I prossimi appuntamenti: Bologna e Mirandola

Mercoledì 28 novembre 2012, ore 18 appuntamento a Bologna, nell’ambito degli incontri Il nastro di Moebius, dialoghi tra scrittori e fumettisti a San Giorgio in Poggiale. L’incontro è intitolato Raccontare i luoghi della paura, Barbara Baraldi e Paolo Barbieri discutono di scrittura e illustrazione, relatore Alberto Sebastiani. In occasione sarà allestita un’esposizione delle illustrazioni di Paolo Barbieri: L’inferno di Dante (28 novembre – 11 dicembre).

L’incontro si svolgerà presso la Biblioteca d’Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale, via Nazario Sauro 20/2, Bologna. Telefono 051 19936352 (genusbononiae.it).

Aggiungo che la location è davvero suggestiva, trattandosi di una chiesa sconsacrata, come potete vedere dalla foto sotto.

Venerdì 30 novembre 2012, ci sarà la presentazione dell’antologia benefica Mondadori, Alzando da terra il sole, di cui fa parte un mio racconto insieme a quelli di quarantasei grandi voci della letteratura, della musica, del giornalismo per ricostruire la biblioteca di Mirandola. Stefano Benni, Daria Bignardi, Philippe Daverio, Zucchero Fornaciari, Francesco Guccini, Carlo Lucarelli, Michele Serra, Walter Siti e tanti altri. 
I dettagli arriveranno al più presto.

Paziente 99

Da oggi è disponibile per l’acquisto sul Delos store il numero 67 di ROBOT, la storica rivista di fantascienza fondata da Vittorio Curtoni. All’interno c’è un mio racconto lungo, inedito, intitolato «Paziente 99». Per me è un grande onore, e ringrazio Franco Forte e Silvio Sosio per avermi dato la possibilità di confrontarmi con un genere che amo, al cinema quanto in letteratura, la fantascienza. Come ambientazione ho scelto gli abissi come omaggio al maestro Lovecraft e alle antiche divinità da lui descritte. Queste le prime righe di «Paziente 99»:

Non avevo mai visto la luce del sole. Il mondo, per me, era come una palla di cristallo. La Colonia Terra 2, dove vivevo, era situata a quattromila chilometri sotto il livello del mare.

Mia nonna se lo ricordava ancora, la sensazione del calore del sole sulla pelle. La sensazione di vivere sulla terraferma. La lasciò che era poco più che una bambina. A volte mi parlava della brezza, che in certi momenti ti coglieva inaspettata, come una carezza. Da piccola, mi ero fatta ripetere all’infinito i suoi racconti. Tuttavia, per quanto si sforzasse, non le era mai stato possibile descrivere un tramonto.

Afferrai il dispenser per dare da mangiare al pesce pappagallo. Non potei fare a meno di pensare che ero proprio come lui, chiusa tra quattro pareti di vetro per sopravvivere. La stessa sorte sarebbe toccata ai miei figli, e ai figli dei miei figli. Non feci in tempo a raggiungere l’acquario in sala, che il DPS si attivò. Era una chiamata in arrivo. Si trattava di Abel, il mio collega in laboratorio. Come tutti gli abitanti di Terra 2, avevo installato un dispositivo di comunicazione psichico sottocutaneo, collegato ai centri nervosi. Quando risposi, il tono di Abel era concitato. “Il paziente 99 sta avendo una crisi” mi disse.

“La risposta a una flebo di plasma?” chiesi.

“Peggiora le cose. Gli ho anche somministrato una dose di Protoderm. Niente da fare. C’è qualcosa che non va. È diverso dalle altre volte. Devi venire qui, spero solo che tu faccia in tempo”.

Rimasi per un attimo smarrita, col dispenser in mano, al centro della stanza. Poi afferrai la borsa, e mi precipitai nel corridoio, e uscii in direzione del tunnel che sbucava nel Quadrilatero principale, in mezzo alla folla ordinata di persone che la percorreva. Con le parole di Abel che mi rimbalzavano nella testa, iniziai a correre. Di fronte al Sushi bar, un agente mi intimò di fermarmi. Rallentai, e ansimando lo pregai di lasciarmi andare.

“Il regolamento è chiaro” mi disse. “Non è consentito correre, gridare, o compiere attività che turbino l’ordine pubblico”.

Mostrai il mio tesserino di riconoscimento. La scritta Centro Infezioni e Contagi bastò a farlo impallidire.

“È un’emergenza” ripetei con voce ferma.

Decise di scortarmi con il suo veicolo d’ordinanza. Gli esponenti delle forze dell’ordine erano gli unici, nella Colonia, a disporre di mezzi di trasporto autonomi. Per tutti gli altri, c’erano tunnel e vagoni pneumatici che collegavano i vari Distretti, che erano disposti in due livelli principali di profondità. A eccezione del Distretto 99, il più periferico, privo di collegamenti per i trasporti pubblici.

