Buongiorno tenebra: Dylan Dog OldBoy n.8, da oggi in edicola

Dylaniate e dylaniati, da oggi – 13 agosto – è in edicola Dylan Dog OldBoy n. 8, che contiene anche una mia storia: Buongiorno tenebra.

Sulle note di Simon & Garfunkel, in una villa che assomiglia a quella accanto al cimitero di fulciana memoria, Dylan si trova imprigionato nella tela di Mrs. Nicholson e dei suoi segreti.
Ad accompagnarmi in questa discesa nelle ossessioni, Nicola Mari che, con maestria ed eleganza, ha saputo dare un volto alle pulsioni più oscure. Ma se l’amore è un demone – tra i più feroci – malattia e cura, a volte, possono coincidere.

Quale oscuro segreto cela la tetra villa dei Nicholson? Quali drammatici eventi hanno funestato le vite dei suoi abitanti in passato? Dylan deve riuscire a districarsi dalle mortali spire di una femme fatale d’altri tempi…

Buon tuffo nelle tenebre.

Jenny: Il mio contributo al trittico che unisce Vasco Rossi e Dylan Dog

Molti di voi sanno che l’estate 2021 è stata scandita da un grande evento: Dylan Dog incontra Vasco Rossi. L’Indagatore dell’Incubo è infatti protagonista di un ciclo di tre episodi ispirati a tre celebri canzoni del rocker di Zocca.

Quando sono stata contattata dalla redazione Bonelli per firmare uno di questi episodi, non ho avuto un dubbio su quale canzone scegliere: Jenny è pazza.

Un pezzo potentissimo, coraggioso, di rottura, già per la tematica che esplora: la depressione. E la sua potenza è amplificata se si pensa che è uscito nel primo 45 giri di Vasco, nel lontano giugno del ’77. Una canzone intensa e piena di tenerezza, ma anche di empatia, capace di dare voce a chi voce non ha. 

E se per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte, la depressione è una lunga notte, che sembra non avere mai fine. Sarà per questo che poi, come canta Vasco, non resta che… dormire?

Ancora oggi si parla troppo poco di condizioni mentali, come si parla poco di depressione. Sono tabù, parole che da sole sono capaci di evocare mondi di oscurità, di dolore. E allora è meglio far finta che siano altrove, questi mondi. Lontani da noi.
Eppure tutti noi siamo stati Jenny almeno una volta nella vita – o lo sono state persone a noi vicine – schiacciati
da un buio che spesso arriva all’improvviso e in un istante sembra divorare tutto.

La depressione è un demone, e chi meglio di Dylan Dog poteva affrontarla? Un demone invisibile e subdolo, perché spinge chi ne soffre a chiudersi in se stesso, alzando muri per tenere il mondo fuori, compreso chi cerca di offrire un aiuto.

È quindi con grande emozione che vi comunico che JENNY – DYLAN DOG N°420 – uscirà il 31 agosto. Ad accompagnarmi in questo viaggio nella mente, con i suoi disegni che sembrano nutrirsi del buio per illuminarlo, Davide Furnò

Questo mese, trovate in edicola Albachiara, di Gabriella Contu, mentre il primo episodio dedicato alle canzoni di Vasco è stato firmato da Paola Barbato, che ha scelto Sally. Se non li avete ancora letti, vi consiglio vivamente di recuperarli.

Una piccola nota tecnica: tutti gli albi presentano una doppia copertina (fronte e retro), una firmata da Gigi Cavenago e l’altra da Fabrizio De Tommaso. In più, 16 pagine extra con interviste, tra cui una speciale di Luca Crovi a Vasco, e i testi della canzone cui si ispira l’episodio.

