La casa di Amelia – Recensione di Mondo rosa shokking

La casa di Amelia è una favola, ma una favola dell’orrore.

Potrebbe essere paragonato per lunghezza e stile a “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry: poco più di cento pagine, frasi brevi, capitoli corti. Peccato – e per la fortuna degli appassionati del genere horror-noir – nell’ultimo libro di Barbara Baraldi non esistono personaggi commoventi, insegnamenti e morali edificanti, anzi…

Il filo conduttore di questa storia, che si legge tutta d’un fiato col cuore in gola, è la paura, l’angoscia, il terrore verso qualcosa o qualcuno che si pensava ormai relegato ad un tragico passato di sangue, e che invece sembra esser tornato per perseguitare Amelia, la protagonista. Senso di colpa, incubi, e allucinazioni si mescolano in un gioco diabolico che fanno ripiombare la mente già confusa della ragazza, in una spaventosa realtà: sarà tutto frutto della sua distorta immaginazione, oppure chi doveva essere morto, chi lei è convinta di aver ucciso con le proprie mani – e di cui ha anche conservato macabri souvenir – sta tramando per punirla e trascinarla con sé negli inferi?

Le tinte gotiche del romanzo, l’ambientazione, che si divide perlopiù tra due tetre case (quella lasciatale dalla nonna alla sua morte, e quella del mistero da cui tutto l’orrore è iniziato), e l’immagine ambivalente che viene data di Amelia – vittima o assassina? indifesa o coraggiosa e determinata? lucida o pazza? – sono solo alcune delle peculiarità che contribuiscono a creare e ad accrescere progressivamente la tensione nel racconto.

Poi, grazie ad una narrazione fluida e incalzante, questo viaggio nell’inquietante memoria della protagonista si snoda tra le cupe riflessioni della giovane e l’avventura che decide di intraprendere per esorcizzare i fantasmi del passato.

Il finale arriva tanto inatteso quanto sanguinoso, e ancora una volta, come nel precedente libro “La collezionista di sogni infranti” – legato e allo stesso tempo distinto da “La casa di Amelia” – rimane una senso di sospensione, di conclusione nuovamente mancata…

Carlotta Pistone

Intervista per il magazine Mondo rosa shokking

In questo numero di MRS si parla di follia, intesa nelle sue più svariate sfaccettature. La protagonista del tuo romanzo, Amelia, sembra combattuta tra due fuochi: se da un lato dimostra di possedere una buona dose di determinazione e coraggio, dall’altro sembra fragile come il vetro e soprattutto molto confusa, tanto che spesso ha lei stessa dei dubbi sulla veridicità di quello che sente e vede.

Secondo te, in quanto creatrice di questo affascinante personaggio Quanto c’è di folle nella personalità di Amelia e nel suo modo di percepire la realtà che la circonda?
E tra tutte le sensazioni inquietanti che prova e da cui si sente perseguitata – anche a causa del precedente, sanguinoso epilogo – qual è quella dominante? In lei prevale la paura, il senso di colpa o la pazzia?

Amelia è folle nel senso pirandelliano del termine. La sua visione dell’io non corrisponde, ai suoi occhi, con quella che gli altri hanno di lei. Amelia è confusa tra le paure del presente e le visioni terrificanti di un passato deformato dal senso di colpa e dall’angoscia. Continue reading

Barbara Baraldi incontra i personaggi del suo romanzo “La Collezionista dei Sogni Infranti”