In una decina di minuti, arrivai al CIC. L’intero insediamento mi era sfilato davanti agli occhi come un film con l’avanzamento veloce. Ringraziai l’agente con un cenno della mano. Lui sembrò aver molta fretta di tornarsene alla sua postazione.

Le porte a scorrimento si aprirono una dopo l’altra, attivandosi con gli impulsi del mio DPS. Oltrepassai la doccia sterilizzante e indossai la tuta e la mascherina per filtrare l’aria. Abel mi venne incontro.

“Mai visto niente del genere” disse. “Ha iniziato a perdere liquidi. Se continua così, sarà disidratato nel giro di pochi minuti”.

Entrai nella camera sterile. Il paziente 99 era disteso nella vasca che fungeva da giaciglio. Il corpo, parzialmente immerso nella soluzione idrosalina, era scosso da convulsioni. Era stato chiamato così per via del Distretto dove era stato trovato, in stato comatoso. Il corpo era solcato da infinite ferite che perdevano un liquido giallastro. Le mani semipalmate sembravano voler afferrare qualcosa che solo lui poteva vedere. La pelle sottile e traslucida lasciava intravedere venature azzurrognole. I grandi occhi sporgenti esprimevano sofferenza, ma anche rassegnazione. Con due falcate raggiunsi il lettino. Il suo sguardo fu attraversato dal guizzo della consapevolezza. Sembrò riconoscermi. Mi si aggrappò alla tuta con forza, avvicinando il viso al mio. Aprì la bocca, come per parlare, ma un conato violento non glielo permise. Un miscuglio di liquami e sostanze gelatinose mi si riversò sulla tuta, all’altezza dell’addome. “Stai calmo” dissi, cercando di mantenere un tono accondiscendente, ma fermo. Lo feci distendere e, tenendogli una mano sulla fronte, gli tastai la trachea. Mi accorsi che i linfonodi erano gonfi. Il respiro un rantolo. Cercai lo sguardo di Abel. “Ha una crisi respiratoria. Aumenta la concentrazione dell’ossigeno nella vasca, presto” gli intimai.

“Già fatto. Ha solo peggiorato la situazione” rispose Abel.

Lo guardai con determinazione. “Allora dobbiamo tentare il tutto per tutto. Portami il prototipo H2N5”.

“Asia, non abbiamo la minima idea di come possa reagire. La somministrazione a pazienti umani non è mai stata autorizzata. E sono sicuro che ricordi cosa è successo alle cavie”.

“Lui è diverso” dissi. “Prendilo e basta”.

Abel fece un passo in avanti. “Ti prego, non farlo. Non puoi addossarti questa responsabilità. Sta per morire. In questo modo, fornirai a quelli della SSC un facile capro espiatorio”. La SSC, la Supervisione Scientifica Cittadina. La temuta polizia sanitaria a cui dovevo fornire i resoconti giornalieri sul paziente 99.

“Ho passato gli ultimi tre mesi della mia vita a cercare di decifrare l’enigma di quest’uomo. E non ho nessuna intenzione di lasciarlo morire perché un burocrate non ha approvato l’uso di un farmaco”.

[continua su Robot n.67]

L’illustrazione di Paziente 99, interna alla rivista Robot, è di Zaex Starzax.

Alzando da terra il sole: dal 21 settembre in libreria l’antologia in favore dell’Emilia ferita

Esce in libreria domani, 21 settembre, l’antologia edita da Mondadori e curata da Beppe Cottafavi dedicata alle popolazioni emiliane colpite dai sismi del 20 e 29 maggio scorsi. Si chiama Alzando da terra il sole. Tra le pagine ci sono anch’io, con un contributo scritto in prima linea, dalla trincea di uno dei paesi sull’epicentro, la macchina piena di bagagli e l’anima di ferite. Il mio pezzo si intitola Alla fine di un giorno qualunque, perché proprio alla fine di un giorno qualunque molti di noi si sono trovati senza una casa, né certezze, la paura a scandire gli infiniti sussulti della terra, e tanta voglia di reagire. Racconta qualcosa di me, in quel momento della mia vita. Scopo dell’antologia è raccogliere fondi per un progetto importante, raccogliere fondi da destinare a uno dei paesi più colpiti, Mirandola. Il luogo dove sono nata.

Scrive Donna Moderna:

Stefano Benni, Daria Bignardi, Philippe Daverio, Zucchero Fornaciari, Francesco Guccini, Carlo Lucarelli, Michele Serra, Walter Siti… Sono solo alcuni dei quarantasei fra scrittori, artisti e giornalisti che hanno a cuore il destino dell’Emilia e dei suoi abitanti. E che hanno deciso di regalare la loro fama e le loro parole per contribuire alla ricostruzione di un importante edificio distrutto dal terremoto. Quarantasei autori che firmano Alzando da terra il sole – Parole per l’Emilia, un bel libro collettivo.