Dylan Dog si sveglia in una stanza spoglia, buia, senza alcuna apertura. Non sa come ci è arrivato, né come uscirne, ma avverte la voce flebile, dall’altra parte del muro, di Jenny, prigioniera come lui in quel luogo ostile in cui perfino lo scorrere del tempo perde di significato. L’unica cosa che sembra avere senso è arrendersi e dormire, per lasciarsi morire.
Un imperdibile albo speciale ispirato alla canzone “Jenny” di Vasco Rossi, un omaggio dell’Indagatore dell’Incubo al rocker emiliano.

Da oggi in edicola: L’Entità – Dylan Dog n. 407

Da oggi (30 luglio) in edicola Dylan Dog 407 – L’Entità. Nuovo frontespizio, vecchio amore. La sceneggiatura è mia, i disegni del Maestro delle Ombre Corrado Roi. La meravigliosa copertina è opera di Gigi Cavenago.
Una storia con echi del cinema di Deodato, ma anche dell’art-horror anni Settanta.

«A suonare il campanello di Craven Road 7, per chiedere aiuto a Dylan, si presenta la bellissima Berenice. La ragazza è perseguitata da una misteriosa quanto mortale presenza che, da anni, impedisce che qualsiasi uomo le si avvicini intimamente… E con il passare del tempo la situazione si fa sempre più drammatica, perché Berenice teme addirittura che la terribile Entità voglia spingersi perfino a possederla.»

In edicola: La solitudine del serpente Dylan Dog OldBoy n. 1

Il numero Uno del nuovo OldBoy contiene una mia storia: La solitudine del serpente.
Dylan e Bloch, insieme, sulle tracce di un serial killer. Facce strappate, splatter e, naturalmente, i serpenti. Ma non come ve li aspettereste.
Ai pennelli, due leggende, il mitico duo Montanari & Grassani.
Non vi basta? L’altra storia #ilmiglioredeimondipossibili è firmata Gabriella Contu, il tutto racchiuso dalla bellissima copertina dei fratelli Cestaro.

Sinossi: La solitudine del serpente: «Certe vite scorrono via, fugaci come un colpo di rasoio. Lasciare un segno del proprio passaggio è un sogno per molti, ma diventa un incubo quando per Londra si scatena la furia omicida di un killer invisibile, di cui nessun testimone sembra ricordare la faccia. Bloch coinvolge l’Inquilino di Craven Road in una delle sue indagini più paradossali.»

Dalla recensione degli Audaci: «Una narrazione classicamente dylaniata, colma di citazioni: a Stephen King, Edgar Allan Poe, H. P. Lovecraft, Stanley Kubrick, David Lynch, Douglas Adams, i Metallica (giusto per dirne qualcuna).
Così come nell’episodio precedente, l’amore e la passione della scrittrice verso il Dylan Dog sclaviano è alquanto evidente nella sceneggiatura, nel ritmo, nelle scelte e nel plot twist finale.»

Buona lettura, amiche e amici dylaniati!

Casca il mondo – Dylan Dog 393

«Scappa, Dylan, presto! Taglia la corda, prima che tutto ti precipiti addosso…
Fuggi, non ti accorgi che “Casca il mondo”?»

Scrivere aiuta a esorcizzare le paure, le intrappola nella carta, le rende qualcosa che puoi guardare negli occhi. Così diventano più piccole, le loro voci più flebili.
È lo stesso motivo per cui leggiamo storie di paura. Lo facciamo da quando siamo bambini, attratti irrimediabilmente dalle fiabe più nere, che regalano quel brivido che diventa una piccola vittoria contro il buio, se solo abbiamo il coraggio di raggiungere l’ultima pagina. 

Ma cosa succede quando ti viene chiesto di parlare di uno dei tuoi Demoni della porta? Quelle creature che ti tengono in scacco e di cui, lo sai, non ti libererai mai. Non importa quanto a fondo scaverai per imprigionarli in una fossa al centro della stanza più segreta della tua mente, i Demoni della porta ormai fanno parte di te. Perché le cicatrici lasciate da certe esperienze sono troppo profonde, ti hanno infettato il sangue. E basta una notte più oscura, un dolore o un momento di debolezza per farle riaffiorare.

