Dylan Dog
Dylan Dog 453 “Pioggia di sangue” dal 30 maggio in edicola
Per scrivere Dylan è necessario offrire una parte di sé. Che siano gocce di sangue, un pezzo di cuore, o fumanti interiora. Non puoi rimanere distaccato, non puoi rimanere pulito, devi rovistare nella soffitta delle tue esperienze, scavare tra le tue paure, senza evitare di guardarle negli occhi.
Da oggi – 30 maggio – trovate in edicola Pioggia di sangue (Dylan Dog 453) dove racconto di Herman, un anziano solo, che si attacca a Dylan instaurando un rapporto di co-dipendenza. In questa storia c’è tanto orrore, ma anche tanta malinconia e dolore, senza rinunciare all’ironia. Vi confesso che nasce da un’esperienza personale o meglio, familiare. Oggi la vecchiaia fa più paura della morte e tante famiglie si trovano sole a dover compiere sacrifici, per amore (e con amore) dei propri cari che non sono più autosufficienti. Pioggia di sangue non è un albo facile, ma contiene vari spunti di riflessione su questa tematica, per me ancora troppo poco sviscerata.
È stato doloroso scriverlo, per alcuni (forse) sarà doloroso leggerlo.Ma Dylan indaga incubi e l’ho sentito come il compagno di viaggio perfetto per affrontare questo, che personalmente mi fa davvero paura.
Una curiosità: il titolo di lavorazione era “Herman pioggia di sangue”. Forse a qualcuno ricorderà un film nerissimo dell’86, ad altri… Nanni Moretti!
Grazie a Corrado Roi per aver saputo rendere le mie visioni come raffinati e inquietanti quadri, fatti di ombre ed emozione.
La magnifica copertina è dei “sanguinari” fratelli Cestaro.
«L’urlo del campanello squarcia la notte a Craven Road 7. Alla porta si presenta un anziano scorbutico, che dice di chiamarsi Herman e ha tutta l’aria di avere bisogno di aiuto. Herman non ha nessuno che si possa occupare di lui… a parte Dylan. Tuttavia, insospettito da una serie di inspiegabili eventi e da una catena di morti assurde, Dylan decide di intraprendere un’indagine privata. Ma Herman non risulta nella lista delle persone scomparse e sembra non avere un passato. Chi è davvero? È solo un anziano in difficoltà o nasconde un oscuro segreto?»
Shock! Dylan Dog 450, dal 28 febbraio in edicola
Dal 28 febbraio esce ufficialmente in edicola (ma da qualche parte si trova già): DYLAN DOG n. 450, “SHOCK”.
Scritto da me e illustrato dal Maestro del Perturbante, Nicola Mari. Una fiaba nerissima, una discesa nei meandri più oscuri dell’animo umano, mentre Londra è stretta nella morsa di un serial killer imprevedibile, la cui unica firma è l’efferato modus operandi: “rapisce, tortura, uccide”.
Copertina del tenebroso duo Gianluca e Raul Cestaro.
«Un uomo senza identità è convinto di essere già morto. Una donna senza identità compie una strage nell’ospedale in cui è ricoverata. Qual è il terribile segreto che li lega? Nel tentativo di far luce sulla vicenda, Dylan Dog e l’ispettore Bloch intraprendono un’indagine pericolosa, che li sprofonderà nei meandri più oscuri dell’animo umano, mentre Londra è stretta nella morsa di un serial killer imprevedibile, la cui unica firma è l’efferato modus operandi: “rapisce, tortura, uccide”.»
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Gennaio e febbraio… in giallo: tre incontri per ritrovarci nel nuovo anno
SAVE THE DATE!
Amici emiliani, martedì 23 gennaio alle ore 21, presso la Rocca Estense di San Martino in Rio, presenterò del mio ultimo romanzo, Il Fuoco dentro, insieme a Federica Scaltriti. Ripercorreremo la vita tormentata di Janis Joplin, parleremo del Club dei 27 e di musica, ma anche di ossessioni, scrittura e fumetto.
L’evento è in collaborazione con la Biblioteca Comunale di San Martino in Rio e Arci Reggio Emilia.
Si fa che ci vediamo lì?
