariete pronto a sfondare un antico portone.
Un suono secco, un altro ancora. Colpisce con forza la porta che vibra sotto i fendenti di quella femminilità selvaggia.

Stacca il contatto e resta in attesa. Qualcuno dall’interno abbassa la musica e dopo pochi istanti la pesante porta comincia a sollevarsi. Un uomo sudato e muscoloso si china guardando in cagnesco oltre la fessura che si è ritagliato. Davanti ai suoi occhi gambe affusolate racchiuse in collant di seta nera.

“E tu cosa ci fai qui?” Continue reading

Bambole pericolose – 4a di copertina

Come alcuni sapranno, il mio nuovo romanzo “Bambole pericolose” è stato annunciato nel blog ufficiale del Giallo Mondadori. Così recita la quarta di copertina:

Una Bologna esoterica, gotica. Brutali combattimenti clandestini come ancestrali riti di sangue. Macabri avvertimenti fin troppo simili a feticci di morte. I segreti della Bambola dagli occhi di cristallo non sono più al sicuro. Un burattinaio feroce promette sballo ed emozioni in cambio dell’anima. I misteri della misteriosa Stirpe Blu. Una ragazzina in pericolo mortale la cui unica colpa è l’innocenza. Una combattente sudamericana in cerca di vendetta e un uomo stanco di combattere costretto nuovamente a farlo per non perdere quello che ha di più importante. Una dark lady pericolosa e seducente come una lama di rasoio. In una ragnatela di tradimenti, un gioco perverso di vita e morte all’ombra della tredicesima luna. Dall’autrice rivelazione del nuovo Italian thriller, il grande ritorno di una temeraria eroina dell’oscuro.

La casa dagli specchi rotti – incipit

Il mio vizio è una stanza chiusa - copertina1. L’illusione di un giorno

“Come stai, Laura?”

“Bene. Mi sento molto bene, oggi”, risponde la ragazza, la testa lievemente piegata a lato. Un piccolo cigno dal collo delicato.

La stanza è così luminosa da risultare assordante. Le pareti bianche riflettono la luce, Greta accavalla le gambe e cerca gli occhi della giovane. È tutto troppo bianco, pensa. Fosse per me renderei l’ambiente più intimo, caldo. Non c’è neppure una pianta, non dico fiorita, almeno un sempreverde.

“Hai fatto una passeggiata nel parco? C’è un bel sole oggi”, chiede dopo una piccola pausa.

“No, avevo voglia di leggere”.

“Cosa stai leggendo?”

“Poesie d’amore di Pablo Neruda”, risponde Laura.

“E ti piacciono?”

“Sì, anche se a me nessuno dirà mai cose del genere”, dice e alza le spalle in segno di scherno. O di resa.

“Perché dici così? Sei una bella ragazza, non hai niente che non va. Ti ricordi di cosa abbiamo parlato la scorsa settimana? Essere propositivi attira la positività”. Continue reading