Il mio Demone della porta mi assale quando sento rumori troppo forti, suoni bassi o striscianti. Il mio Demone della porta mi fa localizzare una via di fuga ogni volta che entro in una stanza gremita. Il mio Demone della porta torna più prepotente nel mese di maggio e certe notti, senza preavviso, mi sveglia alla stessa ora: le 4:04 del mattino. Il mio Demone della porta mi accompagna dal 20 maggio del 2012, visto che vivo (tutt’ora) sull’epicentro del terremoto dell’Emilia e da quella notte la mia vita è cambiata. Per sempre.

Poi un giorno Roberto Recchioni mi ha chiesto di guardarlo di faccia, il mio Demone, e di scriverci una storia per Dylan Dog. Ho impiegato più di un anno prima di prendere anche solo in considerazione la sua proposta. Anzi, la sua sfida. E alla fine ho accettato.

Così la mia esperienza da incubo si è trasformata in un albo dell’Indagatore dell’Incubo, il 393, dal titolo Casca il mondo, illustrato da quel fuoriclasse che è Bruno Brindisi. La meravigliosa copertina rosso sangue è di Gigi Cavenago.

La seconda sequenza dell’albo è all’incirca quello che è successo a me, mentre cercavo di uscire dal mio appartamento che da rifugio si era trasformato all’improvviso in una trappola da cui fuggire.
Ci sono gli sciacalli, la distruzione, l’incapacità di riconoscere il paesaggio, che quando vivi da sempre in un piccolo paese diventa parte di te e finisci per assomigliargli. C’è il senso di vuoto e ci sono le macerie, che a forza di viverci accanto diventano uno stato d’animo. E c’è anche il Drago, non è uno spoiler, lo vedete nelle tavole rilasciate come anticipazione. Il Drago era il modo con cui i bambini più piccoli disegnavano il terremoto. Loro, saggi e coraggiosi, sanno che per sconfiggere un demone devi prima dargli un nome.

La storia fa parte del Ciclo della Meteora e uscirà in tutte le edicole a partire dal 29 di maggio. Un dettaglio che mi strappa un brivido perché è la stessa data della seconda, terribile, scossa del 2012. Una pura casualità, che spalanca uno spiraglio di luce nel giorno di un anniversario che gli scorsi anni vivevo in apnea.

Qualche giorno fa, ho letto le bozze dell’albo e arrivata all’ultima pagina, non mi vergogno di dirlo, ho pianto. Ho pianto perché mi sono resa conto che anche se non smetterà mai di tormentarmi, ora quel demone è rinchiuso nella prigione perfetta: un albo “dylaniato”. Ora, le cicatrici sono diventate una storia, che spero possa esorcizzare la paura di chi come me ha affrontato un’esperienza feroce come può essere quella del terremoto.

Dylan Dog: La sopravvissuta. Dal 29 gennaio in edicola.

«Mentre incombe la terribile minaccia della meteora, L’Indagatore dell’Incubo è alle prese con Sally, una ragazza che, suo malgrado, si ritrova di frequente al centro di terribili incidenti… A Dylan Dog il compito di scoprire com’è possibile che sia sempre lei l’unica a portare a casa intatta la pelle.»

Quando vi comunico l’uscita di un mio albo per l’Indagatore dell’incubo, l’emozione è sempre forte.

Ho scritto La sopravvissuta, DD n.389, nel 2015, con il titolo provvisorio di Final girl. Gli amanti dell’horror avranno già colto l’omaggio agli slasher movie degli anni Ottanta già a partire dal titolo, che il mitico Gigi Cavenago ha inserito nella t-shirt della protagonista in copertina. Copertina che amo alla follia e racchiude tutti gli elementi della storia, oltre che il primo piano di Faccia da morto, l’inarrestabile killer antagonista di Dylan Dog in questo albo.