I proventi delle vendite saranno destinati alla ricostruzione della biblioteca di Mirandola, gravemente danneggiata dal sisma che ha colpito quelle zone nel maggio scorso. Il libro sarà pubblicato il 21 settembre da Mondadori. Il giorno dopo, il 22, ne parlerà anche Luciano Ligabue dal palco del Campovolo di Reggio, durante il concerto Italia Loves Emilia. E sarà possibile acquistare il libro anche ai banchi di questa manifestazione tanto attesa, oltre che nelle librerie di tutta Italia.

Questo l’articolo che Panorama dedica all’uscita:

Francesco Guccini, Milena Gabanelli, Stefano Benni, Alessandro Bergonzoni e anche Roberto Roversi, scomparso pochi giorni fa. E ancora Zucchero Fornaciari, Carlo Lucarelli, Valerio Massimo Manfredi, Vittorio Zucconi, Daria Bignardi… Poeti, cantastorie, scrittori, giornalisti, tanti emiliani che alla terra che ha visto muovere i loro primi passi scrivono per farla rimettere in piedi.

Alzando da terra il sole è il libro per l’Emilia ferita dai terremoti che da fine maggio a inizio giugno hanno ucciso 27 persone e minato la sicurezza paciosa di una pianura serena e solare, da sempre ingenuamente consideratasi estranea ai sismi. Ma non solo voci autoctone, anche non emiliani che all’Emilia hanno legato i loro studi, le vocazioni, la crescita artistica, da Vinicio Capossela a Michele Serra, da Davide Toffolo a Gianni Celati…

Quarantanove narratori famosi o giovani e meno noti ma promettenti offrono il loro contributo per la ricostruzione dell’Emilia con questo volume corale no profit, promosso da Mondadori editore e dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. In libreria dal 21 settembre, sarà in vendita anche al concerto “Italia Loves Emilia” del 22 settembre e i proventi delle vendite saranno destinati alla ricostruzione della Biblioteca comunale di Mirandola, la più importante fra quelle colpite dal terremoto del 20 maggio.

La sede che la ospitava, l’antico Convento dei Gesuiti, è oggi gravemente dissestata. I fondi che la costituiscono, con i preziosi incunaboli e cinquecentine, tra cui alcune prime edizioni delle opere di Giovanni e Giovan Francesco Pico, sono stati traslocati in parte in appositi locali nei pressi di Bologna, messi a disposizione dalla Soprintendenza ai beni librari della regione Emilia Romagna, in parte in una scuola di Mirandola.

Nell’aletta di Alzando da terra il sole si legge: “«Quel gran pezzo dell’Emilia», come la definiva Edmondo Berselli, ha sofferto, ha stretto i denti, ha reagito. Terra di nichilisti, ma empirici, di balzani, ma creativi, ha dato vita tra Bologna, Modena, Reggio Emilia, Ferrara e Mantova – che è Lombardia solo sulla carta geografica – a mille iniziative di sostegno e di aiuto. Di coesione sociale, di orgoglio civico.

Si sono mobilitati per primi i cantanti, poi gli artisti, e subito dopo anche gli scrittori”.

“Tutti generosamente e appassionatamente impegnati a pronunciare queste parole per l’Emilia”.

Simona Santoni

Alzando da terra il sole. Parole per l’Emilia
Mondadori, collana Strade Blu
15 euro

Acquistalo su Amazon.it Lafeltrinelli

Un estratto dal mio nuovo romanzo «Un sogno lungo un’estate»

[…]

2

Il vecchio lampadario a cinque braccia irradia una luce livida sul tavolo da pranzo. Delle cinque lampadine presenti, solo due sono funzionanti. A malapena riesco a distinguere quello che galleggia nel mio piatto. Forse è meglio così. Il minestrone non mi è mai piaciuto. La verdura sta bene in mezzo al panino, insieme al ketchup e alla cotoletta. O, al massimo, vada per le patate fritte. Ma questa brodaglia tiepida in cui annegano grossi vegetali non rientra nelle mie preferenze gastronomiche. Sbuffo.

“Nei prossimi giorni pensavo di andare a trovare il vecchio Alceste” dice mio padre nel goffo tentativo di avviare una conversazione.

Isabella infila il cucchiaio tra le labbra e inghiotte con un leggero risucchio. Illuminato da questa luce, il suo volto è ancora più inquietante. Gli occhi sono cerchiati da un alone scuro e alcune ciocche di capelli fuoriescono dal concio come piccoli cespugli grigi. “Alceste è morto due anni fa. Un brutto male se l’è portato via”. Nel dirlo non cambia espressione. Soltanto, le rughe intorno alla bocca si fanno più solcate e la rendono simile a una delle streghe cattive delle fiabe di mamma.

“Mi spiace. Non ne sapevo nulla”.

“Non potevi saperlo, dato che ormai vivi in città. Al funerale ci saranno state cinque persone, compresa la sottoscritta”.