“Siediti Barbara”. La voce era calma, sensuale. Era seduta al tavolo di cucina, inghiottita da una penombra fitta. La finestra dietro di lei mi permetteva di coglierne la sagoma, lame sottili di luce le decoravano il braccio destro. Giocherellava con un salvadanaio a forma di maiale, fuori dalla penombra assieme alla mano, sul tavolo bianco e verde. Spostai indietro la sedia e mi sedetti anch’io, di fronte a lei. La luce del tramonto che abbagliava un po’, illuminando al contempo i tratti del suo volto. Un chiaroscuro, quasi alla Caravaggio. Marina, sei come ti immaginavo, sei tu il personaggio che ho amato di più, mia creatura. Non oso dirglielo. L’ombra è la tua dimensione Marina. Non sei malvagia, ti sei persa nel mare di specchi della tua mente. Questa penombra non ti ha aiutato, questo nulla ha solo nascosto gli specchi. Mi dispiace. Non ne sarei uscita neanche io.
“Sei venuta allora, Barbara. Hai fatto bene. Anche tu in questa terra di nessuno, si sta bene la sera. Dovresti saperlo. L’hai creata tu, questa provincia ferrarese.”
Era già successo tutto, non c’era più motivo di agitarsi, di angosciarsi. Di soffrire. Lei era calma, mi pareva senza rancore, ora. Tutto sembrava come redento, seppure sotto una luce sinistra, irreale.
“Sei venuta per vedere come sto, ora?”. Non aspettò la risposta, non ci avrebbe creduto. “La vita in cui mi hai infilato dentro è languida e lugubre come questo tramonto. La sua luce è falsa e vuota. Come il silenzio di questa casa. Come la mia solitudine. Per due anni sono fuggita da questa pianura lunare. Mi collegavo al computer, lo sai, e cercavo Amelia. L’altra tua “creatura”, si dice così no? Ci parlavo a lungo, una menzogna dopo l’altra, bugie di pixel. Non ho mai capito perché la cercassi così tanto, così ossessivamente. Lo facevo e basta, io sono impulsiva. Non è stata una buona idea invitarla qui, il gioco non ha retto, le mie bugie mi hanno travolto come un liquame nero.
“Dimmelo tu chi era Amelia per me, voglio saperlo, ne ho il diritto.” Continue reading

Intervista per House of books

Ciao Barbara. Grazie per il tempo che ci dedichi, è un onore. Cosa è cambiato dal tuo esordio come Luna Lanzoni a Barbara Baraldi?

Luna e Barbara sono l’una l’immagine dell’altra. Luna è lo specchio di Barbara. O forse Barbara è lo specchio di Luna. Quest’ultima ha nascosto i suoi desideri dietro il nome dell’astro simbolo della donna per un esordio faticoso. Per una persona timida e introversa è stato difficile proporre il proprio manoscritto per una valutazione. C’è voluto tempo e pazienza; i rifiuti arrivavano con lettere prestampate ad appena dieci giorni dall’invio, inaccettabili proposte editoriali a pagamento e il tempo che passava. Luna ha esordito e ora c’è Barbara, con la stessa voglia di raccontare storie. Una ragazza che ama scrivere e affronta ogni giorno nuove sfide e difficoltà.

Com’è nata la collaborazione con Sick Girl?

La collaborazione con Sick Girl è nata perché mi ero iscritta per curiosità al loro sito. L’immagine della donna tatuata che riprende con modernità il discorso legato agli spettacoli di Burlesque e il mondo alternativo, mi piaceva. Uno dei fotografi e collaboratori del sito mi ha scritto per chiedermi se avevo voglia di partecipare alla community scrivendo articoli e interviste per il Magazine, come fotografa o magari come modella. E io ho risposto: come modella passo! Per il resto accetto volentieri.

Sappiamo che hai intervistato parecchi personaggi interessanti. Qual’è stata la più divertente e stimolante?

Ho intervistato per la rivista A Magazine Sabina Kelley. Donna dai mille volti: modella, pin up, ballerina sin dalla prima infanzia, madre di due bellissimi bambini e proprietaria di un negozio di tatuaggi. Un vero personaggio! Continue reading

La casa di Amelia – Recensione di Thrillermagazine

Dove nasce la paura? Dentro di noi, nel groviglio di sensi di colpa, incomprensioni, contraddizioni e segreti che ci portiamo senza comprenderne bene gli influssi sin dall’infanzia oppure è qualcosa di reale, di oggettivo, una presenza malvagia che gioca con le suggestioni ma che finisce per agire concretamente?

La Casa di Amelia non è un episodio di una serie anche se ritroviamo personaggi e situazioni del precedente fortunato romanzo di Barbara Baraldi, La collezionista di sogni infranti. È un’evoluzione di una vicenda umana ma anche il segno tangibile che Barbara diventa sempre più padrona del linguaggio e del meccanismo narrativo. È un’indagine sulla paura interiore e quella su come (come in ogni buon thriller) nasceva una mente “cattiva”, malata.