«Tutto è iniziato quando ho accettato di partecipare a quel dannato film horror! Si trattava del classico slasher movie per adolescenti, di quelli in cui alcuni ragazzi sono raggruppati in un luogo isolato e poi arriva l’assassino, che di solito indossa una maschera, e li uccide uno dopo l’altro in modi esageratamente splatter. Tutti tranne la final girl, naturalmente…»

Una piccola curiosità: per la maschera di Faccia di morto ho chiesto ai disegnatori di ispirarsi a Eddie, l’iconica mascotte creata da Derek Riggs per le copertine dei dischi degli Iron Maiden. Il risultato è orribilmente meraviglioso.

I disegni dell’albo sono di Luigi Piccatto, Giulia Massaglia e Matteo Santaniello. Vi allego una tavola per sbirciare il lavoro incredibile che hanno fatto. Ogni vignetta è straordinariamente ricca di dettagli e movimento, con sequenze di devastante impatto emotivo come solo i veri fuoriclasse sono in grado di fare.

Per finire, in regalo con l’albo, altri 20 Tarocchi dell’Incubo disegnati da Angelo Stano. Vi aspetto il 29 gennaio in edicola!

Dylan Dog: Perderai la testa. Dal 29 settembre in edicola!

Non nascondo la mia emozione nell’annunciare che il 29 settembre uscirà la mia nuova storia “dylaniata” per la serie regolare, di cui ho scritto soggetto e sceneggiatura.

Numero 385 dal titolo “inverniziano” Perderai la testa. Ai pennelli, uno straordinario e nerissimo Emiliano Tanzillo.

La stupenda copertina di Gigi Cavenago, con la torre Eiffel che svetta alle spalle dell’indagatore dell’incubo, anticipa l’ambientazione della storia: una Parigi in cui il Nostro rischia (letteralmente) di perdere la testa.

«Portato contro la sua volontà nella “ville lumière”, l’Indagatore dell’Incubo deve venire a capo di un enigma che prende le mosse dalla storia francese, a partire dalle vicende che coinvolsero in prima persona Maria Antonietta. Ma come ci finisce Dylan, dalla patinata Parigi delle sfilate d’alta moda rinchiuso nel bagagliaio di una macchina legato e imbavagliato?»

In molti mi hanno scritto notando “la farfalla di Osservatore oscuro”, così come l’hanno definita, apparire in questa copertina. Ho deciso quindi di svelarvi il dietro le quinte: ho scritto la storia di Dylan prima di Osservatore oscuro, e non viceversa.

La farfalla, simbolo della fugacità della vita, ma anche del respiro dell’anima, ha un suo significato nell’economia della storia dell’Indagatore, così come nel mio ultimo thriller, anche se in questo caso non appare mai, rimanendo soltanto un rimando metaforico. Nel caso di Osservatore, avevo dato alla copertinista indicazioni precise. Mentre questa volta è stata una sorpresa anche per me. Il fatto che le mie due ultime creature siano unite sotto il segno della farfalla monarca non fa che aumentare, se possibile, l’emozione per questa uscita.

Ecco le due tavole che sono state scelte come anteprima dal sito ufficiale Bonelli, una dal sapore più splatter e l’altra più romantica. Che a pensarci bene sono i due lati che mi hanno fatto amare Dylan Dog quando l’ho incontrato una vita fa, per la prima volta – molto prima di sognare persino di scriverlo.

Grazie a tutti quelli che mi accompagneranno in questa nuova sfida. 

Dylan Dog: La ninna nanna dell’ultima notte. Da oggi in edicola!

Dylan Dog n.367 La ninna nanna dell'ultima notte
Dylan Dog n.367: Baraldi – Roi – Cavenago
Esce oggi il Dylan n.367 La ninna nanna dell’ultima notte da me sceneggiato per i disegni del “maestro delle ombre” Corrado Roi.