Mercoledì 4 gennaio alle 21:30 sono ospite degli amici di Pop Culture per parlare, insieme a Emiliano Tanzillo, del nostro “Carambolla”, edito saldaPress. Vi aspettiamo in diretta streaming sulla pagina FB di Pop Culture, oppure YouTube o Twitch. Trovate il link diretto ai canali, QUI.
Venerdì 9 febbraio alle 21:15 sarò ospite della serata inaugurale del Nebbia Gialla Suzzara Noir festival. Insieme a Luca Crovi parlerò di Dylan Dog, di quello che ci attende nei prossimi mesi e della Quinta stagione che sta vivendo l’amatissimo personaggio creato da Tiziano Sclavi, e che mi vede nelle vesti di curatrice.
Vi aspettiamo a Suzzara, Sala della Comunità Dante (via Dante, 1). Il festival continuerà per tutto il weekend. Vi invito a visionare il programma.
Gli eventi sono gratuiti, a ingresso libero.
Benvenuti dall’Altro Lato dello Specchio
Da oggi in edicola: Dylan Dog n.446 L’ALTRO LATO DELLO SPECCHIO
Soggetto e sceneggiatura: Barbara Baraldi
Disegni, in ordine di apparizione: Davide Furnò, Nicola Mari, Marco Nizzoli.
Copertina (e nuovo frontespizio): Gianluca e Raul Cestaro.
Dopo aver ricevuto un invito anonimo, Dylan Dog giunge nella villa del magnate Jeffery Scott, dove un gruppo di intellettuali è riunito per addestrare una nuova forma di intelligenza artificiale. Ma la casa stessa appare un organismo senziente, corrotto dalla volontà di un misterioso specchio che sembra riaffiorare dal passato di Dylan, risucchiandolo in un vortice di inganni. Il primo albo di un ciclo tematico di tre storie autoconclusive, in cui gli incubi più spaventosi sono quelli a occhi aperti!
L’albo è disponibile anche in edizione variant, con 16 di pagine aggiuntive di approfondimento e anteprime sul “Dylan che verrà”. L’albo variant è acquistabile dall’1 al 5 novembre a Lucca Comics & Games e, successivamente, in fumetteria e sul Bonelli Store.
E a proposito di Lucca Comics & Games, questi gli orari in cui mi potete trovare per i FIRMACOPIE AL PALABONELLI di Piazza Antelminelli:
• Giovedì 2 novembre dalle 17 alle 18
• Venerdì 3 novembre dalle 16 alle 17
• Sabato 4 novembre dalle 16 alle 17
• Domenica 5 novembre dalle 11 alle 12
Per conoscere tutte le novità in arrivo legate al mondo dell’Indagatore dell’Incubo, vi aspetto al DYLAN DOG HORROR PANEL (con Michele Masiero, Barbara Baraldi, Franco Busatta):
SABATO 4 NOVEMBRE DALLE 17:30 ALLE 18:30 alla CHIESA DI SAN GIOVANNI.
In occasione dell’uscita dell’albo, ho risposto a una piccola intervista per la pagina Facebook ufficiale di Dylan Dog:
L’albo 446 nasce da una tua volontà precisa, ovvero l’hai scritto “fresca di nomina” di curatrice di Dylan. Senza fare spoiler, cosa possiamo aspettarci e in che modo questo albo rappresenta la tua interpretazione personale del personaggio?
“Ho esposto il pitch della storia durante il primo incontro con la redazione: parliamo di alcune ore prima della formalizzazione della nomina. Mi sono confrontata con Michele Masiero e Franco Busatta sui disegnatori da coinvolgere, definendo un’agenda serrata per rispettare i tempi di lavorazione. Nelle settimane successive, ho scritto in contemporanea per Furnò, Mari e Nizzoli. Hanno fatto un lavoro incredibile e posso affermare senza timore di smentita che il comparto grafico è ai massimi livelli. Da parte mia, ho cercato di dare alla storia un passo incalzante e uno sviluppo imprevedibile, avvicendando nell’arco di 94 tavole, oltre che i disegnatori, anche diversi registri narrativi, che corrispondono a differenti declinazioni dell’orrore: zombi, gotico, slasher, con incursioni nel thriller fantascientifico e nel mystery, con una spruzzata di humor nero. Scrivere per Dylan, secondo me, comincia con il rispetto del carattere del personaggio, con il suo microcosmo di comprimari, così come delineati da Sclavi. E con la disponibilità a sprofondare nel buio insieme a lui, senza compromessi.”