Un libro da leggere più volte. La prima d’impatto per seguire una storia che questa volta non si limita a suggerite (e giustamente non sbandierate) citazioni cinematografiche ma riprende musiche, atmosfere degli anni 70/80 costruendo un solido terreno per un incubo che si dipana pagina per pagina come uno di quei film di cui il cinema italiano avrebbe davvero bisogno. Poi vi invito a leggerlo pagina per pagina come… un saggio, sulla paura la sua genesi, le risposte a volte contraddittorie e feroci che genera. Barbara riesce ad abbinare uno studio lucido dei meccanismi e delle situazioni della paura reso perfettamente anche nel book-trailer (youtube.com) che di per sé è un piccolo capolavoro di creatività.

Amelia vive tra due universi. Uno delimitato da antiche paure, ricordi dell’infanzia ma sviluppatasi completamente nella maturità, un mondo di mamme che si preoccupano, di cuginette amiche e complici, di speranze, di gatti simbolo. La sua stanza che la rinchiude in una prigione e al tempo stesso le è indispensabile. Poi c’è il mondo moderno virtuale, legato ai mezzi di comunicazione dell’elettronica. Dopo le drammatiche vicende di La collezionista di sogni infranti Amelia ha spento tutto, cercando di cancellare quella parte della sua esistenza come se, non vedendola, potesse annientarla. Ma è l’illusione della bimba che nasconde la testa sotto la coperta sperando che l’Uomo nero sparisca. Se c’è rimane al suo posto, minaccioso. E così anche i suoi amici virtuali? Cosa avranno pensato della sua improvvisa scomparsa.

Dai propri errori si dovrebbe imparare… allora perché Amelia ritorna nella casa degli orrori di Marina e Alex dalla quale è uscita viva ma segnata? Perché c’è in lei (e il lettore ne è complice) una fascinazione verso la parte oscura che non vuole lasciarla andare. Dopo un inizio claustrofobico, dove paura e ossessione si mescolano, Amelia non può più rimandare. Torna a ripercorrere quella strada nei  campi agresti, sotto gli archi, incontrando personaggi all’apparenza buffi ma così sottilmente inquietanti da lasciarci intendere che il peggio deve ancora arrivare. E, puntualmente, arriva. Prima con l’assenza di segni di pericolo, come se non fosse successo nulla, poi con una rivelazione costruita con l’abile consapevolezza delle regole del genere. Un piccolo capolavoro di terrore umano che ci lascia con un punto di  domanda. Sarà davvero finita? No di certo perché di fiabe oscure Barbara ne ha ancora molte da raccontare e presto lo farà.

Un’ultima nota. Malgrado la tensione, il gioco del terrore Barbara non nasconde se stessa dietro una vicenda truce. Leggete bene tra le righe. Alcuni passaggi, frasi, allusioni ci rivelano un’autrice dotata di grandissima sensibilità per la vita e per le ‘rare’ cose belle che ci riserva. A volte con rimpianto a volte con una passione che colpisce. Inserire questa vena dolcissima non era facile in un contesto di genere (detto nella migliore accezione del termine) e Barbara ci è riuscita.

La casa di Amelia – Recensione dell’Angolo nero

Benvenuti in mia casa. E bentornati negli incubi di Barbara Baraldi. Dopo La collezionista di sogni infranti, che aveva riscosso ben meritato successo, molti si erano chiesti quale sarebbe stata la sorte della protagonista, Amelia. L’avevamo lasciata alla fine del precedente libro in viaggio verso casa con uno scrigno di feticci – quelli di cui è collezionista, appunto – e molti dilemmi irrisolti. La ritroviamo a casa della nonna, sommersa da incubi e paure che Amelia tenta di esorcizzare con la solitudine e con rituali privatissimi. Ma qualcosa è rimasto in sospeso e i conti col passato sono tutt’altro che chiusi. Amelia deve intraprendere un nuovo viaggio verso una destinazione già nota, necessario ma forse nn sufficiente per una catarsi purificatrice.

Ha la struttura di una favola, La casa di Amelia, ma a differenza che nel precedente i risvolti sono molto più neri. La principessa triste deve lottare contro forze avverse e a nulla può l’Amore, che nelle favole è forza motrice e risolutiva. Il Male pretende il suo sacrificio…
Scrittura scorrevole e incalzante, ansiogena. Da sottolineare il taglio cinematografico di molte scene che, come in altri lavori di Baraldi, sono debitrici del cinema degli anni ’70. Un’ottima prova d’autore per la regina dell’incubo nostrana.