Domitilla Foster, una psicologa infantile, chiede aiuto all’Indagatore dell’Incubo per rintracciare il piccolo Sam, scomparso dopo che la madre è stata ritrovata morta a causa di uno strano incidente. Dov’è finito il ragazzino? Che cosa ha a che fare suo padre con tutto ciò? E chi sono gli inquietanti, maligni fanciulli che nottetempo, con la complicità delle tenebre, si erano introdotti tra le mura di casa?

Per me questa è un po’ una fiaba della (mala)notte, sul filo di una ninna nanna per (non) dormire. Cosa succede quando il lupo cattivo non fa più paura?

Honey - da Dylan Dog n.367 La ninna nanna dell'ultima notte
Say “hello” to… Honey

Se siamo tutti burattini nel racconto di un cantastorie, amici immaginari di una coscienza assopita, bambini “perduti” alla ricerca di un rifugio, la risposta che cerchiamo potrebbe essere tra le righe di una vecchia filastrocca… «che è della notte il cuore. Più lunga l’attesa, più forte il dolore». 

La copertina di Gigi Cavenago coglie alla perfezione le atmosfere della storia. Benvenuti a “Fearland”, ultimo approdo di una notte che sembra non avere mai fine.

Dylan Dog «Gli anni selvaggi»: i commenti della rete

dylan-dog-gli-anni-selvaggi-coverSe, come suggerisce Vincent Left all’interno dell’albo, «il silenzio è morte», allora Gli anni selvaggi è più vivo che mai. L’albo sta facendo molto parlare di sé e, fin dal giorno della sua uscita, si rincorrono per la rete le opinioni dei lettori. Alla vigilia dell’uscita, lo sapete, mi tremavano le gambe per come questa storia sarebbe stata accolta. Oggi, per le emozioni che tutti voi mi state trasmettendo con le vostre parole. Naturalmente, se avete voglia di raccontarmi cosa ne pensate dell’albo, vi aspetto su Facebook. Nel frattempo, ecco una piccola carrellata di estratti da articoli usciti nei blog sparsi per la rete.

Jacopo Cerretti di C4Comics non ha dubbi: «Barbara Baraldi e Nicola Mari hanno consegnato ai lettori un albo bellissimo e calibrato in ogni spazio, in ogni dialogo ed espressione» aggiungendo che «questo è il miglior albo di Dylan Dog uscito quest’anno». Secondo lui «Barbara Baraldi si conferma una penna interessantissima e di valore inestimabile nell’ottica di mantenere vivo un personaggio tormentato come Dylan Dog. Gli anni selvaggi mi ha dato e tolto tutto nell’arco di 98 pagine, cosa che quando accade mi porta a tornare a pagina 1 e ricominciare la lettura, magari per cercare di trattenere qualcosa che puntualmente mi verrà strappato ancora via». Per il comparto grafico, «appare evidente che Nicola Mari e musica rock sono quanto di più armonico possa esistere. Mari è riuscito ad imprimere una rarefatta nostalgia nelle scene ambientate nel passato e un concreto e oscuro orrore nel presente».

Per Gli Audaci «non è mai semplice trasporre su carta emozioni forti. Con questo episodio Barbara Baraldi ci è riuscita in maniera cristallina e convincente, dimostrandosi una sceneggiatrice dotata di grande sensibilità. La scrittrice emiliana descrive la parabola distruttiva di un rocker e sembra di avvertire distintamente in ogni tavola il suono fragoroso dei sogni che si schiantano al suolo. Gli elementi tragici e gli spunti di riflessione si fondono alla perfezione, come accade solo nelle storie davvero profonde». Riguardo ai disegni, si tratta di «un Nicola Mari in stato di grazia. Le sue figure longilinee, i corpi sinuosi e imperfetti, fanno trasparire con immutata eleganza le profondità dell’anima».

Gianluca Tammaro su Rolling Stone evidenzia che «ci sono i ricordi, i rimpianti, “quello che volevamo fare” e “quello che poi siamo diventati”. Un Dylan umano e i mostri che siamo noi; anzi no, meglio: i mostri sono i nostri desideri – e quello che, pur di realizzarli, siamo disposti a fare».