“Quando ero bambino, mi sembrava l’uomo più forte del mondo. A volte lo convincevo a prendermi sulle spalle e a portarmi fino al vecchio mulino. Le erbacce erano alte laggiù, e avevo paura che le vipere ci avessero fatto il nido. Stringevo con i pugni la sua camicia a quadrettoni e lo pregavo di non farmi scendere”.

“Coraggioso fin da piccolo, eh?” cantilena mia madre.

“Me lo ricordo. Eri ossessionato dal dipinto sul muro posteriore del mulino”. Isabella parla con voce roca.

“Noi ragazzini eravamo convinti che nel disegno fosse nascosta la mappa di un tesoro”.

“Non me ne hai mai parlato… Cosa raffigurava?” chiede mamma.

“Mi chiedo se esista ancora. In realtà non importa cosa raffigurasse, ma chi lo avesse dipinto. Bruno Legnani in persona! Lo chiamavano il Pirata dei cieli. Dicevano che fosse precipitato col suo biplano negli anni Trenta, e che avesse deciso di non lasciare più queste terre. Scappava da qualcosa. Tutti gli adulti ne erano sicuri. Custodiva un segreto, come può essere altrimenti?”

“Cosa vuoi dire?” Mamma è incuriosita. Approfitto della loro disattenzione Continue reading

Un sogno lungo un’estate: in libreria dal 13 marzo

È arrivato il momento di annunciare l’uscita del mio nuovo libro, ed è sempre una grandissima emozione!  L’uscita è fissata per il 13 marzo per Einaudi, nella collana Carta bianca.

«Un sogno lungo un’estate» è un romanzo di formazione. Racconta l’estate di Matilde, un’adolescente che viene sradicata dalla sua Milano e costretta a trasferirsi nella casa di campagna di Isabella, la zia di suo padre. La casa è fredda, inospitale, e sembra avere una cattiva influenza su chi la abita. I genitori di Matilde nascondono un segreto, e non è chiaro il motivo per cui hanno scelto di trasferirsi.

Nonostante l’iniziale diffidenza nei confronti della campagna e dei suoi abitanti, Matilde fa amicizia con tre fratelli, che la madre definisce “gatti selvatici”: si tratta di Rachele, il piccolo Rudy, ma soprattutto Riccardo, un ragazzo più grande appassionato di motocross. Con loro, Matilde si imbarca in un’avventura alla ricerca di un misterioso tesoro, lo stesso che cercarono i genitori da ragazzi. La mappa è rappresentata – si dice – dal dipinto tracciato sulla facciata di un antico mulino da Legnani, un aviatore precipitato nella zona durante la seconda guerra mondiale.

Le vicissitudini di Matilde si intrecciano con le avventure di Lucilla, la protagonista della fiaba alla cui stesura la madre dedica gran parte del suo tempo, chiusa in uno studio che assomiglia a una torre in cui è prigioniera, costruita con i mattoni dei suoi silenzi.

Per certi versi, considero questo romanzo un personale omaggio a «Stand by me» di Stephen King.

Il romanzo sarà presentato nell’ambito della Fiera del libro per ragazzi, a Bologna, la mattina del 22 marzo alla Biblioteca Sala Borsa. Si occupa della comunicazione Mara Vitali.

Aggiornamento del 31 marzo 2020 Dato che il romanzo è fuori catalogo, ho deciso di pubblicarlo autonomamente in esclusiva su Amazon, dove lo trovate sia in versione ebook che in versione cartacea. La nuova edizione ha una copertina diversa, realizzata appositamente per l’occasione.

 

 

101 misteri a Bologna: la recensione su La repubblica

LA BOLOGNA PIÙ OSCURA IN CENTOUNO PUNTATE

20 dicembre 2011

PER CHI ama gli arcani letterari, è in libreria Centouno misteri di Bologna (che non saranno mai risolti), una inconsueta guida della città oscura edita da Newton Compton e scritta da una regina del romanzo gotico italiano, Barbara Baraldi.

L’autrice, nota per i suoi romanzi thriller, va alla ricerca della Bologna più inquietante compilando un’ antologia del mistero che costituisce un viatico degli enigmi inspiegabili, dei delitti insoluti tra le mura della nostra città. Nata e vissuta sempre tra Modena e Bologna, l’ autrice ha esordito nel 2007 con il romanzo La ragazza dagli occhi di serpente e oggi ha all’ attivo otto libri, tra romanzi gialli, noir, pubblicazioni per ragazzi e sceneggiature a fumetti. Insieme a Camilleri, Lucarelli e De Cataldo, è protagonista di Italian noir il documentario della Bbc sul thriller Italiano.