Il romanzo è uscito, contro ogni superstizione (o forse proprio a causa di?), oggi, venerdì 13 febbraio…

La collezionista di sogni infranti – Recensione di Europolar

Impreziosita da una bella copertina di Onofrio Catacchio che riassume in un solo disegno l’intera idea del romanzo, arriva nella collana di romanzi brevi diretta da Luigi Bernardi la conferma che la vincitrice del premio Gran Giallo  Città di Cattolica 2007 è avviata con sicurezza sul sentiero battuto dai narratori che lasciano il segno.

Parlo di Barbara Baraldi usando il termine narratrice perché l’ispirazione del suo lavoro è quella di raccontare storie. Fiabe nere, in questo caso, ma anche sogni inquietanti che contengono screziature di una passione, di esperienze vissute ed elaborate mescolate ad altre suggestioni che vengono dalla fantasia, dall’immaginario.

Barbara è un’attenta osservatrice della realtà umana e fantastica che la circonda. Elabora emozioni sue o forse semplicemente osservate in altri e le riproduce in una storia complessa dove i meccanismi del thriller italiano degli anni 70 non sono di maniera ma utensili impiegati con abilità perché amati. Continue reading

La collezionista di sogni infranti incontra la sua autrice

La Collezionista di sogni infranti incontra Barbara Baraldi
in collaborazione con Paolo Maffei

Cosa accadrebbe se il personaggio di un romanzo avesse in dono un corpo fatto di sangue e carne, voce e volontà propria, per un giorno intero? E se decidesse di compiere un viaggio per incontrare il suo creatore?

La triste e incantevole Amelia, già protagonista della fiaba nera “La collezionista di sogni infranti” (PerdisaPop 2007) incontra Barbara Baraldi, definita l’autrice più promettente del nuovo racconto gotico italiano e vincitrice di vari premi letterari, tra cui il prestigioso Gran Giallo città di Cattolica nel 2007. Tra le sue uscite, una per la collana “Il giallo Mondadori presenta”: “La bambola di cristallo” nel 2008.

A metà tra il racconto e l’intervista, seguiamole lungo un viaggio senza destinazione apparente in attesa del sequel previsto per febbraio, “La casa di Amelia” (PerdisaPop).

“È questo l’ultimo giorno?”. Me lo chiedo spesso oggi, è la mia ossessione. L’ultimo giorno in questo mondo. Pianto lo sguardo fuori dal finestrino del treno, assordata dal fracasso della sua ferraglia. Gli anni 70 sono finiti da un pezzo, ma nessuno l’ha detto a questo orgoglioso verme di metallo dal motore diesel e i fanali tondi che continua imperterrito a solcare la pianura. Il mio sguardo si perde nel paesaggio che scorre e prende forma come in un libro pop-up da cui spuntano casette, alberi e mucche. Pagine che si aprono velocemente davanti a me, infinite sagome di cartoncino che si avvicendano in questo carillon che non ho scelto io. Qualcuno l’ha fatto per me, creandolo pezzo per pezzo. Qualcuno che sto per incontrare: Barbara Baraldi. È lei la mia creatrice.

Devo concentrarmi sulle domande da porle, le domande sono importanti. Continue reading

Intervista per il Dizionario atipico del giallo

Presentati…

Barbara, narratrice. Amo raccontare storie. Lo faccio scrivendo racconti e romanzi, indagando il lato più nascosto della quotidianità, cercando di svelare qualcosa oltre l’apparenza. A volte emergono passioni, a volte paure.