43Per Lorenzo Jonas Stanislaus, che scrive nel blog La torre muove e scacco al re, l’albo «riesce a unire la vecchia guardia e chi non ha mai letto un albo della Bonelli». Secondo lui si tratta di «una storia perfettamente Doghiana (si scriverà così!?)» in cui «il dolore dei personaggi è talmente tangibile che si sente a pelle, la storia in sé a mio modesto avviso è alla pari alla miglior storia di Sclavi». Inoltre «graficamente è a dir poco eccelso, ormai l’unico che può superare il Maestro Mari è il Maestro Mari stesso».

Lorenzo Barberis su Barberist, al termine di un’approfondita riflessione sul simbolismo presente all’interno della storia, afferma che «questo secondo albo della Baraldi si muove bene su un complesso intreccio di sequenze temporali che si vanno a intersecare a snodi salienti del canone, modificandolo in modo significativo», per poi concludere che «la storia funziona a un primo livello, con l’abbondante uso del tradizionale splatter, eros e thanatos tipico già del precedente lavoro baraldiano: come nell’albo precedente, comunque, appare anche interessante l’intreccio “di secondo livello”, evocato dalla Baraldi con tante piccole suggestioni». Secondo lui «Anche nel prevalente acquerellato il segno di Nicola Mari è riconoscibilissimo e molto efficace, ma il meglio di sé lo dà quando può esercitare compiutamente la sua Opera al Nero (il “flashback profondo” 59-63, ma anche le varie sequenze splatter del presente). Il forte parallelismo tra il suo stile e quello della Baraldi contribuisce nuovamente alla riuscita dell’albo».

Roberto Arcuri su Jazz from Italy ammette: «sì, mi ero dimenticato di Dylan… ed ora non so più se lo avevo allontanato dalle mie frequentazioni perché credevo fosse cambiato lui o se, invece, fossi rimasto fermo io. Ma vivere nuovamente in quegli “Anni Selvaggi” le emozioni di “Boys Don’t Cry” o risentire anche solo l’eco delle sonorità elettroniche di “Black Celebration” beh, è stato più che ritrovare un amico, è stato come abbracciare me stesso…». Secondo lui «questa storia è dannatamente coraggiosa» e, riguardo ai disegni di Nicola Mari: «quei segni sono perfettamente imperfetti… non nel senso puramente estetico, che è fatto più di scosse elettriche, memoria dimenticata e rivelazioni individuali che di “regolette”, ma perché ascoltano la storia, si adattano a questa eppure la condizionano, la penetrano e gli colorano le gote, la vivono, insomma».

Concludo la carrellata con le parole dell’autore del post 2016: The killing machine? pubblicato sul blog Memorie di un fan istantaneo. «La storia è un omaggio al rock, al glam, alla new wave e Dylan questa volta è un romantico roadie per una band di amici. I disegni di Mari evocano la fisicità di Egon Schiele, la storia racconta di amore, musica e morte come nella migliore delle tradizioni rock’n’roll. Il successo diventa incubo materiale che uccide letteralmente chi svende la propria musica, la solitudine è la punizione di chi preferisce il successo all’etica personale e agli affetti. Sono topoi classici della narrazione rock ma sempre attuali, soprattutto oggi che le rockstar sono frutto di attente operazioni di marketing».

 

Gli anni selvaggi: Dylan Dog 364 dal 29 dicembre in edicola!

dylan-dog-gli-anni-selvaggi-coverSave the date! Il 29 dicembre l’appuntamento è in edicola con Dylan Dog n.364 Gli anni selvaggi da me sceneggiato per i disegni del “maestro dell’oscurità” Nicola Mari.