L’albo Dylan Dog 446 L’altro lato dello specchio sarà anche una “bussola” per gli altri autori dylaniati rispetto all’interpretazione da dare dell’Old Boy sotto la tua cura editoriale?
“La storia è un po’ una dichiarazione di intenti: il recupero di elementi cardine della serie, ma soprattutto delle atmosfere e degli aspetti più sperimentali e perturbanti delle opere di Sclavi, con uno sguardo proiettato al futuro. Sclavi ha creato un personaggio perfetto, nelle sue imperfezioni, avanguardistico e rivoluzionario per definizione e dalle infinite potenzialità non ancora sfruttate. E poi: sperimentazione sia narrativa che visiva, imprevedibilità della trama, piglio ironico, attenzione ai colpi di scena e a tematiche contemporanee. Storie appassionanti e spettacolari: ogni albo deve essere come un film dell’orrore, inteso in tutte le sue infinite sfaccettature, e come tale intrinsecamente in grado di attirare i lettori, esattamente come un film deve essere in grado di attirare gli spettatori in sala per i suoi contenuti, piuttosto che per abitudine. Dato che un albo solo non basta per definire una “linea”, ho espresso fin da subito la volontà che “L’altro lato dello specchio” fosse il primo di un ciclo di tre albi autoconclusivi accomunati dallo stesso tema, e ho scelto l’Intelligenza Artificiale perché è un “mostro” con cui avremo sempre di più a che fare in futuro. Ho quindi aperto un canale di discussione con Rita Porretto, Silvia Mericone e Alessandro Russo per mettere in cantiere le altre due storie che avrebbero fatto parte del ciclo: l’horror allucinante “Hazel la morta” disegnato da Antonio Marinetti e il noir fantascientifico “Anatomia dell’anima”, disegnato da Sergio Gerasi.. È stata una bella sfida, e devo ringraziare tutti gli autori e i disegnatori coinvolti per aver dato davvero il massimo (e qualcosa di più), cancellando impegni e ferie per far sì che tutte le scadenze venissero rispettate.”
Il titolo “L’altro lato dello specchio” sembra richiamare altri celebri albi come il 10, “Attraverso lo specchio” e il 44, “Riflessi di morte” (forse anche lo Speciale 34, “La grande consolazione”)?
“La storia omaggia a suo modo alcuni albi iconici della serie, tra cui il n.10 Attraverso lo specchio – senza porsi in diretta continuità con il capolavoro di Sclavi e Casertano –, ma anche Il club dell’orrore, per la struttura a episodi… pur non essendo propriamente una storia a episodi. Si parte da qui, con un approccio sperimentale alle radici del personaggio, per cominciare un viaggio verso le frontiere inesplorate dell’orrore.”
Il ragazzi selvaggi: Dylan Dog Oldboy n. 20 da oggi in edicola
Vi ricordo che da oggi, 12 agosto, trovate in edicola Dylan Dog OldBoy n. 20 con due storie inedite e complete, “A occhi chiusi” di Enna/Nizzoli e “I ragazzi selvaggi”, disegnata da Acciarino su mia sceneggiatura.
Copertina di Bacilieri e del compianto Giuseppe Montanari.
Benvenuti nell’Interzona!
Ed ecco la sinossi di I ragazzi selvaggi: «L’Old Boy viene trasportato da una macchina da scrivere, trasformatasi in uno scarafaggio gigante, nell’Interzona, una dimensione in preda all’allucinazione e dominata dalla furia dei Ragazzi Selvaggi.»
Tempesta a Mentmore House: Dylan Dog OldBoy n. 20
Da oggi, 15 giugno, in edicola Dylan Dog Old Boy n.19 con un bis di storie disegnate dal leggendario duo Montanari e Grassani.
Contiene “Tempesta a Mentmore House”, da me sceneggiata e “Il numero imperfetto” per i testi di Luigi Mignacco.
Nella chiacchierata con Franco Busatta, che trovate nell’editoriale, vi raccontiamo i dietro le quinte della realizzazione dell’albo.