Il volume ripercorre gli aspetti segreti della vita di Bologna, una città gelosa delle proprie tradizioni, sede di una delle più antiche università del mondo, vertice di un triangolo esoterico, custode di sepolcri nascosti sotto le rovine di una delle sue tante basiliche e territorio in cui si narra sia nascosto un preziosissimo tesoro sepolto qui dai Templari e mai ritrovato (uno dei misteri, tra i centouno, che non saranno mai risolti). L’ antologia parte dalla preistoria e arriva ai nostri giorni, non tralasciando i numerosi casi di cronaca avvenuti a Bologna (dall’ omicidio Lorussoa quello della Alinovi al Dams, dalla strage del Due agosto agli omicidi della Uno bianca) tutta la storia della città viene tratteggiata a tinte noir.

Il testo attraversai secolia partire dai quesiti irrisolti della lontanissima e pacifica civiltà villanoviana, che usava però strani simboli come la svastica, con cui inizia il libro, fino alla controversa questione dell’ origine del tortellino con cui si chiude. In tutta la sua storia, la città si trova avvolta da misteri: dalla presunta ricostruzione di Bologna ad opera di Nerone, proprio in seguito ad un incendio (che forse ingenerò nell’ imperatore l’ idea di incendiare e ricostruire anche la città di Roma) al giallo della Gioconda di Leonardo Da Vinci, ispirata forse ad una enigmatica dama ospitea Bologna,a palazzo Felicini, insieme proprio a Leonardo, al seguito del re di Francia.

E ancora, passando per streghe, maghi, fantasmi, le rane di Galvani all’ origine del romanzo di Mary Shelley, Frankenstein, e la leggenda del pittore delle agonie descritto da Pupi Avati nel film La casa dalle finestre che ridono, la scrittrice del giallo traccia un’ immagine inedita della città, avvolgendola in un alone di mistero, tra storia, cronaca e leggenda.

MICOL ARGENTO

Articolo pubblicato su La repubblica

Buon 2012 a tutti!

Questa sono io, oggi. 31 dicembre 2011

Un post per ringraziare di cuore tutti coloro che mi hanno seguito nel corso di questo entusiasmante 2011. Siete stati fantastici! Quello che finisce oggi è l’anno dell’uscita del seguito di «Scarlett», «Il bacio del demone», l’anno della pubblicazione della saga di Scarlett in ben sette Paesi europei (tra cui Germania, Polonia, Serbia e Grecia), l’anno della mia prima graphic novel (o romanzo a fumetti), «Bloodymilla», e della mia prima avventura come cacciatrice di misteri con «101 misteri di Bologna (che non saranno mai risolti)». È stato l’anno in cui finalmente «La bambola dagli occhi di cristallo» è uscito in libreria anche in Italia, dopo Gran Bretagna e Stati Uniti (in Italia era originariamente uscito in edicola nel “Giallo Mondadori”).

L’affetto che mi avete dimostrato mi ha dato il coraggio di intraprendere anche nuove strade, di cui avrò modo di parlare un po’ più avanti. Per ora ne approfitto per anticipare soltanto che il mio prossimo romanzo è previsto per la fine di febbraio o l’inizio di marzo per Einaudi ragazzi. Ma ci saranno tantissime novità, quindi mi raccomando, restate sintonizzati!

Allo stesso tempo voglio ringraziare tutte le lettrici e i lettori di Scarlett che hanno fatto sentire la loro voce e hanno permesso di continuare la saga. Grazie per i commenti che avete lasciato sul mio sito e grazie per il passaparola, continuate così! Ora su Anobii «Scarlett» ha superato le 400 presenze, e «Il bacio del demone» ha superato le 200. Grazie a tutti voi, che avete consigliato o regalato Scarlett alle vostre amiche, o a chi volete bene.

Per chi questo Natale ha ricevuto in regalo (o si è regalato) un Kindle o un iPad, o qualsiasi dispositivo per leggere gli e-book, ricordo che «Scarlett – Il bacio del demone» è disponibile nel Kindle store e su iBooks al prezzo speciale di 6,99 euro. Il primo volume della saga, invece, è per ora disponibile solo in cartaceo. Se volete che sia pubblicato in ebook, fatevi sentire nella pagina Facebook di Libri Mondadori! Potete scrivere anche per richiedere con forza il terzo volume di Scarlett (lo sapete, no, che è stato posticipato?), e potete farlo sia alla pagina Libri Mondadori, sia all’indirizzo postale della redazione ragazzi Mondadori – 20090 Segrate (Milano)

È stato un anno di grandi novità, quello che sta finendo. Il 2012 non sarà da meno! Buon anno nuovo a tutte e a tutti! Un bacio enorme e a presto!

«La noia» in ebook a 80 centesimi

Esce oggi in tutti i principali store e-book il mio racconto inedito «La noia», per la collana Coffee cup di Milanonera. Il prezzo è quello di un caffè, 80 centesimi. Anche la lettura dura il tempo di un caffè.