Confesso che avrei voluto scrivere una lunga presentazione dell’albo, sulle motivazioni che mi hanno spinto a raccontare una parte del passato dell’Indagatore dell’Incubo mai affrontata prima e sulla grande responsabilità (o forse incoscienza) che questa scelta comporta, su cosa abbia significato confrontarmi con Tiziano Sclavi su alcune scene (quel giorno mi tremavano letteralmente le ginocchia) e sull’emozione di poter contare nuovamente sui disegni di Nicola dopo il successo de La mano sbagliata. Le sue tavole sono intense, appassionate, potenti, proprio come una ballata rock.

Ma poi ho pensato di lasciare la parola alla straordinaria copertina di Gigi Cavenago, che da novembre ha raccolto il testimone dell’immenso Angelo Stano, e soprattutto alla storia che troverete all’interno dell’albo. Ultimo, ma non ultimo, un ringraziamento a Roberto Recchioni, che per primo ha creduto in questa idea.

Spero che Gli anni selvaggi vi parli al cuore, perché è con il cuore che è stata scritta. È una storia sul rock’n’roll, ma soprattutto sull’amicizia, quella che… solo a vent’anni. E poi c’è un grande amore. Dentro c’è un mondo intero di riamandi, più o meno sottili, alle biografie delle band che hanno reso un po’ meno solitaria la mia adolescenza (insieme ai fumetti di Dylan, naturalmente!).

Per chi ha voglia di condividere le sue impressioni sulla storia e sui disegni, trovate sia me che Nicola su Facebook. Sono davvero trepidante (e terrorizzata insieme) di sapere cosa ne pensate. Nel frattempo, ho pensato di condividere con voi alcune delle canzoni che mi hanno ispirato durante la stesura. Si tratta di una playlist Spotify che ho creato come ideale colonna sonora per l’albo: ruvido, sofferto rock’n’roll nelle sue infinite declinazioni. La trovate qui: goo.gl/qFWN5t

Qui la recensione in anteprima dell’albo su Rolling stone Italia. Enjoy!

I prossimi appuntamenti: ci vediamo il 9 e il 10 luglio al Crime City di Castiglione dei Pepoli

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La locandina firmata Gigi Cavenago per Crime City Comics – Dylan Dog 2016
Save the date! Il prossimo fine settimana appuntamento a Castiglione dei Pepoli, in provincia di Bologna, per l’edizione 2016 del Crime City Comics – Dylan Dog.

Sabato 9 luglio ci vediamo in piazza della Libertà a partire dalle 11:30 per le consuete sessioni di firma del catalogo Crime City di quest’anno, mentre alle ore 13:00 è fissato un aperitivo con tutti noi autori della testata.

Alle ore 18:00 l’appuntamento è al parco della Rimembranza con la conferenza «Dog Variations». Alle 19:00, poi, aperitivo con DJ set.

Domenica 10 luglio sarò a disposizione degli aspiranti sceneggiatori a partire dalle ore 16:00 per un workshop di scrittura il cui nome è già un programma: «Scritto con il sangue». La partecipazione è gratuita per i tesserati all’Associazione Culturale Officina15 (se non lo siete, la tessera costa dieci euro, e potete iscrivervi online). Il set è OFFICINA15, al civico 31 di via Aldo Moro. Sono solo venti posti, quindi se siete interessati affrettatevi!

Ore 16:00 sessioni di firme in piazza della Libertà. Alle ore 18:30 avrà luogo la premiazione delle opere 24h Comics contest presso il parco della Rimembranza. Alle ore 19:00, infine, non mancate all’aperitivo di chiusura al bar La Torretta.

Vi aspetto!