Sinossi: «Dylan e Groucho sono alle prese con gli opprimenti segreti che gravano su Mentmore House, in Scozia, abitata da una disastrata famiglia e sulla quale si allunga l’ombra spettrale di un leggendario personaggio scomparso da tempo, Bronco Wallace…»
Da Rolling Stone e Wired a Fumettologica: vi racconto come sarà la Quinta Stagione di Dylan Dog
Da Rolling Stone: «Barbara Baraldi scelta da Sergio Bonelli Editore come nuova curatrice di Dylan Dog, sembra quasi uscita lei stessa dalla penna di Tiziano Sclavi, lo storico creatore dell’Indagatore dell’Incubo. Per questo il ruolo sembra calzarle a pennello, anche se nelle sue risposte è presente ancora un po’ di stupore. Quando la incontriamo per farci spiegare cosa cambierà (e cosa no, mai) in uno dei fumetti più amati dai lettori, non parla di scelte di marketing, non cita target di riferimento o ricerche di mercato, ma si concentra sul riportare «l’orrore in primo piano» andando a selezionare soggetti «nell’ottica di ciò che possono trasmettere a livello emotivo», incoraggiando gli sceneggiatori «a dialogare con le proprie ossessioni» e i disegnatori «a lasciarsi andare alle visioni più ardite». Ancor di più, sottolinea, visto che viviamo in un’epoca senza filtri attraverso gli smatphone, dove però «l’orrore esistenziale resta sempre quello che fa più paura» e avere fra le mani Dylan Dog rimane a tutt’oggi «quasi come sottoporsi a una seduta di psicanalisi». Dopo aver ideato la saga di Aurora Scalviati, la profiler che fa indagini (guarda caso) fuori dalle regole imposte alle forze dell’ordine, affrontato in un libro il tema dell’intelligenza artificiale già tre anni fa, essersi cimentata nel romanzo con la «strafottente e timida» Janis Joplin, ora Baraldi sembra di fronte alla sfida più difficile e nello stesso tempo affascinante: fare i conti con i propri incubi per esorcizzare anche quelli degli altri. Ma su un aspetto è certa che il “suo” Dylan Dog non cambierà rispetto al passato: «Non sarà politicamente corretto, non è nel suo Dna».
Potete leggere l’articolo, a cura di Gianmarco Aimi, QUI.
Da Wired: «Il Dylan Dog di Sclavi è sempre stato moderno. Parlava dei diversi, delle persone ai margini, degli invisibili. Parlava di tantissime cose prima dei tempi, anche di orrori che sono arrivati dopo. Quindi il nostro Dylan sarà moderno in questo senso. E sì, sarà un personaggio che vive nel mondo contemporaneo, in cui esistono i social, i cellulari, che non ci saranno in tutte le storie, e che lui magari non usa spesso o volentieri, ma che non ignora. Insomma, un uomo analogico in un mondo digitale”.»
QUI l’intervista completa.
Da Movieplayer: «L’orrore sarà la parola d’ordine, una dichiarazione di intenti e una sorta di “termine ombrello” sotto cui vorrei riunire tutto ciò che è misterioso, surreale, sconosciuto, inaspettato. L’onirico e il simbolico, ma anche lo splatter. Tutto ciò che in qualche modo ci spaventa avrà spazio nelle pagine di Dylan. Vorrei finali interlocutori, episodi che una volta conclusa la lettura lascino domande piuttosto che risposte. Vorrei far tesoro della lezione di Tiziano, che tramite l’orrore ha la capacità di trasmettere emozioni, di offrire riflessioni esistenziali, filosofiche, parlare alle persone ai margini, mantenendo un registro espressivo comprensibile a tutti. Confido che le storie stesse risponderanno meglio di me a questa domanda.»
Potete leggere l’articolo completo, a cura di Antonio Cuomo,
QUI.
QUI l’intervista completa a cura di Jessica Bianchi.
Da oggi sono la curatrice di Dylan Dog
L’invasione silenziosa: Dylan Dog n.439 dal 31 marzo in edicola!
L’Invasione silenziosa è cominciata! In questa storia, Dylan deve vedersela con una subdola specie di mostri che serpeggiano tra noi, e che solo Wayne, complottista dalla personalità instabile o forse l’unico sano in un mondo di pazzi, sembra in grado di vedere… almeno finché Dylan stesso non viene contagiato da uno strano disturbo visivo che gli impedisce di riconoscere persino il suo riflesso allo specchio. Ma se proprio questo fosse il loro vero volto?