Un fuoco acceso, le pagine di un libro che bruciano. Un portatile che potrebbe contenere rivelazioni compromettenti. Carta che diventa cenere,mentre una madre vorrebbe proteggere suo figlio. Un delitto che è solo l’eco di parole in un diario, di chiacchiere in un talk show. E la noia che irrompe nella quotidianità di una famiglia normale e la fa a pezzi.

Come riportato sul sito Milanonera, «l’idea alla base di questa proposta editoriale è una collana dove figurano grandi autori con testi di qualità venduti al prezzo di un caffè. Scrittori di chiara fama, noti in Italia e all’estero, che creano un testo apposta per questa nuova avventura letteraria. Racconti brevi (un paio di cartelle al massimo) ma intensi, forti e decisi come l’aroma del caffè».

Questo il link per acquistarlo su Bookrepublic.

Bloodymilla a Lucca comics

Il mio programma di massima del 29 ottobre a Lucca:

  • ore 10:30 firmacopie presso lo stand Mondadori (A611) per Scarlett e Scarlett II
  • ore 11:30 videointervista presso stand Mondadori (A611)
  • ore 15:00 sul palco della sala Ingellis con Francesco Falconi e Paolo Barbieri
  • ore 17:00 firmacopie presso lo stand Elliot (E187)
  • Il resto del tempo (nei limiti delle mie possibilità): stand Delos (A022) per firmacopie Bloodymilla

Anche se l’uscita ufficiale è fissata per il 15 novembre, Bloodymilla, la mia prima graphic novel, sarà disponibile in anteprima a Lucca comics presso lo stand dell’editore Delos books, dove è organizzato anche il firmacopie durante la giornata di sabato 29 ottobre.

Streghe, vampiri, bestie infernali e burattini con l’anima (o uomini che l’hanno persa). Benvenuti nel mondo di Bloodymilla: l’affascinante vampira che combatte le creature del male con le loro stesse armi! Il personale omaggio alle vampire dei fumetti degli anni Settanta della regina del gotico italiano Barbara Baraldi.

Bloodymilla è una bellissima e misteriosa vampira che è stata trasformata in una creatura della notte da un demone e che usa i suoi poteri per combattere quelli come lei. In questo episodio, la bella vampira dovrà affrontare un viaggio verso Firenze per ritrovare sua sorella Tenebra, scomparsa molti anni prima, quando fu rapita dallo stesso demone che rese vampira Bloodymilla. Il viaggio sarà costellato di minacce e avversari temibili come Samael, il cacciatore di vampiri cannibale o Il Burattinaio, demone in grado di rubare l’anima alle persone e costruire marionette identiche agli esseri umani, che eseguono ogni suo comando. Riuscirà Bloodymilla con i suoi fedeli servitori André, capace di trasformarsi in lupo, e Demetra la strega a trovare la sorella?

Soggetto e sceneggiatura: Barbara Baraldi

Disegni: Elena Cesana

Nasce a Milano nel 1985 e frequenta la Scuola del Fumetto. Nello stesso anno e nella stessa scuo­la insegna per due anni al corso amatoriale. Nel 2009 pubblica il secondo volume dell’Insonne (Edizioni Arcadia), dal titolo Il male dentro. Negli anni successivi, lavora come copertinista per l’Eclissi Editrice, realizzando le copertine dei romanzi: Milano Muta, La Rua e Un destino inventato.

Disegni: Roberta Ingranata

Nasce a Milano nel 1986 e frequenta la Scuola di Fumetto. Collabora costantemente con l’azienda Gfb di Sesto San Giovanni come colorista per case editrici come Sergio Bonelli Editore, Astorina e Mondadori.

Illustrazione di copertina: Marco Dominici

Il volume è prenotabile a prezzo scontato sul sito dell’editore.


Intervista col mezzo demone: Alice incontra Ofelia

È questo l’elaborato vincitore nella sezione ragazzi al premio Valtenesi. Alice Vetturi, l’autrice, incontra Ofelia, una delle protagoniste di «Scarlett». La scrittura di Alice mi ha accompagnato dolcemente alla scoperta di nuovi aspetti del personaggio; sono rimasta affascinata dalla sua capacità di seguire l’atmosfera di «Scarlett» mantenendo la sua voce e una forte personalità. Ho pensato di condividere questa grande emozione con voi.

Ofelia, come la immagino io: caschetto à la Louise Brooks, e l’anima di una pantera

Ero sotto il portico della mia casa in montagna. L’aria fresca mi accarezzava il volto, di fronte a me il cielo infuocato sembrava dipinto su una tela immensa. Quando sono in montagna, adoro sedermi sotto il portico a leggere; è come se entrassi in un mondo tutto mio dal quale mi è poi difficile uscire.

Chiusi il libro guardando un’ultima volta la luna rossa sulla copertina, rossa come il cielo davanti a me che ama cambiarsi d’abito in continuazione; forse è per questo che mi affascina così tanto… a volte così grigio, merlettato di nuvole, a volte rosso scarlatto, come il fuoco… Non mi stancherò mai di guardarlo!