I prossimi appuntamenti: ci vediamo a giugno a Teramo e a Venegono Superiore (VA)

2648Save the date! È arrivato il momento dei festival estivi e giugno si preannuncia già torrido di eventi 😉

Si comincia con TERAMO HEROES, il festival ideato dal grande Carmine di Giandomenico (disegnatore Bonelli/Marvel/DC comics), che comincia venerdì 10 giugno, per concludersi domenica 12 giugno. Il set è la villa comunale di Teramo sita in piazza Garibaldi. Sarà un’occasione per valorizzare l’apporto femminile al fumetto, e insieme a me ci saranno ospiti del calibro di Lola Airaghi (Morgan Lost), Sara Pichelli (Ultimate Spider-man), Micol Beltramini (Viva Valentina), Elena Casagrande (Doctor Who) e tanti altri talenti del mondo della letteratura disegnata.

3043Tra le altre cose, sarà possibile visitare la mostra dedicata a Emiliano Mammuccari (Orfani) o incontrare Giuseppe Palumbo (Diabolik). Lo stesso Carmine di Giandomenico cercherà di battere il Guinnes dei primati completando un albo di 56 tavole di Oudeis in sole 48 ore! Il calendario di appuntamenti è davvero fitto, e prevede anche concerti e sfilate di moda. Per quanto mi riguarda, sarà l’occasione per parlare di Dylan Dog e dell’imminente uscita della mia prima miniserie a fumetti, Torture Garden per edizioni Inkiostro. Sarò presente tutti e tre i giorni con la seguente agenda:

Venerdì 10 giugno ore 18:00 Area firme (firmacopie)

Sabato 11 giugno ore 12:00 Area firme (firmacopie) – ore 16:00 palco (intervista)

Domenica 12 giugno ore 10:30 Area firme (firmacopie) – ore 16:00 palco (intervista)

Tutti gli incontri sono gratuiti. Per saperne di più, visitate la pagina Facebook dell’evento, e non dimenticate di cliccare “Mi piace”!

FondoSclavi_manifesto_giugno_72Il fine settimana successivo l’appuntamento si sposta a Venegono Superiore, in provincia di Varese, per il festival UNA BIBLIOTECA DA PAURA 2 – edizione Streghe, organizzato dal Fondo Sclavi. A lato potete ammirare la splendida locandina, illustrata da Giuseppe Candita (Julia). Questa la mia agenda degli incontri, ma il calendario eventi è ricchissimo, con anche un concerto dei Secondamarea su «Ballate della notte scura» di Tiziano Sclavi, e un incontro con il maestro Corrado Roi.

Venerdì 17 giugno ore 18:00 Biblioteca Munari: incontro con i lettori

Sabato 18 giugno ore 15:00 Biblioteca Munari: Laboratorio gratuito di scrittura per giovani e adulti – iscrizione obbligatoria inviando una mail a fondosclavi@cooptotem.it

Per saperne di più: www.fondosclavi.it

Vi aspetto!

 

Il bottone di madreperla torna in edicola, in allegato alla Gazzetta dello sport

DylanGazzettaCover42-okQuesto breve post per segnalarvi che la prossima settimana, mercoledì 4 maggio 2016, la mia storia d’esordio su Dylan Dog tornerà in edicola!

Sto parlando de Il bottone di madreperla, storia breve (32 tavole) a colori, uscita precedentemente nel Color fest n. 9.

È una storia a cui tengo particolarmente, che ho scritto con passione e qualche tremore. Una storia in cui ho cercato di mescolare mistero e amore. Amore in tutte le sue forme. Una storia in cui le mie parole hanno trovato forma nelle splendide illustrazioni di Paolo Mottura. 

Questa nuova versione, impreziosita dalla copertina inedita di Alessandro Poli, fa parte della collana Dylan Dog – I colori della paura. È il numero 42 e si troverà in allegato alla Gazzetta dello sport, a 1,99 euro. 

Vi aspetto quindi in edicola il prossimo 4 maggio, ma per essere sicuri di non rimanere senza potete già ordinarlo! 

Come sempre, sarò felice di ricevere i vostri commenti post lettura. Baci e abbracci B.

Il bottone di madreperla – Dylan Dog I Colori della Paura n.42, di Barbara Baraldi e Paolo Mottura, in uscita il 4 maggio in allegato alla Gazzetta dello sport.