È la speaker radiofonica Sheri a innescare la catena di eventi che precipita Dylan in un incubo da cui, probabilmente, è impossibile svegliarsi.
Wayne è soltanto un mitomane in cerca di visibilità o è un pazzo pericoloso? Nell’intento di sciogliere questo dubbio cruciale, Dylan Dog inizia a indagare su di lui, cercando di scoprire perché Wayne non perda occasione per ribadire ossessivamente l’idea di essere l’unico ad accorgersi di creature mostruose che si aggirano come niente fosse tra gli esseri umani.
Tra Essi vivono di Carpenter e Canale 666 di Sclavi, si dipana una vicenda che mette a dura prova il sangue freddo e la razionalità del nostro indagatore preferito, fino alla resa dei conti nella misteriosa Città Bianca.
Ai pennelli, uno strepitoso Davide Furnò che rende magnificamente le atmosfere sospese di una Londra coperta dalla neve quanto gli “effetti speciali” della storia. Inoltre, come i più attenti hanno notato, la meravigliosa copertina dei Cestaro Bros rende omaggio al Maestro Stano e ai suoi Tarocchi dell’Incubo.
Non con fragore… ma con un lamento: Dylan Dog torna a casa
L’hanno chiamata in vari modi. “Inizio del nuovo inizio”, “Rivoluzione”. Il mio preferito è “Trilogia del ritorno.”
Dal sito ufficiale di Sergio Bonelli Editore: “il character creato da Tiziano Sclavi riprenderà i binari di un tempo, pur rimanendo ancorato al presente. Lo vedremo quindi ripresentarsi sulla serie regolare fedele allo status quo originario, ma alle prese con i temi, i demoni, i conflitti, le ossessioni della contemporaneità. Il Dylan Dog com’era stato concepito inizialmente dovrà confrontarsi più che mai con quella rivoluzione digitale che ha sconvolto il mondo negli ultimi decenni.”
Dopo il prologo firmato Roberto Recchioni, è ora in edicola “Non con fragore…”, Dylan Dog n.436, da me sceneggiato. Soggetto di Claudio Lanzoni, disegni di Sergio Gerasi e copertina dei fratelli Cestaro.
Trovate una lunga intervista a me e a Claudio sul sito dell’editore, in cui vi sveliamo i dietro alle quinte delle storie e come abbiamo lavorato. Tra le altre cose, era la prima volta che lavorato su un soggetto non mio. «I soggetti, pur essendo dettagliati negli snodi principali della trama, lasciavano spazio a interventi personali. Mi sono lasciata ispirare dalla storia e dalle sue atmosfere, e poi l’ho fatta mia. Per esempio, ho aggiunto sequenze come il viaggio “interstellare” di Dylan sui versi della poesia di T.S. Eliot e il combattimento di Dylan e Morgana con le ombre. Ho strutturato l’indagine di Rania e immaginato la sua incursione in quell'”altrove” popolato da alberi secolari in cui dialoga con il piccolo Oliver. La sfida più grande è stata affrontare la tematica della paralisi del sonno, visto che ne soffro sin da quando ero bambina. La prima volta avevo solo cinque anni, ma ricordo perfettamente la sensazione di puro terrore che ho provato, così come la creatura d’ombra davanti ai miei occhi che si avvicinava al mio lettino, senza che potessi muovermi o gridare. Ho scavato nella mia esperienza personale, conscia di quanto questo disturbo possa essere difficile da gestire nei periodi in cui si acutizza. Soprattutto quando è accompagnato, come nel mio caso, da allucinazioni ipnagogiche.Per trovare un modo di gestirlo, erano anni che leggevo articoli di medicina, guardavo documentari e cercavo in rete esperienze di altre persone che ne soffrivano, ma devo dire che, tra tutte le rappresentazioni in cui mi sono imbattuta, gli uomini-ombra disegnati da Sergio Gerasi sono tali e quali quelli che infestano i miei incubi a occhi aperti. Affrontarli insieme a Dylan è stato liberatorio, anche se tutt’altro che rassicurante.»