Il tuo ultimo libro: la trama, la genesi

“La bambola di cristallo”, uscito nella collana “Il giallo Mondadori presenta” nel giugno del 2008. Raccoglie due romanzi e un racconto, nati in periodi differenti e forse per questo molto diversi. Il primo romanzo, “La bambola dagli occhi di cristallo”, fin dal titolo rivela una forte influenza anni 70. Una serial killer fatale e bellissima agisce in una Bologna gotica e notturna. Un ispettore di polizia è sulle sue tracce fino al colpo di scena finale. È nato a partire dalla scena di un delitto efferato, compiuto da una femme fatale, che non smetteva di suscitarmi domande. Qual è il movente che arma la mano dell’assassina, e chi è la vittima? Nel secondo romanzo, “Il giardino dei bambini perduti”, i protagonisti sono Lucy, una bambina di otto anni, e un anziano contadino che vive isolato. La piccola dovrà affrontare le sue paure e soprattutto un ladro di bambini. Questo romanzo è nato intorno al personaggio dell’assassino e alle sue motivazioni. Sapevo dall’inizio che per i suoi crimini non poteva esserci redenzione. Il racconto che chiude il libro trae ispirazione da alcuni fatti di cronaca che sono avvenuti nella mia zona qualche anno fa: ladri armati di fucili e automobili di grossa cilindrata in corsa per i viali di Modena. Continue reading

Intervista per La gazzetta di Modena

La collezionista di sogni infranti. Barbara Baraldi al Festival Noir di Finale Emilia

Di Gabriele Sorrentino

Amelia non è una ragazza come tutte le altre. E neppure Marina. Entrambe nascondono un segreto. Qualcosa che è meglio non si sappia in giro. Amelia e Marina si sono conosciute in rete, quella ragnatela di voci e volti anonimi che sono l’antidoto più ricorrente alla solitudine del mondo contemporaneo e hanno deciso di incontrarsi. La collezionista di sogni infranti (Perdisia 2008) è l’ultimo romanzo di Barbara Baraldi, giovane modenese, fotografa underground e scrittrice noir rivelazione degli ultimi anni che giovedì 28 agsoto, sarà ospite del “Festival Noir” di Finale Emilia. Barbara ha vinto il Mystfest di Cattolica nel 2007 e il premio “Mario Casacci” col suo racconto Dorothy non vuole morire ha  ricevuto”. Con Una storia da rubare ha vinto il XXXIII premio “Gran Giallo Città di Cattolica”. Con lo pseudonimo di Luna Lanzoni, ha pubblicato il romanzo La ragazza dalle ali di serpente (Zoe, 2007), di grande successo negli ambienti alternativi. Il 24 maggio 2008 è uscita “La Bambola di Cristallo”, che raccoglie due romanzi inediti e un racconto nel periodico “Il Giallo Mondadori Presenta” n.9. Le abbiamo posto alcune domande.

Barbara, intanto complimenti per per la tua carriera: In poco tempo hai vinto molti premi. Che effetto fa?

Sicuramente è una grande emozione. Ricordo ancora che seppi della vittoria al Gran Giallo un caldissimo sabato mattina; ho appuntato su un foglio di carta tutto quello che mi dicevano per rileggerlo con calma perché non riuscivo a crederci.

Tornando al lavoro che presenterai a Finale: chi è La collezionista di sogni infranti?

La collezionista di sogni infranti è chiunque intraprenda un viaggio attraverso le proprie paure alla scoperta della parte più profonda della personalità, alla ricerca della saggezza. Può esserlo Amelia, uno dei personaggi del romanzo, che prende un treno che attraversa la bassa padana per giungere a Ferrara e incontrare un’amica conosciuta sulla chat. Troverà molto di più, un tuffo in un labirinto in cui niente è quello che sembra. Ma può esserlo anche Marina, l’altra protagonista, imprigionata in una vita che non la soddisfa ma che preferisce nascondere la propria identità nei grovigli della rete piuttosto che affrontare le problematiche del quotidiano. Continue reading

La bambola di cristallo – Recensione di Horrormagazine

“Eccola, è così. La bambola si è animata, si muove, lo guarda e ride mostrando i piccoli denti lucenti. Si avvicina vestita soltanto di una sottoveste in pizzo nero che gioca con la luce arancione mostrando e nascondendo le gambe nude che si muovono sotto il tessuto. Ha qualcosa di lucente in mano. Una mezza luna tagliente come una nota stonata…”.

C’è violenza e poesia nei gesti della bambola di cristallo. Rabbia e rivincita. Seduzione e disperazione, in una Bologna gotica che dona nuova linfa alla nostra narrativa di genere.