Ad un tratto sentii una melodia argentea provenire dal bosco vicino a casa, erano le note di un violino suonato da mani leggere e delicate.

Incuriosita, mi alzai, il libro stretto tra le mani e andai in direzione della musica.

Non so spiegarmi perché avessi preso il libro con me, forse perché mi dava sicurezza, forse perché non ero ancora pronta ad abbandonare Scarlett, Mikael e il loro amore; fatto sta che, appena mi trovai faccia a faccia con la ragazza che stava suonando il violino, trasalii, facendo cadere il libro, che atterrò sul tappeto di foglie secche con un tonfo soffocato.

Dietro allo strumento una ragazza, la più bella che avessi mai visto: profondi occhi viola, gli stessi riflessi violacei si riflettevano sui capelli; mi era stranamente familiare.

Da un orecchio le pendeva un orecchino con un’ametista che mandava strani bagliori; era vestita con una camicetta nera, una gonna di tulle, calze strappate e anfibi pesanti dello stesso colore. Non era la sua bellezza ad incantarmi ma la sua musica, mi arrivava come fossero dolci parole sussurrate all’ orecchio, facendomi stare in pace col mondo intero.

Ero così presa dalla melodia che quando la ragazza ebbe finito la canzone ci volle un attimo per riprendermi.

Appoggiò il violino a terra e venne verso di me. Eravamo a pochi passi di distanza, quando trovai il coraggio di parlarle.

–Ofelia?– chiesi, con il cuore in gola. Sapevo che era impossibile ma sembrava proprio lei, la ragazza semi-demone, descritta nel libro che avevo appena letto.

Lei annuì, –Ti stavo aspettando, Alice.– disse. Mi chiesi come facesse a sapere il mio nome e lei me lo spiegò, anche se ero sicura di averlo soltanto pensato.

–Leggendo questo libro hai lasciato un frammento della tua anima tra le pagine. Non ti devi preoccupare.– aggiunse  vedendo il mio sguardo spaventato.

–Devi sapere che questo è un libro molto antico– proseguì, –che risale a quando la terra era governata da…

–Sciamani e saggi sacerdoti– conclusi, –L’ho letto nel libro– le spiegai.

Non riuscivo a reggere il suo sguardo, quasi fosse una cosa non permessa agli umani, perciò mi fissavo la punta delle scarpe ed ogni volta che provavo ad alzare gli occhi, la pesantezza dei suoi mi costringeva ad abbassarli.

“Non mi sembra tanto antico” pensai, –Perché è magico– mi spiegò Ofelia e ancora una volta mi stupii del fatto che io stavo solo pensando quelle cose e lei, leggendomi nel pensiero, dava prontamente spiegazione ai miei dubbi.

–È un libro davvero prezioso, Alice, perché ci permette di limitare l’accesso a questo mondo ai demoni.– Alice, il mio nome sembrava capitato lì per caso, come me d’altronde: mi trovavo in una radura incantata con una ragazza di una bellezza non umana, a parlare di cose che avrebbero potuto sconvolgere la vita sulla Terra.

–Prima però, io, gli altri semi-demoni e i Guardiani, riuscivamo a controllare quel piccolo passaggio che permetteva ai demoni di uscire, ora, a causa dell’odio degli umani, non è quasi più possibile.–

La tranquillità con cui parlava era inquietante, come fossero discorsi normali, io invece ero terrorizzata, mi tremavano le ginocchia e a stento mi reggevo in piedi, avevo freddo e caldo allo stesso tempo, mi sentivo fuori luogo.

–C’è un modo per evitare tutto questo?– chiesi.

–Un modo ci sarebbe…– rispose Ofelia.

Mentre parlava non mi staccava gli occhi di dosso. Li sentivo scrutarmi dall’alto in basso, ma io non trovavo il coraggio di guardarla in faccia.

–Posso fare qualcosa?– chiesi impaziente.

–Chiudi gli occhi.– disse Ofelia in un tono che non ammetteva repliche.

Le obbedii e lei mi prese per mano. Appena le sue dita sfiorarono le mie, mi sentii senza respiro, mi sembrava di stare sulle montagne russe, di salire alla velocità della luna, sempre più su, fino a scendere in picchiata e schiantarmi a terra.

Quando aprii gli occhi rimasi di stucco: non mi trovavo più nel bosco dietro casa ma sulla cima della montagna.

Riconobbi subito quel posto perché ci venivo sempre; la vista da lì era magnifica, sotto di noi il lago era liscio come l’olio, qualche barca era armeggiata vicino al pontile qualche metro sotto i nostri piedi, per il resto non c’era anima viva: eravamo solo io, Ofelia e le bellezze della natura.