Trovate l’intervista completa, curata da Franco Busatta, QUI.
Il 31 gennaio uscirà il numero conclusivo della trilogia, “… Ma con un lamento”, Dylan Dog n.437. Anche in questo caso, la sceneggiatura è mia, il soggetto di Claudio Lanzoni, i disegni di Sergio Gerasi e copertina dei fratelli Cestaro.
“Si prefigura all’orizzonte un nuovo ordine nell’universo di Dylan Dog. Una crisi che potrà dirsi conclusa solo dopo la resa dei conti con l’enigmatico individuo dal volto scarnificato, Faccia d’ossa.”
È stata una grande emozione per me lavorare a questo progetto. Un grande lavoro di squadra, sotto la guida di Tiziano, un incontro di professionalità e sensibilità diverse, ma tutte accumunate dalla bruciante passione per il nostro Indagatore dell’Incubo.
Malestorie: Dylan Dog Oldboy n. 15
Con il caos di questo periodo, non vi avevo ancora parlato di Malestorie, la mia nuova avventura su Dylan Dog Oldboy n.15, a tema Halloween, in uscita in tutte le edicole il 14 ottobre. Tra Creepshow (zio Tibia nel cuore) e i Monty Phyton, una riflessione in chiave dylaniata sul potere delle storie.
Soggetto e sceneggiatura miei e al mio fianco, ai disegni, un ispiratissimo Gianluca Acciarino. «Una terribile minaccia grava su Dylan, la sua ragazza e Groucho, seduti davanti al caminetto, in una stanza liberty arredata a tema Halloween. E la sopravvivenza dei nostri è legata soltanto all’efficacia delle storie di paura che sapranno raccontare…»
Un grande grazie a Franco Busatta che ha acceso la miccia dell’ispirazione per questa storia.
Nello stesso volume, trovate una storia firmata Enna/Piccatto.
Copertina a opera del duo Montanari/Bacilieri.
Jenny è… in libreria
Il cartonato di JENNY, la mia storia di Dylan Dog ispirata alla canzone “Jenny è pazza” di Vasco, è da oggi in libreria.
Ai pennelli, un Davide Furnò in stato di grazia.
Una bella occasione per recuperare l’albo “dylaniato” per chi se lo fosse perso quest’estate (DD 420).
“Jenny è pazza” è una canzone potentissima, coraggiosa, di rottura, già per la tematica che esplora. E la sua potenza è amplificata se si pensa che è uscita nel primo 45 giri di Vasco, nel lontano giugno del ’77. Una canzone intensa e piena di tenerezza, ma anche di empatia, capace di dare voce a chi voce non ha. E che affronta un tema considerato intoccabile, la depressione. Quasi possa essere contagiosa, anche solo a parlarne.
La depressione è un demone, e chi meglio di Dylan Dog poteva affrontarla? Un demone invisibile e subdolo, perché spinge chi ne soffre a chiudersi in se stesso, alzando muri per tenere il mondo fuori, compreso chi cerca di offrire un aiuto.
Da ragazzina avevo scritto sulla parete della mia stanza, con lo smalto nero per unghie: “Le più grandi prigioni le costruiamo noi stessi con le nostre paure”. Ed è in una prigione che ti rinchiude, la depressione. Una stanza senza finestre, dove il giorno si confonde con la notte e in cui non resta che dormire.
È da qui che ho deciso di cominciare la mia storia: da una prigione. E poi, seguendo le parole della canzone di Vasco, fino al fondo del dolore di Jenny, della sua apatia, che è soltanto l’altro volto di chi amava la vita come “mai nessuno amò”.
Perché non è forse questo sentire tutto troppo, a spingerci a volte di desiderare di non sentire più niente?
Davide Furnò mi ha accompagnata in questo viaggio nella mente, abbracciando l’oscurità col tratto di chi quell’oscurità la conosce bene, dove il buio è cosi fitto che si può rischiare di scomparire.
Ma, come canta Vasco, forse si può guarire, un giorno. Ricordando sempre che per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte.