E’ la storia di tante donne e di tutte le donne, quella della bambola. C’è Viola, fragile e trascurata, che vaga per la casa con indosso il maglione del suo uomo, per sentirne l’odore. Si mangia le unghie e “piange. Piange spesso, forse tutti i giorni, almeno per un minuto”. Poi c’è Eva, che sogna di diventare una nota pubblicitaria, va in palestra per farsi in muscoli dopo il Fatto, e “dice a se stessa che domani sarà differente”. C’è anche Giulia, ricca e viziata, quella che a nove anni portava nella borsetta i soldi del monopoli e ora passa da un ragazzo a un altro per noia. Per lei non è importante l’oggetto in sé, “bensì la strada, lo stratagemma per ottenerlo”. E come dimenticare la gatta Miew? Miew che guarda fuori dalla finestra. Miew fedele e dispettosa che “forse vorrebbe trasformarsi nel cavallo alato, il cavallo alato dei biscotti col buco”. Ma soprattutto c’è Lei, la bambola: “è come un ragno, tesse la sua ragnatela, prepara ogni cosa con cura, poi si fa seguire. Sa come farsi seguire da un uomo e li fa cadere in trappola. Non attacca, la sua è una difesa. Premeditata”.

Non c’è modo di riporre il libro senza chiedersi dove andrà a parare l’ultima pagina letta. I capitoli snelli, legati di volta in volta al punto di vista di una delle numerose maschere (niente e nessuno è ciò che sembra, e le caratterizzazioni ricche di chiaro scuro rendono affascinante ogni personaggio della vicenda) s’intrecciano in modo da risultare la somma di varie storie parallele.
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La bambola di cristallo – Recensione di Dario Geraci

Commentare un’opera di Genio è arduo, soprattutto quando si conosce,non solo l’identità del Genio in sé, ma anche e soprattutto il suo retroterra culturale.

Stiamo parlando de “La Bambola di cristallo” ultima esperienza visionaria di Barbara “Luna” Baraldi, già autrice del fortunato “La collezionista di sogni infranti” (Perdisa) e di diversi altri racconti sparsi nella foresta nera delle antologie letterarie.

Diceva, Giorgio Scerbanenco, uno dei più grandi scrittori italiani di sempre:

“La vita è come un pozzo delle meraviglie, ci puoi trovare di tutto: stracci, brillanti e coltellate alla gola”, tutti elementi che l’Autrice ha saputo sapientemente calibrare come il più raffinato degli allibratori, in una miscellanea elegante e morbosa al punto giusto.

Riscontriamo in Barbara Baraldi, un citazionismo che va ben oltre il mero saccheggiamento visivo ai film italiani degli anni ‘70; dovremmo parlare piuttosto, di un certo gusto “conservativo” e “restauratore” per quello che forse era il canone fondamentale che fece la fortuna di quelle pellicole: “L’estetizzazione della morte” e “La sensualità dell’omicidio”. Continue reading

Intervista per Fabio Novel di Thrillermagazine

E’ in edicola, per tutto il mese di giugno, il nono volume della collana Il Giallo Mondadori Presenta: La bambola di cristallo, di Barbara Baraldi. Il libro raccoglie tre storie molto tese, coinvolgenti, ma anche molto umane. Ho voluto parlarne direttamente con l’autrice.

Ecco cosa ha raccontato Barbara a ThrillerMagazine.

Barbara ciao. Ben ritrovata su ThrillerMagazine. Un paio di mesi, hai intervistato per noi Alda Teodorani. Oggi, l’ospite d’onore sei tu.: )

E’ un grande onore per me essere ospite su ThrillerMagazine.

Chi è Barbara Baraldi?

Una persona a cui piace raccontare storie. E’ una cosa che mi caratterizza da sempre, fin da quando, per tener buoni i miei fratelli più piccoli, narravo loro storie spaventose. Non vi dico lo stupore di mia madre vedendoli tanto disciplinati! Continue reading

Intervista per Il binario giallo

BG:Fotografia e letteratura in che rapporto sono per te?
BB:Scrittura e fotografia sono complementari per me. Come due strumenti musicali che uniscono le loro voci per plasmare un’unica melodia. Nelle foto ricerco una vera e propria storia. L’immagine incisiva che nasconde concetti o riporta alla mente favole dimenticate; a volte tramite la magia dei simboli o un colore dominante oppure con l’uso estremo dell’espressività da parte della modella. Recentemente ho intitolato una serie di scatti “Blind Faith”. La modella bendata in una stanza buia proprio a esprimere il fatto che il destino è cieco. In alcuni scatti lei grida ma l’immagine non fa rumore proprio come a volte non si può nulla contro l’evolversi degli eventi. Un tema a me caro anche quando scrivo. Allo stesso modo nella scrittura rincorro visioni come se cercassi istantanee che imprimano concetti in maniera profonda come la forza viscerale di una fotografia o un di un quadro.