Mentre mi perdevo ad ammirare quel paesaggio come fosse la prima volta, Ofelia mi disse: –Vedi il lago? Sotto di esso si trova un cratere, l’unico passaggio che collega il vostro mondo con quello sotto la crosta terrestre–.

–Sotto il lago c’è un passaggio?– chiesi incredula.

–Proprio così– replicò.

Mi sembrava impossibile che per tanti anni fossi stata a pochi passi dall’unico collegamento con il mondo dei demoni, senza conoscerne l’esistenza.

–E continua ad espandersi… Quando avrà ricoperto tutta la superficie terrestre i demoni invaderanno il vostro mondo e non potrete più fare nulla per fermarli–. Il vento le scompigliava i capelli, ma Ofelia sembrava non farci caso. Mentre parlava ondeggiava a destra e a sinistra, come fosse un aquilone mosso dalla brezza proveniente dalla distesa d’acqua cristallina sotto di noi.

–E come facciamo ad evitare che il cratere si espanda?– le chiesi, trattenendo a stento un urlo.

–Semplice, basta ritrovare l’armonia che un tempo regnava sulla Terra.–

–In che senso?–

–Nel senso che il cratere si allarga ogni volta che muore una vittima innocente a causa degli interessi dell’uomo, come sta succedendo in questo momento nei luoghi dove c’è la guerra. – spiegò Ofelia.

–Il cratere si alimenta con l’odio degli umani e con il sangue degli innocenti. Fa’ in modo che questo non accada.– continuò.

Finalmente trovai il coraggio di guardarla in faccia: –Come faccio… io… da sola… ad impedire questo? Non sono che una ragazzina…– dissi mortificata, le speranze che Ofelia riponeva in me mi parevano tutte vane e non mi sentivo all’altezza del compito.

–Tieni– disse porgendomi l’orecchino con il pendente di ametista. –Ti aiuterà.–

–Non posso, Ofelia… Te l’ha regalato Scarlett, davvero, non posso accettare…– dissi.

–Serve più a te che a me– insistette Ofelia.

–Va bene, grazie.– dissi infine, prendendo l’orecchino. Appena l’ebbi preso mi sentii più sicura e in grado di fare tutto.

–Credo che sia ora che vada, il mio compito l’ho fatto.– disse Ofelia, prendendomi di nuovo per mano, –Adesso tocca a te…–.

Ancora quella strana sensazione e poco dopo mi ritrovai seduta nella radura del bosco, cosparsa di foglie arancioni e rosse. Non molto lontano vedevo il libro che avevo fatto cadere e più in là il violino di Ofelia.

Lei era lì, accanto a me, mi alzai e feci per ringraziarla ma non c’era più, anche il libro e il violino erano spariti.

Credevo di aver sognato ma poi sentii uno strano calore alla mano, la aprii e vi trovai l’orecchino con l’ametista che risplendeva di luce propria.

Lo indossai.

–Grazie…– sussurrai.

Posso giurare di aver visto, tra le piante, gli occhi viola di una pantera fissarmi…

 

°§° Hermione‘98 °§°

Alice Vetturi

«Scarlett» miglior romanzo per ragazzi al premio Valtenesi

È «Scarlett» il vincitore della XXIII edizione del premio Valtenesi come miglior romanzo di narrativa per ragazzi. Sono particolarmente felice perché la giuria era composta da più di mille ragazzi delle scuole medie, piccoli grandi lettori difficili da conquistare e che non si entusiasmano facilmente, che hanno letto e votato i testi proposti dalle case editrici e selezionate dallo staff del sistema bibliotecario della Valtenesi.

La premiazione è avvenuta sabato 21 maggio nella bellissima cornice del castello di Soiano del lago, alla presenza del sindaco, delle autorità locali e delle rappresentanti del sistema bibliotecario della Valtenesi, ma soprattutto di fronte a una platea di circa trecento studenti che hanno assistito alla cerimonia con attenzione e curiosità. Anche loro hanno scoperto il romanzo vincitore solo durante la premiazione. Relatrice dell’evento la dottoressa Maria Mele, bibliotecaria di Moniga del Garda e autentica colonna portante della manifestazione. Parlare davanti ai ragazzi è stato molto emozionante e devo ammettere che mi tremavano un po’ le gambe!

C’era inoltre una sezione speciale del premio per gli elaborati degli studenti: intervista ai personaggi, proposta di un finale alternativo, recensioni. Tra i vincitori, una ragazza, Alice, che ha scelto di intervistare proprio Ofelia di «Scarlett».

L’importanza di questo premio sta nell’abituare i ragazzi alla lettura e alla critica, e ne ho avuto dimostrazione alla fine della presentazione, quando mi hanno circondata per farmi domande, dimostrandosi interessati alla storia, ma soprattutto alla creazione di una storia. Accompagno il post con un po’ di foto perché penso che possano esprimere ancor più delle parole la magica atmosfera che si respirava.

Un ringraziamento particolare a Couture ingredients per gli abiti 😉