Sempre oggi escono i cartonati delle storie di Paola e di Gabriella ispirate rispettivamente a Sally e a Albachiara. E per chi lo vuole c’è un bellissimo cofanetto, con il trittico completo. Li trovate in libreria, in fumetteria o sullo store online Bonelli, QUI. 🖤
Buongiorno tenebra: Dylan Dog OldBoy n.8, da oggi in edicola
Dylaniate e dylaniati, da oggi – 13 agosto – è in edicola Dylan Dog OldBoy n. 8, che contiene anche una mia storia: Buongiorno tenebra.
Sulle note di Simon & Garfunkel, in una villa che assomiglia a quella accanto al cimitero di fulciana memoria, Dylan si trova imprigionato nella tela di Mrs. Nicholson e dei suoi segreti.
Ad accompagnarmi in questa discesa nelle ossessioni, Nicola Mari che, con maestria ed eleganza, ha saputo dare un volto alle pulsioni più oscure. Ma se l’amore è un demone – tra i più feroci – malattia e cura, a volte, possono coincidere.
Quale oscuro segreto cela la tetra villa dei Nicholson? Quali drammatici eventi hanno funestato le vite dei suoi abitanti in passato? Dylan deve riuscire a districarsi dalle mortali spire di una femme fatale d’altri tempi…
Buon tuffo nelle tenebre.
Jenny: Il mio contributo al trittico che unisce Vasco Rossi e Dylan Dog
Molti di voi sanno che l’estate 2021 è stata scandita da un grande evento: Dylan Dog incontra Vasco Rossi. L’Indagatore dell’Incubo è infatti protagonista di un ciclo di tre episodi ispirati a tre celebri canzoni del rocker di Zocca.
Quando sono stata contattata dalla redazione Bonelli per firmare uno di questi episodi, non ho avuto un dubbio su quale canzone scegliere: Jenny è pazza.
Un pezzo potentissimo, coraggioso, di rottura, già per la tematica che esplora: la depressione. E la sua potenza è amplificata se si pensa che è uscito nel primo 45 giri di Vasco, nel lontano giugno del ’77. Una canzone intensa e piena di tenerezza, ma anche di empatia, capace di dare voce a chi voce non ha.
E se per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte, la depressione è una lunga notte, che sembra non avere mai fine. Sarà per questo che poi, come canta Vasco, non resta che… dormire?
Ancora oggi si parla troppo poco di condizioni mentali, come si parla poco di depressione. Sono tabù, parole che da sole sono capaci di evocare mondi di oscurità, di dolore. E allora è meglio far finta che siano altrove, questi mondi. Lontani da noi.
Eppure tutti noi siamo stati Jenny almeno una volta nella vita – o lo sono state persone a noi vicine – schiacciati
da un buio che spesso arriva all’improvviso e in un istante sembra divorare tutto.
La depressione è un demone, e chi meglio di Dylan Dog poteva affrontarla? Un demone invisibile e subdolo, perché spinge chi ne soffre a chiudersi in se stesso, alzando muri per tenere il mondo fuori, compreso chi cerca di offrire un aiuto.
È quindi con grande emozione che vi comunico che JENNY – DYLAN DOG N°420 – uscirà il 31 agosto. Ad accompagnarmi in questo viaggio nella mente, con i suoi disegni che sembrano nutrirsi del buio per illuminarlo, Davide Furnò.
Questo mese, trovate in edicola Albachiara, di Gabriella Contu, mentre il primo episodio dedicato alle canzoni di Vasco è stato firmato da Paola Barbato, che ha scelto Sally. Se non li avete ancora letti, vi consiglio vivamente di recuperarli.
Una piccola nota tecnica: tutti gli albi presentano una doppia copertina (fronte e retro), una firmata da Gigi Cavenago e l’altra da Fabrizio De Tommaso. In più, 16 pagine extra con interviste, tra cui una speciale di Luca Crovi a Vasco, e i testi della canzone cui si ispira l’episodio.
Dylan Dog si sveglia in una stanza spoglia, buia, senza alcuna apertura. Non sa come ci è arrivato, né come uscirne, ma avverte la voce flebile, dall’altra parte del muro, di Jenny, prigioniera come lui in quel luogo ostile in cui perfino lo scorrere del tempo perde di significato. L’unica cosa che sembra avere senso è arrendersi e dormire, per lasciarsi morire.
Un imperdibile albo speciale ispirato alla canzone “Jenny” di Vasco Rossi, un omaggio dell’Indagatore dell’Incubo al rocker emiliano.