BG:Quando hai iniziato a scrivere?
BB:Ho sempre raccontato storie, da quando ero bambina. Un giorno ho capito che avrei potuto scriverle. Non ricordo il momento esatto che ho iniziato ma da allora non ho mai smesso.

BG:Come nascono i tuoi personaggi?
BB:I miei personaggi si definiscono autonomamente dentro di me quando inizio a scrivere e mi lascio dominare completamente dall’ispirazione. Dentro di loro c’è tutto ciò che mi circonda e non solo. Qualcosa di me o delle persone che ho conosciuto, incontrato, i protagonisti dei film che mi hanno colpito ma a volte nascono dalle canzoni, dalla potenza delle note che mi fanno da sottofondo. Continue reading

La collezionista di sogni infranti – Recensione di Carlo Oliva

Questa la recensione di Carlo Oliva de “La collezionista di sogni infranti” nella sua trasmissione su Radio Popolare il 21 gennaio 2008

Barbara Baraldi, La collezionista di cuori infranti, “Babelesuite” – Perdisa, pp. 116, € 9,00

Le informazioni che si possono ricavare su questa Barbara Baraldi dalla quarta di co­pertina del suo secondo romanzo non sembrano particolarmente tranquillizzanti: si legge che è anche fotografa, che è cresciuta nell’ambiente metropolitano e notturno dell’Emilia Paranoica che descrive, che è appassionata di cinema di genere, collezio­na bambole esotiche, ha lavorato come modella, ha vinto il premio “Mario Casacci”, che non so cosa sia, nonché il “Gran giallo città di Cattolica”, suppongo per un rac­conto, e che, con lo pseudonimo di Luna Lanzoni ha pubblicato il romanzo La ragaz­za dalle ali di serpente presso una non meglio nota casa editrice Zoe, ricavandone grande successo negli ambienti alternativi.  Uhm…  Più interessante, dal nostro pun­to di vista, è forse il fatto che la collana in cui compare La collezionista di cuori infran­ti sia diretta da Luigi Bernardi.

Bernardi è sempre stato uno straordinario talent scout, sin da quando, ai tempi della Granata Press, ha pubblicato per la prima volta Fois, Lucarelli, Cacucci, Ferrandino e tanti altri, inventando praticamente il noir italia­no contemporaneo (oltre a importare qui da noi autori del livello di Paco Taibo II, Di­dier Daeninkx e Andreu Martin) e questa nuova collana, una elegantissima serie ta­scabile di testi brevi, ha un evidente carattere, al tempo stesso, di ricerca e di proget­tualità.  Il lettore esperto, insomma, capisce subito che lo attende una lettura non fa­cile, ma che ne varrà la pena.

E infatti. La Baraldi ci racconta, in un suo linguaggio personalissimo e molto efficace,  una specie di flusso di coscienza alternato, la storia dell’incontro di due ra­gazze: tutte e due, ciascuna a suo modo, molto alternative, molto schizzate e molto infelici, che si sono conosciute in chat (passano molto alla tastiera, a volte indossan­do normalmente gli slip, altre volte calandoseli alle ginocchia) e adesso una delle due, quella più timida, più confusa, più piena di paure e, in sostanza, più incasinata, è venuta a trovare l’altra nella città emiliana in cui costei vive, consumando un rap­porto residuale piuttosto nevrotico con un compagno che non sembra valere troppo la pena.  Non c’è, nel breve giro di pagine disponibile, lo spazio per grandi sviluppi, ma si capisce subito che la situazione è più complessa di quanto appaia e che qual­cosa andrà a finir male, anche se nessuno, credo, si spingerà a immaginare quanto male possa finire.

Ma siamo nel noir più noir che si possa immaginare e l’opera non si raccomanda ai fautori del giallo come divertissment e, in generale, ai lettori di sto­maco debole.  Ma ce la si può fare, naturalmente, per scoprire che, come da previ­sioni, ne valeva davvero la pena.  Benvenuta a Barbara Baraldi, tenetevi forte e buo­na lettura.

21.01.’08